Dietro le mura domestiche si celava un matrimonio pieno di “regole” soffocanti. A Torino una donna è stata costretta a vivere una quotidianità fatta di imposizioni e divieti, che “avevano reso la vita di coppia fonte di sofferenza”. Un incubo terminato solo quando la donna ha trovato il coraggio di denunciare il marito, che è stato successivamente condannato per stalking, maltrattamenti (anche davanti alle figlie minorenni), danneggiamento e accesso abusivo alla mail, a tre anni di carcere convertiti in domiciliari. La storia, riportata da Il Corriere della Sera, è stata riassunta dalle motivazioni della sentenza firmata dal giudice estensore Milena Chiara Lombardo.
Era già venuta alla luce dalle carte presentate dal legale di parte civile, l’avvocato Isabella Ferretti, mentre la collega Federica Dolfi ha assistito una delle figlie: “Condotte aggressive e persecutorie, per un caso di maltrattamenti a 360 gradi: non bisogna soffermarsi solo sugli episodi di violenza fisica”. Per comprendere l’incubo che viveva la donna basta riepilogare le “regole” che il marito le aveva imposto: tra queste ha annotato il tribunale “il divieto di mangiare carne di cavallo al sangue, perché ‘ero un animale se la mangiavo così’; il divieto di bere il vin brulè o di mangiare lo zabaione d’inverno, ‘perché era un atteggiamento da vecchi‘; di mettere il liquore nel gelato; di sedersi sul divano a sera a riposare mentre il marito lavava i piatti, unica attività domestica di cui si occupava perché non voleva acquistare una lavastoviglie”.
Erano presenti anche regole sull’abbigliamento: “il divieto di rimanere in pigiama, a casa, la domenica mattina”, come aveva riportato la donna durante il dibattimento: “Non potevamo stare in pigiama perché era segno di pigrizia“. Delle volte si finiva nell’assurdo: “Anche il modo in cui tagliava il pane o sbucciava il salame non era “consono”, perché foriero di sprechi; continui erano poi i riferimenti al fatto che era ‘grassa’, motivo per cui non poteva fare degli spuntini tra pranzo e cena”.
Così come “continue erano le correzioni, da parte dell’uomo, sul modo in cui parlava e sulla conoscenza della grammatica italiana”. Sempre emerso durante il processo: “Magari dicevo: ‘Mia sorella ha fatto questo, gli ho detto…’; “Ah, ‘Gli ho detto, perché tua sorella è diventata maschio?”. Era tutta una correzione, non andava bene niente“. E poi c’erano il tema finanziario: “Il budget di casa era deciso da lui, non si poteva sforare” e non c’era modo per sforarlo “a un tavolino dell’Ikea: avremmo sforato questo benedetto budget“. Anche se, “grazie ai loro stipendi, avevano una buona situazione economica e avevano messo da parte circa 50.000 euro”.
Cronaca
Stalking in famiglia a Torino: “Un matrimonio fatto di imposizioni e divieti del marito”
L'uomo è stato condannato anche per maltrattamenti (anche davanti alle figlie minorenni), danneggiamento e accesso abusivo alla mail
Dietro le mura domestiche si celava un matrimonio pieno di “regole” soffocanti. A Torino una donna è stata costretta a vivere una quotidianità fatta di imposizioni e divieti, che “avevano reso la vita di coppia fonte di sofferenza”. Un incubo terminato solo quando la donna ha trovato il coraggio di denunciare il marito, che è stato successivamente condannato per stalking, maltrattamenti (anche davanti alle figlie minorenni), danneggiamento e accesso abusivo alla mail, a tre anni di carcere convertiti in domiciliari. La storia, riportata da Il Corriere della Sera, è stata riassunta dalle motivazioni della sentenza firmata dal giudice estensore Milena Chiara Lombardo.
Era già venuta alla luce dalle carte presentate dal legale di parte civile, l’avvocato Isabella Ferretti, mentre la collega Federica Dolfi ha assistito una delle figlie: “Condotte aggressive e persecutorie, per un caso di maltrattamenti a 360 gradi: non bisogna soffermarsi solo sugli episodi di violenza fisica”. Per comprendere l’incubo che viveva la donna basta riepilogare le “regole” che il marito le aveva imposto: tra queste ha annotato il tribunale “il divieto di mangiare carne di cavallo al sangue, perché ‘ero un animale se la mangiavo così’; il divieto di bere il vin brulè o di mangiare lo zabaione d’inverno, ‘perché era un atteggiamento da vecchi‘; di mettere il liquore nel gelato; di sedersi sul divano a sera a riposare mentre il marito lavava i piatti, unica attività domestica di cui si occupava perché non voleva acquistare una lavastoviglie”.
Erano presenti anche regole sull’abbigliamento: “il divieto di rimanere in pigiama, a casa, la domenica mattina”, come aveva riportato la donna durante il dibattimento: “Non potevamo stare in pigiama perché era segno di pigrizia“. Delle volte si finiva nell’assurdo: “Anche il modo in cui tagliava il pane o sbucciava il salame non era “consono”, perché foriero di sprechi; continui erano poi i riferimenti al fatto che era ‘grassa’, motivo per cui non poteva fare degli spuntini tra pranzo e cena”.
Così come “continue erano le correzioni, da parte dell’uomo, sul modo in cui parlava e sulla conoscenza della grammatica italiana”. Sempre emerso durante il processo: “Magari dicevo: ‘Mia sorella ha fatto questo, gli ho detto…’; “Ah, ‘Gli ho detto, perché tua sorella è diventata maschio?”. Era tutta una correzione, non andava bene niente“. E poi c’erano il tema finanziario: “Il budget di casa era deciso da lui, non si poteva sforare” e non c’era modo per sforarlo “a un tavolino dell’Ikea: avremmo sforato questo benedetto budget“. Anche se, “grazie ai loro stipendi, avevano una buona situazione economica e avevano messo da parte circa 50.000 euro”.
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Roma, 13 feb. (Adnkronos) - Il Milleproroghe è un provvedimento routinario, in teoria nell'esame tutto doveva andare liscio. Invece l'iter di questo provvedimento è stato un disastro, la maggioranza l'ha gestito in modo circense, dando prova di dilettantismo sconcertante". Lo ha detto la senatrice Alessandra Maiorino, vice presidente del gruppo M5S al Senato, nella dichiarazione di voto sul Milleproroghe.
"Già con l'arrivo degli emendamenti abbiamo visto il panico nel centrodestra. Poi è arrivata la serie di emendamenti dei relatori, o meglio del governo sotto mentite spoglie, a partire da quelli celebri sulla rottamazione delle cartelle. Ovviamente l'unica preoccupazione della maggioranza, a fronte di 100 miliardi di cartelle non pagate, è stata solo quella di aiutare chi non paga. Esattamente come hanno fatto a favore dei no vax, sbeffeggiando chi sotto il Covid ha rispettato le regole. In corso d'opera abbiamo capito che l'idea di mettere tre relatori, uno per ogni partito di maggioranza, serviva a consentire loro di marcarsi a vicenda, di bloccare gli uni gli sgambetti degli altri. Uno scenario surreale! Finale della farsa poi è stato il voto di un emendamento di maggioranza ignoto ai relatori e una ignobile gazzarra notturna scoppiata tra i partiti di maggioranza. Non avevamo mai visto tanto dilettantismo in Parlamento".
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Il decreto Milleproroghe rappresenta una sfida importante, un provvedimento cui abbiamo dato un significato politico, un’anima. L’azione di questo governo punta a mettere in campo riforme e norme strutturali ma esistono anche pilastri meno visibili che hanno comunque l’obiettivo finale della crescita delle imprese e della nostra economia, di sostenere il sistema Italia nel suo complesso. Ecco perché col decreto Milleproroghe abbiamo provveduto ad estendere o a sospendere l’efficacia di alcuni provvedimenti con lo scopo di semplificare e rendere più snella la nostra burocrazia, sempre con l’obiettivo dichiarato della crescita. Fra questi norme sulle Forze dell’ordine e sui Vigili del Fuoco, sostegno ai Comuni e all’edilizia, nel campo sociale e sanitario come in quello dell’industria e della pesca e sul contrasto all’evasione fiscale. Più di 300 emendamenti approvati, tra cui anche quelli dell’opposizione, al fine di perseguire, con questo esecutivo, la finalità di fornire alla nostra Nazione gli strumenti per crescere e per questo il voto di Fratelli d’Italia è convintamente a favore”. Lo dichiara in aula il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo.
Roma, 13 feb. (Adnkronos) - "Dico al ministro Crosetto che l’aumento delle spese per armamenti, addirittura fino al 3%, ruba il futuro ai nostri figli. Ruba risorse alla sanità, alla scuola, ai trasporti. L’aumento delle spese per le armi non ci renderà più sicuri, ma alimenterà conflitti e guerre, come la storia dimostra”. Così Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, in merito alle dichiarazioni di Crosetto sull'aumento delle spese militari.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Il problema della situazione carceraria nel Paese è un problema che ogni giorno ci tocca da vicino, stiamo gia' predisponendo le dovute soluzioni. Abbiamo gia' definito il piano carceri e il commissario straordinario". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Criticità nel disegno di legge costituzionale non ve ne sono tali da alterare il testo, ma sarà seguito da una serie di leggi ordinarie. Per esempio, manca nella disegno di legge costituzionale la riserva per le quote cosiddette rosa, ma questo lo metteremo nelle leggi di attuazione che saranno leggi ordinarie. Anche il sistema del sorteggio potrà essere meglio definito. Ma una cosa e' certa: questa legge costituzionale non si modifica". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento di ritorno dalla Turchia alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo, parlando delle dichiarazioni del vicepresidente del Csm Fabio Pinelli che ieri, aveva parlato dei "punti di criticità della riforma del Csm" sui quali si e' appuntata anche l'attenzione della Commissione Ue, aveva sottolineato la necessita' di "un'approfondita riflessione.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - "Oggi in Turchia, parlando con il mio omologo, il ministro di giustizia turco, quando ho detto che probabilmente i magistrati italiani faranno uno sciopero, lui è rimasto sorpreso e mi ha domandato 'ma è legale?'. Se i magistrati vogliono fare lo sciopero che lo facciano, ma quello che è certo e che, senza alcun dubbio, noi andremo avanti perché e' un nostro impegno verso gli elettori". Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo in vdieocollegamento di ritorno dalla Turchia alla Giornata dell'orgoglio dell'appartenenza degli avvocati a Palermo.
Palermo, 13 feb. (Adnkronos) - La separazione delle carriere dei magistrati "è un dovere verso elettorato perché lo avevamo promesso nel nostro programma e questo faremo. Il nostro e' un vincolo politico verso l'elettorato". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in video collegamento, di ritorno dalla Turchia, alla "Giornata dell'Orgoglio dell'appartenenza all'avvocatura e dell'accoglienza dei giovani" istituita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo. "Io sto girando un po' dappertutto per redigere protocolli - ha proseguito il ministro -, e ogni qualvolta parliamo di separazione carriere ci guardano con un occhio perplesso perché in tutti gli ordinamenti del mondo questo è normale".