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“Nel 2025 incontreremo gli alieni durante un evento sportivo, una guerra devasterà l’Europa, ma non solo”: per la prima volta Baba Vanga e Nostradamus concordano. Ecco cosa ci aspetta

Secondo il Mirror (si vabbè è il Mirror) i due celebri indovini hanno ipotizzato le stesse sciagure per il 2025

di F. Q.
“Nel 2025 incontreremo gli alieni durante un evento sportivo, una guerra devasterà l’Europa, ma non solo”: per la prima volta Baba Vanga e Nostradamus concordano. Ecco cosa ci aspetta

Baba Vanga e Nostradamus che tandem!. Secondo il Mirror (si vabbè è il Mirror) i due celebri indovini hanno ipotizzato le stesse sciagure per il 2025. Ora, come scriviamo da diversi anni, è divertente inseguire ogni due per tre le cosiddette previsioni “1 gennaio-31 dicembre” tutto incluso di due star della palla di vetro che non hanno sostanzialmente mai lasciato ai posteri alcuna “previsione”. Va bene che lo facciano i tabloid, ma a questo giro la coppia che scoppia è stata rilanciata da quotidiani online asiatici e perfino da un paio di nostrani.

Insomma, cosa avrebbero previsto di identico i due veggenti per tutte le stagioni, vissuti più o meno a 500 anni di distanza? Allora che nel 2025 ci sarà una guerra che devasterà l’Europa, che la Russia dominerà il mondo e che incontreremo gli alieni. Gli esperti che curano queste deliziose news aggiungono che a quest’ultimo dettaglio degli alieni Nostradamus avrebbe specificato che sarà durante un evento sportivo (di immaginazione al nostro nel cinquecento, sempre sia realmente esistito, ce ne voleva pr immaginare uno stadio). Insomma carte e documenti spulciati per bene? Tutto verificato? Tutto al millimetro? No, per nulla. Tutto inventato.

Perché la bulgara, non vedente, defunta Baba Vanga – è la settima volta che lo scriviamo negli ultimi tre anni – non ha mai lasciato testi scritti, documenti autografi, registrazioni audio o video. Quello che le viene messo in bocca è frutto di un passaparola arbitrario, incontrollato, farlocco, reinventato di volta in volta. Passiamo a Nostradamus e alle cosiddette Profezie, volume pubblicato (si presume) per la prima volta nel 1555, e contenente 947 quartine sul futuro del pianeta terra. Le Profezie è un insieme di versi pomposi e vaghi, in un francese talvolta arcaico e zoppicante, con riferimenti simbolici (ad esempio “la grande poche” viene tradotta dagli esegeti ufficiali come la Borsa quindi la “grande finanza internazionale”) e antichi, figli del tempo in cui sono stati scritti, che vengono continuamente reinterpretati ad uso e consumo di chi li vuole banalmente sfruttare per attirare attenzione su di sé. Insomma, a seconda del traduttore Nostradamus avrebbe voluto dire questo, secondo un altro traduttore alluderebbe a qualcos’altro. Nell’attesa quindi di una versione univoca, campa cavallo, altra fuffa e altra fake.

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