L’armistizio tra Stellantis e il governo, salutato come il grande rilancio dalle parti in causa e dalla stampa pur avendo prodotto poche reali novità, non mette fine agli ammortizzatori sociali. L’agonia negli impianti italiani continua, come dimostra la nuova cassa integrazione che l’azienda ha comunicato agli operai di Atessa, la fabbrica di veicoli commerciali nel Chietino. La direzione ha spiegato al comitato esecutivo – composto dai sindacati Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf – di dover fare ricorso “precauzionalmente e in modo preventivo”, a un ulteriore periodo di cassa integrazione ordinaria, dal 3 al 16 febbraio 2025 compresi, a causa dell’attuale situazione di mercato, con la vendita di Ducato al palo. Il provvedimento riguarderà fino a 1.500 dipendenti dell’impianto.

Con l’anno quindi non cambia nulla, nonostante il trionfalismo del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso dopo la presentazione del piano di transizione da parte di Stellantis. Mirafiori è chiusa fino al 20 gennaio ed è probabile che il blocco continui ancora per poi trasformarsi – anche questo è già certo – in solidarietà fino ad agosto, i dipendenti di Melfi convivono con il contratto di solidarietà fino a giugno, Atessa vede prolungarsi la cassa integrazione – iniziata ieri, 7 gennaio, e già prevista fino al 19 – anche per il prossimo mese. Un bagno di sangue per le buste paga dei dipendenti.

Del resto, alla faccia dell’esultanza per il cambio di paradigma, era stato lo stesso responsabile del mercato europeo Jean-Philippe Imparato ad avvisare che i volumi produttivi in Italia sarebbero stati paragonabili al disastroso 2024. Negli ultimi dodici mesi, le fabbriche di Stellantis nel nostro Paese hanno assemblato appena 475.090 unità contro le 751.384 del 2023 facendo registrare un calo del 36,8%. Per la prima volta tutti gli stabilimenti hanno avuto un saldo negativo, con Mirafiori sprofondata a -70 per cento. La crisi ha riguardato in particolare le autovetture con un arretramento del 45,7% a 283.090 unità, il dato più basso dal 1956, mentre i veicoli commerciali prodotti sono stati 192.000 (-16,6%).

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Il governo Meloni mette nella calza della Befana altre quattro misure contro i lavoratori

next
Articolo Successivo

Primo morto sul lavoro del 2025 in Calabria: dov’è chi dovrebbe far rispettare le regole?

next