Chi ben comincia è a metà dell’opera: per questo gennaio è ricco di ‘sfide’ e movimenti che ci accompagnano nei primi trenta giorni dell’anno – anche grazie ai social
Dopo un mese di festeggiamenti – tra brindisi, cenoni, dolci, notti brave e meritato relax – gennaio per molte persone è un mese di ripartenze, detox e buoni propositi. Negli ultimi anni, alle tradizionali liste dei buoni propositi (“da domani dieta e palestra!”) si sono affiancati movimenti ed eventi che invitano le persone a cambiare abitudini per un mese. Il più famoso è il Veganuary (il gennaio vegano) ora affiancato dal Dry January (un mese senza alcol) e dal più complicato No Spend January, che invita a limitare le spese e mettere ordine nelle finanze dopo lo shopping pazzo di dicembre. Tutto quello che c’è da sapere per iniziarli (o per evitarli).
Come iniziare il Veganuary
Chi ben comincia, dicevano i nostri nonni, è a metà dell’opera: per questo gennaio è ricco di ‘sfide’ e movimenti che ci accompagnano nei primi trenta giorni dell’anno. Il Veganuary è nato nel 2014 in Gran Bretagna ma, anche grazie ai social, ha ormai preso piede in tutto il mondo. In Italia l’evento è promosso dall’associazione Essere Animali e ha un sito web di riferimento (www.veganuary.it) a cui è possibile iscriversi per ricevere consigli e ricette. In cosa consiste? Come suggerisce il nome, l’idea è di non mangiare prodotti animali per tutto il mese di gennaio, adottando di fatto una dieta vegana. I benefici sono duplici: per l’ambiente, ovviamente, e per la salute, visto che incoraggia a consumare più verdure, frutta e legumi. Certo, cambiare abitudini dall’oggi al domani non è semplice, ma è facile trovare piatti sani, gustosi e rapidi da preparare. Per mantenere una dieta sempre più variata anche nel resto dell’anno.
Cos’è il Dry January
Sempre dall’Inghilterra arriva la campagna Dry January, cioè un gennaio “asciutto” senza bere alcolici. Più che fare detox, l’obiettivo è portare l’attenzione sui molti danni provocati dall’alcol al nostro organismo. E soprattutto, ad aumentare la consapevolezza di ciò che abbiamo nel bicchiere: volevamo proprio bere del vino o solo goderci un aperitivo con gli amici? Spesso infatti beviamo per abitudine, come gesto automatico. Nel nostro Paese la cultura enogastronomica del vino è fondamentale, ma oggi il mercato offre moltissime alternative – dagli analcolici ai mocktail – per continuare a godersi i momenti di socialità salvando il fegato e il portafogli.
Tredicesima finita? Ci pensa il ‘No Spend January’
Più di nicchia rispetto agli altri due, il No Spend January nasce dall’esperienza reale di chi, passate le feste, deve far quadrare un budget limitato a gennaio. Di base l’idea è di tenere i soldi solo per le necessità – affitto, medicinali, cibo, tasse ecc – e tagliare per un mese le spese accessorie. La distinzione tra ciò che è necessario e ciò che non lo è varia da persona a persona e ci sono molti modi per tentare la sfida del No Spend January: cucinare la cena anziché ordinare da asporto, per esempio, invitare gli amici a casa anziché vedersi al bar oppure sfruttare gli abbonamenti dei servizi già pagati (come le palestre e le piattaforme streaming). Per certi versi, è un modo per sottrarsi al consumismo sfrenato e agli acquisti d’impulso, rivalutando ciò che abbiamo già: davvero non ho nulla da mettermi o sono solo tentato dai saldi? Il No Spend January anche l’occasione per riscoprire biblioteche, parchi, musei e gallerie da visitare gratis, e farne tesoro per i mesi a venire.