“Non sono tendenzialmente favorevole alla parola rimpasto”. Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa organizzata dall’Ordine dei giornalisti e della stampa parlamentare, ha risposto anche alle domande sul futuro dell’esecutivo. E in particolare sul ministro dei Trasporti Matteo Salvini che, dopo l’assoluzione per il caso Open Arms, si è ipotizzato potesse tornare al Viminale. Il leader della Lega, ha detto la premier, “sarebbe un ottimo ministro dell’Interno. Ha ragione Salvini a dire che in assenza di un provvedimento giudiziario a suo carico avrebbe chiesto è ottenuto il ministero dell’Interno. D’altra parte anche Piantedosi è un ottimo ministro dell’Interno. Allo stato attuale non credo che Salvini al Viminale sia all’ordine del giorno”.
Se la presidente del Consiglio però nega che ci possano essere cambiamenti nello schema di governo per sua iniziativa, per la prima volta non ha escluso che qualcosa potrebbe succedere se la ministra del Turismo Daniela Santanché fosse rinviata a giudizio in uno dei due procedimenti sul caso Visibilia. “Vediamo“, ha detto senza negare l’ipotesi di dimissioni. “Non sono la persona che giudica queste cose prima che accadono, vediamo cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente con il ministro Santanchè”. A chiedere il passo indietro della ministra sono già state, nei mesi scorsi, le opposizioni: da Pd a Movimento 5 stelle. A settembre lei si era già difesa negando di essere pronta a farsi da parte: “Non mi pare di avere un processo o una condanna”, ha detto. “Poi se voi ritenete che un avviso di garanzia debba portare alle dimissioni da ministro, è una opinione vostra. Ho fiducia nella magistratura e non ho partecipato a processi mediatici” ma “come è giusto che sia sono sempre stata presente nelle sedi opportune, ho spiegato in Parlamento”.
Oggi Meloni smentisce che si stia lavorando a un rimpasto, ma nelle ultime settimane è stato uno dei temi che ha agitato i rapporti dentro la maggioranza. Salvini ha lasciato intendere che, dopo l’assoluzione, sarebbe ben felice di tornare al Viminale. Il 28 dicembre scorso, il leghista paragonò le ricostruzioni che volevano Meloni contraria al suo spostamento “al calciomercato del Milan, hanno la stessa attendibilità”, disse. Ma “sicuramente avere occupato il ministero dell’Interno con risultati postivi è qualcosa che ricordo con estrema gioia ed estremo orgoglio”. Ancora prima, il 22 dicembre, era stato più chiaro: “Se qualcuno in passato poteva dire ‘Salvini non può andare agli Interni perché c’è un processo in corso sulla sua condotta da ministro’, adesso questo alibi non c’è più”. E ancora: “In questo momento sto bene dove sto. Poi parlerò con Giorgia e con Matteo Piantedosi, questo governo è una squadra di amici e quindi vedremo”. Chi ha sempre mostrato chiusura sul tema è Fdi. Solo pochi giorni fa il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha detto: “Squadra che vince non si cambia. Il rimpasto non è all’ordine del giorno”. A fine anno, anche Piantedosi era intervenuto nel merito: “E’ una discussione che non mi coinvolge e alla quale non partecipo”, ha detto intervistato da la Stampa. “Mi è stato affidato il compito di guidare da ministro l’istituzione a cui ho dedicato tutta la mia vita, senza che abbia mai chiesto di farlo. E fino a quando mi sarà richiesto mi interessa solo far bene il mio lavoro”.