“Non pensate di mangiare con convenzioni da mensa aziendale”, un messaggio che ha il sapore dell’avvertimento. Arrivato alle case discografiche dai ristoratori di Sanremo a un mese dal debutto della 75° edizione del Festival della Canzone. Milioni di italiani dal salotto di casa, come ogni anno, seguiranno la kermesse condotta da Carlo Conti ma in Riviera sbarcheranno artisti, addetti ai lavori e curiosi. Tradotto: migliaia di persone.
Oggetto del contendere proprio le convenzioni stipulate tra ristoratori e case discografiche per pranzi e cene del periodo festivaliero. Come riporta Repubblica nel mirino ci sarebbero le tariffe a buon mercato, secondo i titolari dei ristoranti che chiedono ritocchi. Non una contrarietà alle convenzioni e agli sconti ma vogliono evitare menù a 15-20 euro per un primo e un secondo.
Durante l’incontro nella sede di Confcommercio hanno ribadito la loro posizione per mantenere elevati standard di qualità del servizio e della proposta gastronomica, con l’obiettivo di salvaguardare l’immagine della città: “I partecipanti hanno sottolineato l’importanza di offrire un’esperienza di livello agli ospiti presenti in occasione del Festival – ha affermato il presidente di Confcommercio Sanremo, Andrea Di Baldassare – affinché la città possa continuare a essere un punto di riferimento per il turismo e la ristorazione, soprattutto in occasione di un evento mediatico di così grande rilevanza”.
I ristoratori, dunque, alzano la voce. E la questione riguarda soprattutto le case discografiche perché in passato era capitato che qualche titolare accettasse convenzioni a prezzi stracciati, magari in cambio dello staff di un cantante, per semplici motivi di marketing. “Non vogliamo rischiare che la qualità scenda e con essa anche l’immagine di Sanremo”, ha ribadito Di Baldassare.