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Trump e Putin pronti a incontrarsi, il tycoon: “Vuole vedermi, stiamo organizzando”. Peskov: “Disponibili senza alcuna condizione”

Giovedì il Cremlino aveva rinnovato l'invito al tycoon per un bilaterale sulla guerra in Ucraina. Oggi la conferma da Mar-a-Lago

La disponibilità a un incontro manifestata dal Cremlino giovedì nei confronti di Trump sembra aver smosso qualcosa nei rapporti tra la Russia e la nuova amministrazione americana. Mentre il segretario generale della Nato, Mark Rutte, chiedeva un impegno ancora maggiore nella guerra al fianco dell’Ucraina e l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, […]

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La disponibilità a un incontro manifestata dal Cremlino giovedì nei confronti di Trump sembra aver smosso qualcosa nei rapporti tra la Russia e la nuova amministrazione americana. Mentre il segretario generale della Nato, Mark Rutte, chiedeva un impegno ancora maggiore nella guerra al fianco dell’Ucraina e l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue, Kaja Kallas, annunciava che l’Europa è pronta a sostenere il Paese di Volodymyr Zelensky “anche senza l’aiuto degli Stati Uniti“, da Mosca arrivavano segnali opposti, col portavoce della Presidenza, Dmitry Peskov, che rinnovava la disponibilità del leader di Mosca a un incontro con Trump. Così, nemmeno 24 ore dopo, è arrivata la conferma anche da Mar-a-Lago: un incontro tra i due è già in via di definizione.

L’aggiornamento di venerdì suggerisce che un bilaterale tra i leader delle due potenze mondiali rappresenta uno dei primi punti nell’agenda del tycoon dopo che si sarà insediato nuovamente nello Studio Ovale. Una speranza per chi invoca un cambio di rotta della Casa Bianca che possa favorire l’apertura di un tavolo di trattative, nonostante gli altri protagonisti del conflitto spingano invece in direzione opposta. Nel corso di un evento con i governatori repubblicani nella sua residenza, il neoeletto presidente Usa ha infatti detto che Putin “vuole incontrarmi” e “stiamo organizzando” un incontro. Non è sceso nei dettagli, ma ha aperto alla possibilità che un bilaterale si verifichi dopo il suo insediamento. “Il presidente Putin vuole vedermi. Lo ha detto anche pubblicamente e dobbiamo mettere fine a quella guerra che è un pasticcio sanguinoso”, ha aggiunto. Parole che hanno stimolato un’ulteriore apertura da Mosca, sempre con Peskov, che ha ribadito come Putin sia “aperto” a contatti con il futuro presidente e “non ci sono condizioni preliminari” per l’avvio di un dialogo.

Zelensky da Mattarella
Intanto, il presidente Zelensky, terminato il vertice di Ramstein, ha incontrato nella serata di giovedì Giorgia Meloni e venerdì il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in cerca di continuo sostegno per poter continuare a difendersi dall’avanzata russa. Il presidente ucraino ha ribadito il contenuto del colloquio avuto con la premier che ha assicurato sostegno indipendentemente dalle posizioni del nuovo presidente americano: “Mi fido di lei – ha confessato a Mattarella riferendosi a Meloni – È stato un incontro molto positivo. Ho un ottimo rapporto con il primo ministro. E la ringrazio per il supporto che sta dando all’Ucraina”.

Da parte sua, Mattarella ha confermato che l’intenzione dell’Italia è quella di non compiere alcun passo indietro nel supporto militare ed economico alla causa ucraina: “Sono lietissimo di accoglierla nuovamente al Palazzo del Quirinale, lei ieri ha visto la presidente del Consiglio e anche io le confermo la determinazione dell’Italia a mantenere pieno, inalterato e costante sostegno all’Ucraina contro l’aggressione della Federazione Russa – ha detto – Lo facciamo per l’amicizia che lega Ucraina e Italia, lo facciamo per il rispetto delle regole della comunità internazionale, contro la pretesa di imporre con le armi la volontà ad un altro Paese, ad un altro Stato. Lo facciamo per la sicurezza dell’intera Europa“.

Gli alleati che scelgono la guerra
In un clima di apparente distensione tra Washington e Mosca, è difficile capire la strategia degli altri alleati di Kiev. Se per l’Unione europea una spiegazione la si può ritrovare proprio nelle parole, seppur ottimistiche, di Kallas (“siamo in grado di sostenere l’Ucraina anche senza gli Stati Uniti”), lo stesso non vale per la Nato. Il segretario generale Rutte, nel corso del vertice, ha dichiarato che l’obiettivo del summit era “essere sicuri che l’Ucraina abbia ciò che le serve in termini di equipaggiamento e addestramento per prolungare la battaglia e prevalere. La Russia vuole naturalmente prendere l’Ucraina, ma in ballo non c’è solo l’Ucraina. Il mondo sta guardando e alla fine conterà molto, dato il contesto geopolitico, se Kiev avrà un buon accordo, quando deciderà di entrare nei negoziati, oppure no. Se l’Ucraina avrà un cattivo accordo sarà peggio, oltre alla Russia sono coinvolte la Cina, l’Iran e la Nord Corea e dobbiamo far sì che l’Ucraina sia nella miglior situazione possibile”. Parole che, stando almeno alle dichiarazioni pubbliche, sembrano non tenere conto delle posizioni della prossima amministrazione americana che, vale ricordarlo, è la più importante finanziatrice dell’Alleanza e la potenza militarmente più sviluppata.

Venerdì Kallas ha ribadito che quella diplomatica rimane un’opzione che non è sul tavolo al momento: “Questa guerra finirà non appena la Russia smetterà di bombardare i civili e le infrastrutture civili e ritirerà le sue truppe. Se si fa pressione su Putin, pressione politica ed economica, allora il risultato è positivo. È nell’interesse di tutti avere un accordo di pace, ma è ciò che la Russia non intende seguire. Lo abbiamo visto in passato, pensiamo a Minsk 1, Minsk 2, c’erano accordi ma non li hanno rispettati e abbiamo avuto più guerre. Quindi ciò che la Russia capisce è la forza“.

Zelensky punta molto sul fatto che, con l’incognita Trump, questo appoggio rimanga costante. Lo ha ribadito lui stesso in un’intervista a Rainews24: “Per noi è molto importante che la pace arrivi quest’anno, noi la vogliamo più di tutti perché stiamo perdendo più di tutti. Ma dobbiamo metterci d’accordo sulle garanzie di sicurezza sull’Ucraina e sull’Europa e che la Russia non torni ad aggredire l’Ucraina come già avvenuto. Putin ha già mentito in passato e ha lanciato una guerra su larga scala, a noi serve che gli Usa facciano pressione sulla Russia per le garanzie di sicurezza. Il sogno di Putin è annientarci del tutto, le garanzie devono assicurare il suo non ritorno. E va fermato altrimenti andrà avanti in altri Paesi europei, questo è il suo obiettivo, la totale influenza sul continente europeo”. A rassicurarlo è arrivato, in parte, l’ultimo post su X di Ursula von der Leyen: “L’Europa ha fornito quasi 134 miliardi di euro di sostegno all’Ucraina e altri ne arriveranno. Proprio come la coraggiosa resistenza ucraina, il nostro sostegno sarà costante”.