Ennesima flessione dei consumi italiane, lo scorso novembre. L’Istat segnala come le vendite al dettaglio siano scese in un mese, sia in valore (-0,4%), sia in quantità (- 0,6%). Rispetto allo stesso mese del 2023 si è comprato lo 0,2% in meno ma l’inflazione ha fatto sì che la spesa crescesse dell’1,1%.

In novembre sono diminuiti sia gli acquisti di alimentari sia quelli di altri tipi di prodotto. Rispetto all’anno prima il calo, in valore, più marcato riguarda telefonia e informatica (- 2,8%), seguito da quelli di calzature (- 2,7%), libri e giornali (- 1,6%), farmaceutica (- 0,9%), mobili, articoli tessili e abbigliamento (- 0,6%). Gli incrementi più forti sono invece quelle di profumi e prodotti per la cura della persona (+ 4,1%), abbigliamento (+ 1,9%) ed elettrodomestici (+ 0,5%).

Si è comprato di più negli ipermercati (+ 4,5% in valore, quindi con dato maggiorato dall’inflazione, su base annua), nei supermercati (+ 3,9%) e discount (+ 4,4%). Viceversa sono in discesa gli incassi dei piccoli negozi (- 0,9%).

“I numeri dell’Istat confermano i tagli alla spesa operati dalle famiglie nel corso del 2024″, afferma Assoutenti, che chiede al governo di intervenire in fretta per affrontare il nodo prezzi. “Sollecitiamo ancora una volta il governo ad intervenire, anche tramite Mister Prezzi, adottando misure tese ad accelerare la discesa dei prezzi al dettaglio, combattere le speculazioni e tutelare il potere d’acquisto delle famiglie, in modo da far ripartire i consumi e sostenere commercio ed economia”.

“L’Istat conferma l’autunno freddo del commercio, che non viene ‘scaldato’ nemmeno dal Black Friday. Tra coda lunga dell’inflazione e l’incertezza, le famiglie continuano a rimanere prudenti”, si legge in una nota dell’ufficio economico Confesercenti.

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