A quattordici anni dall’ultimo album di inediti, Rettore torna con “Antidiva Putiferio” sempre sull’onda della sua anima libera e anticonformista, a suon di dance ed elettronica. Nel disco, che si compone di 12 tracce, ci sono anche diversi colleghi come Beatrice Quinta in “Thelma & Louise”, naturalmente non poteva mancare “Chimica” con Ditonellapiaga presentato al Festival di Sanremo nel 2022 e “Faccio da me” con Tancredi, ci sono anche alcuni brani inediti con La Sad in “Beepolare” e “Disco Prosecco” con BigMama, oltre la cover di “Ventilatore” di e con Marta Tenaglia. L’artista si è raccontata a FqMagazine.
“Sempre socialmente social figa. Sono socialmente Antidiva”. In cosa è antidiva?
Io non sono diva, ma al massimo qualche volta posso essere stronza. Dva non credo che ci riuscirò mai e cosa non apprezzo le dive dei social che pensano troppo i soldi e vivono solo di post. Non è il mio caso, non mi sento di condividere questo modo di vivere, di fare spettacolo
Pensi che le influencer abbiano stufato?
Sincerità per sincerità, io questa cosa non l’ho mai approfondita perché forse perché sono boomer, totalmente boomer. Io ho continuato per la mia strada, il mio cammino… Essere influencer, pensare ai follower mi sembra una cosa così vaga, così virtuale, appunto… Tutta roba che non è reale. Io sono una popolana e quando vado a fare la spesa, compro verdure, pomodori, cetrioli, cavolfiori, voglio vederli e toccarli. Non mi piacciono le cose che non sono tangibili.
Perché Rettore “odia tutti”?
Perché l ‘amore va sempre a braccetto con l’odio, con la vita e con la morte, perché Rettore in effetti ama tutti. “I care”, gli inglesi dicono “I care about everybody”. Nessuno mi passa indifferente perché ognuno ha la sua storia, in ognuno c’è un suo piccolo drama, ognuno ha qualcosa a dire e da raccontare. La cosa importante è che si sta perdendo il rispetto verso le persone.
Cosa odia in particolare modo in questo momento storico e social?
Allora, a livello personale, io odio il fatto che non si possa più avere un dialogo, fare una discussione senza che per forza poi sfoci in una lite verbale. Siamo diventati un po’ troppo violenti, un po’ troppo aggressivi.
Qual è la soluzione?
Cerchiamo di essere un po’ più mediatori, cerchiamo un compromesso per andare d ‘accordo, cerchiamo di venirci incontro perché non sempre dalle liti se ne esce illesi, poi abbiamo bisogno di andare dal dottore.
In “Malamocco” canti “Visto l’italico momento, ma stare zitta mi conviene Che qui nessuno mi vuol bene”. C’è meno libertà di parola? Da dove nasce questa paura?
Forse perché le persone, sull’onda di quello che ci sta accadendo intorno, si chiudono un pochino di più, non amano rischiare perché hanno paura di rimetterci. Quando però non rischi e qui uso un detto ‘chi non risica, non rosica’. È una santa verità. Se non ti butti non lo saprai mai come la tua vita potrebbe cambiare. Per cui io invito tutti quanti ad osare o osare di più, a provarci perché se ti non dici quello che senti arrivano la depressione e la repressione. Tirarsi indietro significa perdere tutti i giorni un ‘occasione, un suicidio quotidiano.
A proposito di libertà che impressione le ha fatto la cancellazione di Tony Effe dal Capodanno di Roma?
Beh, io sono una che guarda poi i risultati. Tony Effe ha fatto un concerto sold out comunque a Roma, per cui ha vinto lui. Le polemiche che ci sono state, le parole del sindaco non le ho seguite in particolare, ma io in ogni caso sono contro le censure. Casomai è la gente che deve scegliere.
Torni a “Ora o mai più”. Che aspettative hai sul nuovo cast?
È un bel format, è un format tosto, però una si naviga a vista. Non ho delle aspettative, si fa tutto nel momento. In questo momento mi sento agguerrita e ho voglia di farlo, sono entusiasta che la Rai abbia deciso di riproporlo perché è sembrato, in questi anni, che non si potesse più rifare. Nonostante il successo della seconda edizione. Lo faccio con grande impegno e forza.
Eviterai uno scontro come quello avvenuto con con Donatella Milani?
Come ho detto prima, ogni persona è unica, ogni format è unico e bisogna vedere il momento storico, l ‘ambiente… Per esempio la seconda stagione l’abbiamo fatta a Milano, questa si fa a Roma, il presentatore e conduttore era Amadeus, adesso c’è Marco Liorni, per cui prendo un altro tipo di onda, un altro tipo di stimolo. E comunque quello che ho fatto io è stato molto difficile perché non riuscivo a venire bene fuori. Invece penso che adesso certe cose le abbiano capite anche negli autori.