La Corea del Sud è il paese al mondo con il più alto tasso di suicidi tra i paesi membri dell’OCSE: 36 al giorno, 26 morti ogni 100mila abitanti. Il suicidio è la principale causa di morte dall’adolescenza fino ai 30 anni.

Un primato che si è ormai cronicizzato visto che il paese detiene questo record dal 2003, un dato allarmante se si considera anche un altro dato negativo: il tasso di natalità più basso al mondo, 0,72 nati. Una sorta di selezione “innaturale” in una nazione che sta correndo a ritmi vertiginosi inseguendo il sogno di uno sviluppo senza precedenti.

Mentre la Corea del Nord è famosa come una delle dittature più integraliste al mondo, la Corea del Sud da circa quarant’anni vive il suo boom, una fase di esponenziale crescita economica e culturale, dalla musica K-pop all’industria tecnologica e automobilistica, dal cinema alla letteratura: tutto ciò che inizia con la “K” conquista il mondo intero.

Una crescita possibile solo grazie allo sforzo collettivo di una nazione che nel giro di pochi anni è passata dalla povertà assoluta a essere la decima potenza economica mondiale.

La grande competizione coreana è il tema di “The Korean Game”, il documentario realizzato da Eleonora Tundo e Davide Rinaldi per la serie Il fattore umano, il programma di Raffaella Pusceddu e Luigi Montebello che si occupa di violazioni dei diritti umani nel mondo, giunto alla sua quarta edizione, su Rai Tre.

Il viaggio di “The Korean game” inizia di notte, sulle sponde del fiume Han, il fiume che attraversa Seoul; il centralino dei soccorsi 119 riceve una chiamata: un genitore segnala la presenza della figlia sul ponte Mapo, il ponte tristemente noto come “il ponte dei suicidi”. La pattuglia sfreccia sul fiume alla ricerca della ragazza, per salvarla in tempo.

La figura che introduce il documentario è l’attore e regista sudcoreano Lee Jung Jae, il protagonista della serie più vista di sempre su Netflix “Squid Game”, colui che ha prestato il volto al personaggio “456”, l’unico in grado di sopravvivere alla competizione mortale.

The Korean Game” prosegue affrontando il tema dell’istruzione durissima, dall’infanzia fino al temuto esame che tiene la nazione col fiato sospeso: il Suneung, l’esame che stabilisce chi potrà accedere alle “SKY”, le prestigiose università di Seoul la cui frequentazione è indispensabile per raggiungere “il cielo” della società.

Attraverso le storie di studenti, insegnanti “Star”, un’intervista a Hwang Sok-yong, tra i più importanti scrittori della Corea del Sud, il racconto arriva poi a una deriva surreale: uomini e donne che si rinchiudono in prigioni temporanee per scappare allo stress e altri che, per comprendere il significato profondo della vita, hanno bisogno di simulare la morte.

“The Korean Game” andrà in onda il 14 gennaio in seconda serata su Rai3 e contemporaneamente sarà disponibile in versione podcast sulla piattaforma Raiplay Sound.

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