A rintuzzare un’errata informazione ci prova persino Paola Cortellesi, ma la telenovela della fake news su C’è ancora domani dopo 24 ore continua
“C’è ancora domani agli Oscar? Stessa probabilità di un gatto in tangenziale”. A rintuzzare un’errata informazione ci prova persino Paola Cortellesi, ma la telenovela della fake news su C’è ancora domani dopo 24 ore continua. Un giorno fa diverse agenzie di stampa italiane, e a seguire diversi importanti quotidiani, avevano pubblicato articoli online dove veniva scritto che il film campione d’incassi (in Italia e in nessun altro paese al mondo) era “tra i film ammessi agli Oscar” e che il 17 gennaio “annunciano i titoli”. Anche i sassi però sapevano che nel sito dell’Academy dove si trovano le informazioni sui contendenti agli Oscar 2025 (il 17 gennaio le nomination e il 2 marzo la cerimonia con i premi ndr) ci sono, come abbiamo spiegato dettagliatamente ieri qui, due liste di film: quella dei film eleggibili per partecipare alla 97esima edizione degli Oscar (“general entry”) dove C’è ancora domani appare assieme ad altri 323 titoli come There’s still tomorrow, e la categoria dell’eleggibilità a “Best picture (miglior film)” sottostante dove il film della Cortellesi non appare e dove di film in lizza ne rimangono 207.
Lo ripetiamo: “Tra la prima categoria e la seconda non c’è alcun giudizio di merito personale dei membri dell’Academy, ma un semplice riscontro tecnico rispetto ai criteri di ammissione generale all’Oscar come miglior film che concretamente C’è ancora domani non deve aver superato”. Sui criteri da superare per essere in lizza come miglior film per l’Oscar rimandiamo all’articolo di ieri, perché in fondo non è questo il punto. C’è ancora domani non li ha superati, quindi visto che è stato comunque iscritto alla general entry potrebbe entrare nelle nomination in tutte le altre categorie, ad esempio: tra quelle degli attori o Oscar tecnici come montaggio e fotografia, ecc.. Fine. Non ci sono altre possibilità, colpi di coda, sorprese. Eppure la non notizia, o la notizia non vera, continua a girare dopo 24 ore, tanto che importanti quotidiani continuano a scrivere che C’è ancora domani è “è nei 207 lungometraggi ammissibili alla corsa per le nomination agli Oscar insieme ai film usciti negli Usa”. Ripetiamo allora ancora una volta, come facciamo quando sbucano online le “previsioni sul futuro di Baba Vanga” (che non esistono perché la veggente bulgare non ne ha mai fatte!): C’è ancora domani non è nella lista dei 207 film per concorrere all’Oscar 2025 come miglior film.
Basta andare sulla pagina dell’Academy per una verifica anche del lettore. Abbiamo inoltre spiegato che C’è ancora domani non è stato scelto da Anica né nel 2023 né quest’anno per concorrere come film italiano nella categoria Miglior Film Internazionale agli Oscar 2025: l’anno scorso fu scelto Io capitano di Garrone e quest’anno Vermiglio della Delpero. La Cortellesi intervistata da Repubblica se la cava sgusciando dalla trappola dell’intervistatore, e citando un altro suo successo da attrice, sostenendo che le “probabilità di entrare” in generiche “cinquine degli Academy Award” (non in quella del Miglior Film e abbiamo spiegato in ogni salsa il perché) “sono pari alla vita di un gatto in tangenziale a Roma nell’anno del Giubileo”.
C’è ancora domani, peraltro, non ha avuto ancora una reale distribuzione negli Stati Uniti. Il film è stato acquistato dal distributore americano Greenwich Entertainment che sul suo sito programma l’uscita al 17 gennaio 2025, giorno peraltro dell’annuncio delle nomination agli Oscar. Chi conosce la fatica, i denari, il tempo, le strategie che servono per distribuire, far vedere e far parlare di un film non in lingua inglese negli Stati Uniti, e portarlo perfino agli Oscar addirittura come Miglior Film sbaragliando tutta le major e le indipendenti statunitensi, sa che l’assenza di C’è ancora domani sul mercato Usa ne certifica anche la scomparsa tra qualsivoglia nomination.