Più di 700 studenti e studentesse che vivono a Torino nelle residenze dell’ente regionale del diritto allo studio (Edisu) hanno dovuto lasciare le loro camere il 3 gennaio e potranno farvi ritorno solo dopo quasi un mese. Le loro stanze, infatti, ospiteranno gli atleti e gli staff che, da lunedì 13 al 26 gennaio, parteciperanno ai World University Games, cioè le Universiadi invernali, le “olimpiadi” degli atleti universitari. Oltre duemila sciatori, pattinatori e hockeisti arriveranno nel capoluogo piemontese. Per far loro posto, alcuni studenti hanno dovuto trovarsi delle sistemazioni alternative, da soli, di fronte a un rimborso minimo. Altri sono stati trasferiti in altre strutture, alcuni di loro lontani dalle aule universitarie. Allo stesso tempo, per 18 giorni due mense non saranno accessibili agli studenti, ma riservate alle delegazioni nazionali.
“Il 3 gennaio sono cominciati i traslochi dalle residenze Olimpia e Lingotto, in città, e Villa Claretta, a Grugliasco”, spiega Gerardo Castagno, iscritto al Politecnico e rappresentante degli studenti nel cda dell’Edisu per il collettivo Alter.Polis. Le tre residenze insieme hanno 818 posti letto, ma 84 posti non erano stati assegnati e quindi sono quasi 730 gli studenti che – in un periodo di esami – hanno dovuto trovare un alloggio diverso e modificare le loro abitudini. L’Unione degli universitari (Udu) aveva cercato di fermare gli “sfratti” inviando a dicembre una diffida legale: “L’Edisu ha deciso di ignorare la richiesta”, afferma Pasquale Cordo, coordinatore dell’Udu a Torino.
La questione era stata sollevata anche a livello politico in consiglio regionale, perché la competenza del diritto allo studio spetta alle regioni. Il 1° ottobre scorso, la capogruppo di Avs Alice Ravinale aveva chiesto all’assessora all’Istruzione Elena Chiorino, vicepresidente in quota Fratelli d’Italia, dove sarebbero stati ospitati gli studenti costretti a lasciare le loro camere nelle residenze. “Siamo consapevoli che ogni cambiamento possa creare incertezze, ma siamo al lavoro per trovare soluzioni pratiche ed efficaci, affinché la nostra Regione possa accogliere questo grande evento sportivo internazionale nel miglior modo possibile, senza trascurare le esigenze degli studenti e del territorio”, era stata la risposta della Chiorino.
A chi poteva trovare in maniera autonoma una sistemazione alternativa per il periodo dei Giochi, l’Edisu ha offerto un rimborso di 8,18 euro al giorno per 24 giorni: in pratica circa 200 euro. “Al di là del disagio creato agli studenti borsisti, peraltro in sessione di esame, è evidente che si sia lontani da una soluzione adeguata: soprattutto a Torino dove le residenze universitarie private hanno prezzi che talvolta superano i 700 euro mensili per stanza e il mercato degli alloggi privati risulta sempre più inaccessibile per studenti e studentesse”, aveva affermato Ravinale.
Dai dati ottenuti da ilfattoquotidiano.it, sono stati 230 gli universitari che hanno scelto di monetizzare e trovare da sé una sistemazione e 504 quelli ricollocati in altre strutture assegnate da Edisu. L’ente ha a disposizione 120 posti nelle foresterie e 100 posti letto “non assegnati per rinunce o mancate accettazioni”. Immaginando che non bastassero a coprire il fabbisogno, ha previsto una spesa di 120mila euro dopo aver opzionato “200 posti letto a 25 euro cadauno presso le residenze ‘Camplus Regio Parco’, ‘Camplus Bernini’, ‘Campus San Paolo’, ‘Open 011’”. Dagli atti dell’Edisu ci si accorge però come le previsioni fossero errate perché gli amministratori dell’ente stimavano “che su 598 utenti, 398 optino per la monetizzazione e i restanti 200 per l’assegnazione in una diversa residenza”, si legge in una deliberazione di settembre. I numeri si sono rivelati diversi.
L’Edisu – interpellato alla vigilia dell’inaugurazione delle Universiadi – fa sapere che alla fine sono stati 430 quelli che hanno optato per la seconda soluzione, cioè l’essere ricollocati in altre residenze. Di questi, 250 hanno trovato posto in altri collegi Edisu, tra foresterie e posti non assegnati coi bandi. I restanti 180 sono andati in residenza diverse, 70 nella residenza privata “Regio Parco” della Camplus. Gli altri 110 sono andati all’Open 011, una sorta di ostello (è la “casa della mobilità giovanile” del Comune di Torino) in periferia, a 4 chilometri dalle aule universitarie dell’Università e del Politecnico. La struttura non è dotata di cucine, ragione per cui gli ospiti non potranno preparare i loro pasti. Per questo l’Edisu “reputa necessario fare in modo che possano utilizzare gratuitamente a pranzo e a cena il servizio ristorativo della struttura”, con un’ulteriore spesa di 12.650 euro.
Si apre quindi il capitolo mense. Oltre alle residenze, infatti, anche due mense universitarie, come quella della residenza Olimpia, che si trova vicino al campus Einaudi dell’Università di Torino ed eroga circa mille pasti al giorno, saranno chiuse agli studenti e alle studentesse di Torino e riservate all’uso esclusivo di atleti e staff. La questione è emersa a dicembre. “Ci sarà un impatto sulle altre mense derivante da questa chiusura”, ha sottolineato Valentina Cera, consigliera Avs in un’interrogazione all’assessora. Dietro l’uso esclusivo, ha risposto Chiorino, ci sono necessità di sicurezza e riservatezza richieste dalla Federazione Internazionale Sport Universitari e “misure di prevenzione antiterrorismo e sicurezza pubblica, condivise dalle autorità competenti”. Quindi, come verrà superato il disagio degli studenti? Saranno “dirottati” su un’altra mensa più piccola, i cui orari saranno estesi, con un servizio navetta gratuito (che costa ad Edisu 7mila euro).
Nelle mense riservate agli atleti, intanto, il personale di “Elior Ristorazione spa” dovrà preparare pasti diversi, seguendo diete adatte agli sportivi, per un costo giornaliero di oltre 40 euro per ogni persona, comprensivo di colazione, pranzo, cena e merenda. Costo stimato: oltre 320mila euro, ridotti di 65mila euro perché Elior sarà tra gli sponsor delle competizioni. Questi e altri costi (pulizie delle camere, noleggio delle coperte, stoccaggio degli averi degli studenti e altro) saranno anticipati da Edisu e rimborsati in seguito dal Comitato organizzatore presieduto da Alessandro Sciretti, giovane politico della Lega che – fino a dicembre – guidava l’ente piemontese per il diritto allo studio.
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Torino, partono le Universiadi invernali: 730 studenti spostati dalle residenze per un mese per lasciare spazio agli atleti
A chi poteva trovare in maniera autonoma una sistemazione alternativa, l’Edisu ha offerto un rimborso di 8,18 euro al giorno per 24 giorni. In 504 ricollocati in altre strutture
Più di 700 studenti e studentesse che vivono a Torino nelle residenze dell’ente regionale del diritto allo studio (Edisu) hanno dovuto lasciare le loro camere il 3 gennaio e potranno farvi ritorno solo dopo quasi un mese. Le loro stanze, infatti, ospiteranno gli atleti e gli staff che, da lunedì 13 al 26 gennaio, parteciperanno ai World University Games, cioè le Universiadi invernali, le “olimpiadi” degli atleti universitari. Oltre duemila sciatori, pattinatori e hockeisti arriveranno nel capoluogo piemontese. Per far loro posto, alcuni studenti hanno dovuto trovarsi delle sistemazioni alternative, da soli, di fronte a un rimborso minimo. Altri sono stati trasferiti in altre strutture, alcuni di loro lontani dalle aule universitarie. Allo stesso tempo, per 18 giorni due mense non saranno accessibili agli studenti, ma riservate alle delegazioni nazionali.
“Il 3 gennaio sono cominciati i traslochi dalle residenze Olimpia e Lingotto, in città, e Villa Claretta, a Grugliasco”, spiega Gerardo Castagno, iscritto al Politecnico e rappresentante degli studenti nel cda dell’Edisu per il collettivo Alter.Polis. Le tre residenze insieme hanno 818 posti letto, ma 84 posti non erano stati assegnati e quindi sono quasi 730 gli studenti che – in un periodo di esami – hanno dovuto trovare un alloggio diverso e modificare le loro abitudini. L’Unione degli universitari (Udu) aveva cercato di fermare gli “sfratti” inviando a dicembre una diffida legale: “L’Edisu ha deciso di ignorare la richiesta”, afferma Pasquale Cordo, coordinatore dell’Udu a Torino.
La questione era stata sollevata anche a livello politico in consiglio regionale, perché la competenza del diritto allo studio spetta alle regioni. Il 1° ottobre scorso, la capogruppo di Avs Alice Ravinale aveva chiesto all’assessora all’Istruzione Elena Chiorino, vicepresidente in quota Fratelli d’Italia, dove sarebbero stati ospitati gli studenti costretti a lasciare le loro camere nelle residenze. “Siamo consapevoli che ogni cambiamento possa creare incertezze, ma siamo al lavoro per trovare soluzioni pratiche ed efficaci, affinché la nostra Regione possa accogliere questo grande evento sportivo internazionale nel miglior modo possibile, senza trascurare le esigenze degli studenti e del territorio”, era stata la risposta della Chiorino.
A chi poteva trovare in maniera autonoma una sistemazione alternativa per il periodo dei Giochi, l’Edisu ha offerto un rimborso di 8,18 euro al giorno per 24 giorni: in pratica circa 200 euro. “Al di là del disagio creato agli studenti borsisti, peraltro in sessione di esame, è evidente che si sia lontani da una soluzione adeguata: soprattutto a Torino dove le residenze universitarie private hanno prezzi che talvolta superano i 700 euro mensili per stanza e il mercato degli alloggi privati risulta sempre più inaccessibile per studenti e studentesse”, aveva affermato Ravinale.
Dai dati ottenuti da ilfattoquotidiano.it, sono stati 230 gli universitari che hanno scelto di monetizzare e trovare da sé una sistemazione e 504 quelli ricollocati in altre strutture assegnate da Edisu. L’ente ha a disposizione 120 posti nelle foresterie e 100 posti letto “non assegnati per rinunce o mancate accettazioni”. Immaginando che non bastassero a coprire il fabbisogno, ha previsto una spesa di 120mila euro dopo aver opzionato “200 posti letto a 25 euro cadauno presso le residenze ‘Camplus Regio Parco’, ‘Camplus Bernini’, ‘Campus San Paolo’, ‘Open 011’”. Dagli atti dell’Edisu ci si accorge però come le previsioni fossero errate perché gli amministratori dell’ente stimavano “che su 598 utenti, 398 optino per la monetizzazione e i restanti 200 per l’assegnazione in una diversa residenza”, si legge in una deliberazione di settembre. I numeri si sono rivelati diversi.
L’Edisu – interpellato alla vigilia dell’inaugurazione delle Universiadi – fa sapere che alla fine sono stati 430 quelli che hanno optato per la seconda soluzione, cioè l’essere ricollocati in altre residenze. Di questi, 250 hanno trovato posto in altri collegi Edisu, tra foresterie e posti non assegnati coi bandi. I restanti 180 sono andati in residenza diverse, 70 nella residenza privata “Regio Parco” della Camplus. Gli altri 110 sono andati all’Open 011, una sorta di ostello (è la “casa della mobilità giovanile” del Comune di Torino) in periferia, a 4 chilometri dalle aule universitarie dell’Università e del Politecnico. La struttura non è dotata di cucine, ragione per cui gli ospiti non potranno preparare i loro pasti. Per questo l’Edisu “reputa necessario fare in modo che possano utilizzare gratuitamente a pranzo e a cena il servizio ristorativo della struttura”, con un’ulteriore spesa di 12.650 euro.
Si apre quindi il capitolo mense. Oltre alle residenze, infatti, anche due mense universitarie, come quella della residenza Olimpia, che si trova vicino al campus Einaudi dell’Università di Torino ed eroga circa mille pasti al giorno, saranno chiuse agli studenti e alle studentesse di Torino e riservate all’uso esclusivo di atleti e staff. La questione è emersa a dicembre. “Ci sarà un impatto sulle altre mense derivante da questa chiusura”, ha sottolineato Valentina Cera, consigliera Avs in un’interrogazione all’assessora. Dietro l’uso esclusivo, ha risposto Chiorino, ci sono necessità di sicurezza e riservatezza richieste dalla Federazione Internazionale Sport Universitari e “misure di prevenzione antiterrorismo e sicurezza pubblica, condivise dalle autorità competenti”. Quindi, come verrà superato il disagio degli studenti? Saranno “dirottati” su un’altra mensa più piccola, i cui orari saranno estesi, con un servizio navetta gratuito (che costa ad Edisu 7mila euro).
Nelle mense riservate agli atleti, intanto, il personale di “Elior Ristorazione spa” dovrà preparare pasti diversi, seguendo diete adatte agli sportivi, per un costo giornaliero di oltre 40 euro per ogni persona, comprensivo di colazione, pranzo, cena e merenda. Costo stimato: oltre 320mila euro, ridotti di 65mila euro perché Elior sarà tra gli sponsor delle competizioni. Questi e altri costi (pulizie delle camere, noleggio delle coperte, stoccaggio degli averi degli studenti e altro) saranno anticipati da Edisu e rimborsati in seguito dal Comitato organizzatore presieduto da Alessandro Sciretti, giovane politico della Lega che – fino a dicembre – guidava l’ente piemontese per il diritto allo studio.
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Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Il Jobs Act è una legge che ha creato oltre un milione di posti di lavoro, più della metà a tempo indeterminato, e che ha introdotto tutele fondamentali come l’eliminazione delle dimissioni in bianco. La decisione della Corte Costituzionale che dà il via al referendum relativo al Jobs Act ci trova quindi pronti: spiegheremo ai cittadini quanto sarebbe sbagliato cancellare queste conquiste che creano posti di lavoro, sviluppo e tutele". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.
"Quanto al referendum sull’autonomia, accettiamo il verdetto della Consulta che dopo la precedente pronuncia sulla legge Calderoli appariva pressoché scontata. Ogni modifica sull’autonomia differenziata passerà dal Parlamento, e lì ci faremo trovare pronti e determinati".
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "Le mie più sentite congratulazioni al presidente Trump per l’inizio del suo secondo mandato. Il popolo americano ha fatto una scelta chiara, che riflette l’impegno per la crescita economica, la sicurezza e la sovranità nazionale”. Lo scrive su X il Co-Presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo, Nicola Procaccini dí Fratelli d’Italia.
“Noi dell'Ecr condividiamo molte delle priorità delineate dal presidente Trump: contrastare l'immigrazione clandestina, garantire comunità più sicure, tagliare le tasse e la burocrazia e ripristinare la competitività economica. Queste non sono solo priorità americane, ma anche europee”.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Sardegna, con il nostro ricorso accolto dalla Corte lo scorso novembre, ha difeso la sua specialità e contrastato una legge iniqua. Una legge che la Corte stessa, ascoltando le preoccupazioni delle Regioni promotrici, ha già demolito e svuotato perché ci toglieva risorse e ci condannava a restare indietro. Se il capogruppo della Lega Veneta ha dichiarato recentemente che il Veneto vale più della Sardegna, per farci capire cosa si intende per differenziata, noi invece continueremo a difendere con le unghie e con i denti le risorse e le opportunità che le spettano”. Così la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - “Sul referendum sulla cittadinanza daremo battaglia nel nome dell’estensione dei diritti e per superare una legislazione particolarmente arretrata. Si tratta di un referendum promosso da un vasto arco di soggetti, tra cui numerose associazioni dei nuovi cittadini, persone a cui per troppo tempo è stata tolta la voce. Lotteremo al loro fianco”. Così in una nota Pierfrancesco Majorino della segreteria del Partito Democratico, responsabile Immigrazione.
Washington, 20 gen (Adnkronos) - Non è stato un blitz come quello di Mar a lago, rivelatosi determinante per la liberazione di Cecilia Sala, ma una intera giornata quella che Giorgia Meloni ha dedicato, per la seconda volta in un mese, a Donald Trump. La premier non è voluta mancare all'inauguration day del presidente americano, sottolineando quanto sia importante "dare una testimonianza della volontà di continuare e rafforzare" la relazione Italia-Usa.
E questa "testimonianza" la premier l'ha data plasticamente già di primo mattino, quando insieme alla famiglia Trump, a quella del vice presidente Vance e pochi altri, ha preso parte alla messa di 'benedizione' del neo commander in chief alla chiesa episcopale di st John, proprio di fronte alla Casa Bianca. Poi il trasferimento alla Rotonda del Campidoglio, a Capitol hill, per il giuramento spostato al chiuso a causa dell'ondata di gelo che ha stretto Washington. Con lei, oltre ai diplomatici, la fida Patrizia Scurti in delegazione.
Meloni siede sotto lo sguardo della statua di Abramo Lincoln, nei posti riservati ai capi di Stato e di governo invitati da Trump. Una sparuta elite che comprende la presidente del Consiglio (unica leader Ue) e, tra i pochi altri, il presidente argentino Javier Milei, con cui Meloni chiacchiera a lungo inquadrati più volte dalle telecamere di Fox news, che non ha perso una battuta della giornata-evento.
(Adnkronos) - A pochi passi, i 'big tech Ceo' che Trump ha voluto come ospiti vip della cerimonia e che l'hanno sostenuto nel suo cammino di ritorno alla sala ovale: Tim Cook, Jeff Bezos, Sandor Picahi, Sam Altman, Mark Zuckenberg e ovviamente Elon Musk. Sui social, è il capo delegazione di FdI-Ecr all'Europarlamento Carlo Fidanza, a Washington con un piccola pattuglia di parlamentari italiani ospiti dei Repubblicani Usa, a dare il senso politico della 'foto di Capitol hill' della Meloni: "La nostra presidente è ormai riconosciuta da tutti come l’interlocutrice privilegiata di Trump in Europa".
Nella sua valutazione del Trump day, Meloni al mattino è più ecumenica: "Penso sia molto, molto importante per una nazione come l’Italia che ha rapporti estremamente solidi con gli Stati Uniti dare una testimonianza della volontà di continuare e se mai rafforzare quella relazione in un tempo nel quale le sfide sono globali e interconnesse", spiega prima di lasciare l'albergo.
Più tardi su X augura buon lavoro a Trump e assicura: "Sono certa che l’amicizia tra le nostre Nazioni e i valori che ci uniscono continueranno a rafforzare la collaborazione tra Italia e Usa", per poi sottolineare: "L’Italia sarà sempre impegnata nel consolidare il dialogo tra Stati Uniti ed Europa, quale pilastro essenziale per la stabilità e la crescita delle nostre comunità".
(Adnkronos) - Per il ministro dell'Ue Tommaso Foti, la missione di Meloni a Washington "conferma il ruolo cruciale che, nel prossimo futuro, la nostra Nazione intende giocare nelle relazioni transatlantiche, ponendosi come ponte strategico tra Europa e America".
In questo contesto, e anche per il rigido protocollo che governa l'insediamento del presidente americano, si stempera anche l'attesa per un faccia a faccia Meloni-Trump, prima auspicato e poi annunciato alla vigilia anche da Fidanza. "Non era previsto, non era il contesto e non ci sarà problema a farlo in futuro", è il senso del ragionamento dell'entourage della premier. Così, direttamente lasciando ad un certo punto le lunghe celebrazioni, Meloni può salutare e tornare subito in Italia.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La decisione della Consulta che ha sancito l’ inammissibilità del referendum abrogativo sull’autonomia conferma che la riforma scritta dal ministro Calderoli è, come sapevamo, coerente e corretta nel rispetto delle previsioni costituzionali. Per cui avanti con l’iter della riforma e con i negoziati con le regioni che hanno già richiesto le prime materie ‘non Lep’, come la Lombardia. Avanti tutta con l’autonomia!”. Lo dichiara il segretario regionale della Lega Lombarda Salvini Premier e presidente dei senatori della Lega Salvini Premier, senatore Massimiliano Romeo.
Roma, 20 gen. (Adnkronos) - "La Corte Costituzionale, dichiarando inammissibile il referendum sull’autonomia, perché ‘l’oggetto e la finalità del quesito sono poco chiari’, ha bocciato l’opposizione. D’altra parte, cosa ci si può aspettare da una sinistra incapace anche di scrivere i quesiti da sottoporre ai cittadini per una consultazione popolare? Per quanto ci riguarda, noi andiamo avanti con il percorso riformatore, nell’interesse dell’Italia”. Così la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli.