Due recenti notizie, con ben poco riscontro sui media, sono viceversa a mio avviso di grande rilievo.
Il 4 dicembre è stato pubblicato il rapporto “After Action Review of the COVID-19 Pandemic: The Lessons Learned and a Path Forward”, l’analisi ufficiale più approfondita sulla pandemia di Covid-19 ad oggi condotta. Si tratta di una corposa relazione frutto di oltre due anni di lavoro di una sub-Commissione del Congresso degli Stati Uniti per fare luce sulla gestione di Covid-19: dall’origine del virus all’utilizzo dei vaccini mRNA, dall’utilità delle mascherine e dei lockdown, al ruolo svolto dai media e dall’Oms.
Il quadro che ne esce è tragico ed impietoso perché svela l’enorme corruzione che ha caratterizzato l’intera vicenda, l’assenza di qualunque base scientifica per le politiche adottate, la capillare manipolazione dell’informazione nonché il ruolo fallimentare dell’Oms. Si conferma che la pandemia ha avuto molto probabilmente origine da una fuga del virus dal laboratorio biotecnologico di Wuhan: non si sarebbe quindi trattato di una zoonosi (come affermato in un articolo su Nature di recente ritrattato), ma di un virus “ingegnerizzato” e sfuggito nel corso dei pericolosi esperimenti sul “guadagno di funzione”, volti a rendere più patogeni agenti batterici o virali e ivi condotti.
Già nel febbraio 2022 un lavoro scientifico – passato sotto silenzio – ipotizzava che il virus Sars CoV 2 non avesse una origine naturale, ma fosse stato ingegnerizzato. Nel genoma di Sars CoV2 è infatti presente una sequenza che brevettata da Moderna negli Usa il 4 febbraio 2016 (SEQ ID11652, numero di brevetto: US-9587003), al fine della ricerca contro il cancro. Una analisi biostatistica stimava che la probabilità che una sequenza di 19 nucleotidi allineati potesse comparire casualmente in un genoma virale di 30,000 nucleotidi (come quello del SARS-CoV-2) fosse di 1 su 321 miliardi, quindi altamente improbabile, se non del tutto impossibile, notizia riportato in un articolo divulgativo già nel settembre 2022.
È doveroso specificare che un successivo lavoro ha stimato che la probabilità non sarebbe di 1 su 321 miliardi, ma di 1 su 270, ma, comunque sia, l’origine zoonotica non sarebbe certo la più probabile. L’aggiunta della sequenza aumenta la pericolosità del virus, in quanto aumenta l’infettività, la trasmissione e soprattutto la gravità della malattia nell’uomo. Caratteristiche tutte che chiamano in causa le discusse ricerche sul “guadagno di funzione” condotte proprio nel laboratorio di Wuhan.
Dal report emerge come il laboratorio, finanziato anche dagli Stati Uniti, fosse malamente gestito e tale da rappresentare un pericolo per la salute pubblica e la sicurezza nazionale. Tant’è che il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) degli Stati Uniti ha sospeso tutti i finanziamenti a EcoHealth, l’ente preposto a questo tipo di ricerche ed aperto un’indagine giudiziaria sulle sue attività.
Il 29 dicembre poi è comparso un lavoro condotto all’interno di un laboratorio della Food and Drug Administration (FDA) presso il White Oak Campus nel Maryland che ha confermato la contaminazione nel vaccino mRNA Pfizer-Biontech anti Covid-19 Pfizer di frammenti di dna a livelli che superano i limiti di sicurezza normativi da 6 a 470 volte. La presnza di frammenti di dna è estremamente pericolosa perché tali frammenti possono integrarsi nel genoma umano aumentando il rischio di trasformazione neoplastica. Questo lavoro è stato definito “la pistola fumante” da Nikolai Petrovsky, professore di immunologia in Australia perché l’indagine – anche se condotta da studenti sotto supervisione di un professore – è stata portata avanti in un laboratorio ufficiale e nessuno potrà più negare questo tipo di contaminazione.
Non è mai troppo tardi perché la verità emerga e mi hanno molto colpito le parole pronunciate da Brad Wenstrup, presidente della Commissione Usa, nel corso della presentazione del Rapporto al Congresso: “La pandemia di Covid-19 ha evidenziato una sfiducia nella leadership. La fiducia si guadagna. La responsabilità, la trasparenza, l’onestà e l’integrità riconquisteranno questa fiducia…”
Credo che anche in Italia ci sia grande bisogno di verità e trasparenza perché la perdita di fiducia nella classe politica e nelle istituzioni sanitarie è ormai un dato di fatto e forse il retaggio più pesante che Covid-19 ha lasciato.
Auspico che la Commissione Covid, istituita con grandi difficoltà, ma finalmente al lavoro anche in Italia, possa dimostrare altrettanto coraggio e determinazione quale quello mostrato dall’analoga statunitense. Se non vogliamo che la frattura fra medici e cittadini divenga insanabile è giunto indubbiamente il momento di aprire un confronto libero, trasparente, basato su prove e in assenza di conflitti all’interno della categoria medica.
Gli Ordini dei Medici per primi dovrebbero mostrarsi finalmente coerenti col giuramento di Ippocrate e il codice deontologico; dubito tuttavia fortemente che ciò possa accadere, a meno che non si ristabilisca una nuova “alleanza” fra medici e cittadini, quale il patto proposto dalla Carta di Siena, perché è diritto dei cittadini essere curati secondo “scienza e coscienza” e dovere dei medici farlo.