Thompson definitivamente sul viale del tramonto?
Non è più ormai da tempo il giocatore eccezionale visto ai Warriors negli anni migliori. Quel giocatore che ne mise 37 in un quarto o 60 punti in 29 minuti di partita. Quello era, cotto e mangiato, uno dei migliori tiratori della storia del gioco. Era un compendio di tecnica di tiro, pulizia nei movimenti, velocità di rilascio, posizione dei piedi sempre impeccabile. Poi gli infortuni, poi la perdita di fiducia, poi la cessione ai Dallas Mavericks. Dove Klay Thompson, ormai, è un giocatore “normale”. Non un cattivo giocatore, intendiamoci, avercene. Ma bisogna rassegnarsi: la “torcia umana” che accanto a Steph Curry aveva messo a ferro e fuoco la lega nella seconda decade del 2000 non esiste più. Ci fossero ancora dei dubbi dopo i suoi ultimi anni nella Bay Area. Il Thompson di Dallas è un comprimario di lusso, un pezzo secondario di un puzzle. Mai stato un mago palla in mano, l’ex Golden State fatica molto ad attaccare il ferro, è poco efficiente dalla media distanza, è discontinuo tra una gara e l’altra. Ha partite buone e partite in cui sembra davvero fuori dal gioco. Come stanotte, nella vittoria contro Portland, in cui Thompson ha messo a segno solo 3 punti in 22 minuti con 0 su 4 da tre. Sta segnando 13,8 punti di media (cifra migliore solo rispetto alla stagione da rookie) e tira dall’arco con il 38,1% (percentuale peggiore in carriera). Quando torneranno Doncic e Irving dagli infortuni continuerà a essere prezioso nelle situazioni di catch-and-shoot (prendi e tira). Ma questo sembra il massimo auspicabile a questo punto.

Nikola Jokic è il miglior da tre!
Non basta a Jokic essere il miglior realizzatore della Nba (31,5 punti di media). Non gli basta neanche essere secondo nella classifica degli assist (9,7), dopo una point-guard come Trae Young di Atlanta. Adesso, la stella dei Denver Nuggets è anche il miglior tiratore da tre punti della lega, con una percentuale monstre (47,3%). E, intendiamoci, monstre non solo perché è un centro. Anche Steph Curry, considerato il più grande tiratore della storia, nel suo anno migliore si “fermò” al 45,5% (certo, con ben altri volumi…). Starà lì in cima fino a fine stagione? Ha poca importanza. È già fantascienza così. È un 2.13, Jokic. Infiocchettate, poi, il tutto con un feeling per il gioco degno di playmaker “immaginatori” come John Stockton e Magic Johnson. Con la capacità di vedere e prevedere tutto ciò che succede in campo. Otterrete il profilo del prossimo MVP della stagione? Forse sì, ma non basta. Otterrete il profilo di un giocatore che verrà posizionato nell’olimpo dei grandi. Con Bill Russell, con Wilt Chamberlain, con David Robinson. Nessuna discussione.

Evan Mobley ha fatto il salto
Forse in campo non è proprio elegantissimo da vedere. Poco importa. Anche Karl Malone non era l’emblema della grazia e della plasticità. Per il resto, Evan Mobley può essere considerato il capolavoro di coach Atkinson. L’ex allenatore dei Nets, in questa stagione, ha scientemente deciso di far passare di più la palla dalle mani di Mobley, come una sorta di hub offensivo. Gli ha fatto fare un salto enorme in termini assoluti. E i Cleveland Cavs volano. In difesa, Mobley era già un padreterno fin dall’anno di esordio (terza scelta del 2021). Gran rapidità di piedi, abilità nel capire le rotazioni, verticalità. In aiuto, è in grado di stoppare da fermo pure una gru col montacarichi. L’ex promessa di USC è diventato un giocatore tremendamente efficace in attacco. Questa la differenza. Ala-forte longilinea, in transizione è un vero e proprio velociraptor. Blocca e taglia sui pick-and-roll alti con estrema fluidità. Molto bravo a ricevere gli scarichi sotto canestro e trovare il ferro con schiacciate a due mani molto potenti, non importa se direttamente in faccia ai lunghi di turno. Se imbeccato su un taglio o su uno short-roll, il giocatore dei Cavs sa controllare la situazione e scaricare sul perimetro al tiratore con grande padronanza e controllo del corpo. In più, è migliorato in modo spaventoso nel tiro da fuori. Colpisce dall’arco con oltre il 41% e produce ben 19 punti a partita. Davvero solido. Non si può dire che si muova spalle a canestro come Gary Payton o Vlade Divac. Tuttavia, se prende posizione e riesce a girarsi verso il centro area, tira un semigancio che sta iniziando a diventare interessante. Se migliora il trattamento della sfera e mette su qualche altro chiletto di muscoli, sentirete ancora a lungo parlare di lui. Sarà il giocatore più migliorato della stagione (MIP)? Se per questo, sarà anche un All-Star.

That’s all Folks!
Alla prossima settimana.

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