Scuola

Albo pedagogisti ed educatori, l’appello: “Da mesi aspettiamo i decreti attuatitivi, così la riforma è incompiuta”

L’Associazione nazionale dei pedagogisti (Anpe) insieme all’Associazione professioni pedagogiche (App), al Coordinamento nazionale pedagogisti ed educatori (Conped) e alla Federazione pedagogisti ed educatori (Federped) hanno inviato una missiva a palazzo Chigi, ma anche al Quirinale per sbloccare la situazione

“Da otto mesi attendiamo i decreti attuativi per rendere operativa la legge che istituisce i nostri ordini professionali, ma è tutto fermo. Ci appelliamo al governo perché questo ritardo sta creando profonde difficoltà per migliaia di professionisti, oltre a compromettere la qualità e la stabilità dei servizi territoriali in ambiti cruciali come l’educazione, l’inclusione e […]

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“Da otto mesi attendiamo i decreti attuativi per rendere operativa la legge che istituisce i nostri ordini professionali, ma è tutto fermo. Ci appelliamo al governo perché questo ritardo sta creando profonde difficoltà per migliaia di professionisti, oltre a compromettere la qualità e la stabilità dei servizi territoriali in ambiti cruciali come l’educazione, l’inclusione e il sostegno allo sviluppo delle persone”. A fare un appello alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sono l’Associazione nazionale dei pedagogisti (Anpe) insieme all’Associazione professioni pedagogiche (App), al Coordinamento nazionale pedagogisti ed educatori (Conped) e alla Federazione pedagogisti ed educatori (Federped) che nei giorni scorsi hanno inviato una missiva a palazzo Chigi, ma anche al Quirinale per sbloccare la situazione.

In attesa dei decreti attuativi che serviranno a delineare i poteri e le caratteristiche degli ordini i tribunali stanno gestendo le richieste al fine di pubblicare le liste. A rallentare l’iter oltre ai mancati passaggi ministeriali – secondo quanto ci racconta la presidente dell’Anpe, Maria Angela Grassi, sono i tribunali che hanno il compito di redigere gli elenchi delle richieste di iscrizione accettate per poi poter avviare le elezioni degli ordini regionali. La mancanza di personale in questi uffici ha reso tutto più difficile.

Da questo vicolo cieco vogliono uscire, tuttavia, i pedagogisti che hanno voluto la legge 55 del 15 aprile 2024 che introduce “Disposizioni in materia di ordinamento delle professioni pedagogiche ed educative e istituzione dei relativi albi professionali”. Grassi ci spiega così il caso: “Senza azioni concrete si rischia di restare con una riforma incompiuta. Il ritardo nell’attuazione sta creando un vuoto normativo che penalizza non solo i professionisti del settore, ma anche gli utenti e l’intero sistema educativo e sociale del Paese. La situazione di stallo sta generando incertezza e disagio tra gli operatori che continuano a operare senza un quadro normativo chiaro e senza il necessario riconoscimento professionale”.

Nella lettera inviata al governo viene chiesto di garantire un confronto attivo per definire modalità e tempi certi di implementazione e di assicurare trasparenza e tempestività nelle comunicazioni riguardanti i passi successivi all’approvazione della normativa. Ora la palla passa al ministero della Giustizia che a luglio aveva tra l’altro prorogato la scadenza del sei agosto proprio su richiesta degli interessati.

A Milano, ad esempio, lo scorso novembre la commissaria Marianna Galioto ha comunicato che solo il 28 febbraio 2025 sarà data “una prima previsione sui tempi di pubblicazione dell’elenco degli iscritti agli albi dei pedagogisti e degli educatori socio pedagogici”. Grassi non ne vuol sapere di attendere a lungo e con gli altri vertici delle associazioni interessate è pronta a far pressione perché la situazione esca da questo impasse che ha disorientato anche le strutture che offrono occupazione a questa categoria.