Giustizia & Impunità

Strage di Altavilla Milicia, chiuse le indagini. Attesa per la decisione della Cassazione su Angelo Barreca

La donna fu uccisa e il suo corpo bruciato e seppellito in giardino. Il figlio più grande era stato seviziato ed era morto per asfissia da incaprettamento mentre il più piccolo era stato ucciso con un phon.

“Volevo liberarli dai demoni”. Così Angelo Barreca aveva confessato il massacro della moglie e due figli. torturati e uccisi lo scorso febbraio in una sorta di assurdo rito di purificazione. Le indagini sull’orrore subito a Altavilla Milicia (Palermo) da Antonella Salomone e i suoi due figli Kevin di 16 anni ed Emmanuel di 5 sono […]

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“Volevo liberarli dai demoni”. Così Angelo Barreca aveva confessato il massacro della moglie e due figli. torturati e uccisi lo scorso febbraio in una sorta di assurdo rito di purificazione. Le indagini sull’orrore subito a Altavilla Milicia (Palermo) da Antonella Salomone e i suoi due figli Kevin di 16 anni ed Emmanuel di 5 sono state chiuse come scrive l’edizione palermitana di Repubblica. La donna fu uccisa e il suo corpo bruciato e seppellito in giardino. Il figlio più grande era stato seviziato ed era morto per asfissia da incaprettamento mentre il più piccolo era stato ucciso con un phon.

L’avviso di conclusioni indagini è stato notificato ai tre indagati maggiorenni: Barreca, marito e padre delle vittime, Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia di palermitani considerati i registi del massacro d’inizio febbraio 2024. Con i tre è accusata del triplice omicidio e della soppressione di cadavere anche la figlia primogenita di Barreca, minorenne al momento del fatto. La giovane aveva dichiarato che “rifarebbe tutto”, e che non aveva ceduto neanche di fronte alle suppliche della madre che l’aveva pregata di chiamare i carabinieri.

La madre, aveva raccontato l’adolescente, “ha conosciuto a inizio febbraio Massimo Carandente e Sabrina Fina. Fin da subito dicevano che in casa c’erano troppi demoni“. Da qui le torture, compresa quella di un digiuno imposto alla donna: “Hanno iniziato a interrogarla, chiedendole chi fosse e cosa volesse. Le davano schiaffi e papà li aiutava”. “Poi sono passati a torturarla con una pentola – ha detto ancora la 17enne – E volevano che lo facessi pure io, ma all’inizio mi sono rifiutata e l’ho colpita solo con un guanto di plastica”.

Dopo la pentola, la donna è stata ustionata con delle pinze da camino e con un phon rovente. Con lei anche il piccolo di 5 anni, costretto a bere latte e caffè amaro, “iniettato in bocca”, “tenuto fermo dall’indagata” e poi “legato al letto con l’aiuto del padre”. Anche il figlio di 16 anni, Kevin, ha subìto torture. Lui è morto per ultimo e, ha detto la sorella di 17 anni, è stato “legato al collo con una catena arrugginita e dei cavi elettrici”. “Mi hanno detto di saltargli sulla pancia e l’ho fatto”, ha detto ancora. Poi, poco prima che il fratello morisse, ha mandato una foto di lui a una compagna. Infine “con papà abbiamo scritto alcune frasi religiose sui muri. Intanto pregavo con Massimo e Sabrina in arabo aramaico”.

Per la ragazza il giudice per l’udienza preliminare per i minorenni Nicola Aiello deciderà a gennaio se la ragazza era capace di intendere e volere al momento della strage. Il padre Angelo Barreca è già stato considerato infermo di mente. Si attende solo di capire se, come sostengono il gip e la difesa, “lo è completamente” oppure solo parzialmente come ritiene la procura. Il difensore di Barreca, Giancarlo Barracato, ha presentato ricorso in Cassazione. Notificato l’avviso conclusione indagini il sostituto procuratore Manfredi Lenza attende il pronunciamento della Suprema corte sulle condizioni psichiche di Barreca per chiedere il rinvio a giudizio dei tre indagati. Se Barreca verrà riconosciuto totalmente incapace uscirà dal processo perché non imputabile. Se invece la Cassazione confermerà il pronunciamento del Riesame, la posizione del padre-marito reo confesso del massacro rientrerà nella richiesta di rinvio a giudizio.