Un’altra assenza. Per infortunio, certo. Ma un’altra assenza che pesa e che continua in qualche modo a fare i conti con il calciomercato. Il tema è questo: Dusan Vlahovic non è della partita contro l’Atalanta. Ma soprattutto: Dusan Vlahovic non è più un intoccabile nella Juventus. Per nulla. Le voci sull’attaccante serbo, che nel 2026 andrà a scadenza di contratto, cominciano a essere sempre più insistenti e secondo gli addetti ai lavori l’ipotesi che il bianconero (di Torino) resti nel suo futuro sembra sempre meno concreta. Questo perché la Juventus sta cercando un attaccante che con Thiago Motta possa essere potenzialmente un titolare, più che una spalla o un’alternativa all’ex Fiorentina: non è casuale il pressing per Randal Kolo Muani del Psg, che piace anche al Milan ma che in Serie A vede soprattutto Giuntoli in vantaggio sulla concorrenza.
Il francese convince sia per l’esperienza internazionale, sia perché rappresenta quel giocatore più di movimento che Motta ha in mente lì davanti: un perno, sì, ma anche un aiuto a mandare a rete i compagni di squadra, quei trequartisti ed esterni su cui la Juventus ha investito parecchio la scorsa estate. E al suo nome si deve aggiungere anche quello di Joshua Zirkzee: l’olandese difficilmente si sposterà da Manchester a gennaio, ma se dovesse continuare a fare così tanta panchina le cose cambierebbero per giugno. E la Juventus tornerebbe eccome alla carica.
Il futuro di Vlahovic, insomma, è in bilico e i rumors si sprecano. L’ultimo, ipotesi al momento smentita ma non così campata per aria, riguardava l’Arsenal di Arteta, che ha bisogno di un attaccante visto l’infortunio di Gabriel Jesus. È difficile arrivare a un accordo, ma non impossibile: solo che la Juve deve cercare di monetizzare il più possibile ed evitare una minusvalenza che rischierebbe di essere anche bella forte. Perché quando è stato acquistato a gennaio 2021, i bianconeri spesero 83,5 milioni di euro per acquistarlo dalla Fiorentina: in 124 partite complessive, ha realizzato 53 reti. Poco meno di una ogni due partite. Vale a dire oltre 1,5 milioni a gol.
Una cessione a meno di 30 milioni rischierebbe di colorare di rosso il suo nome a bilancio e per questo ne servirebbero almeno 40 per convincere la Juve a privarsene sin da subito. Una valutazione di certo alta per un attaccante che ha attraversato un momento anche molto complicato con i suoi tifosi nemmeno un mese fa. Di fatto, il mercato potrebbe quasi relegare Dusan allo status di riserva di lusso, almeno fino alla prossima estate, quando il suo futuro sarà molto meglio delineato. Piccola curiosità: due anni fa, prima che passasse alla Roma, Lukaku era nei pensieri di Massimiliano Allegri. Per l’attaccante del Chelsea si stava imbastendo uno scambio proprio con Vlahovic, più conguaglio a favore dei bianconeri. Già allora, i segnali che non fosse intoccabile c’erano. Ma erano deboli. Ci si aspettava dal giocatore una ripresa che è mancata. E tutto l’entusiasmo per il suo arrivo si è di fatto esaurito.
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Calciomercato Juve, i tormenti di Vlahovic: l’ombra di Kolo Muani e Zirkzee. Allegri ci aveva provato già due anni fa
Dusan Vlahovic fuori contro l'Atalanta: il suo futuro è sempre più incerto, i bianconeri preparano il piano per il mercato estivo
Un’altra assenza. Per infortunio, certo. Ma un’altra assenza che pesa e che continua in qualche modo a fare i conti con il calciomercato. Il tema è questo: Dusan Vlahovic non è della partita contro l’Atalanta. Ma soprattutto: Dusan Vlahovic non è più un intoccabile nella Juventus. Per nulla. Le voci sull’attaccante serbo, che nel 2026 andrà a scadenza di contratto, cominciano a essere sempre più insistenti e secondo gli addetti ai lavori l’ipotesi che il bianconero (di Torino) resti nel suo futuro sembra sempre meno concreta. Questo perché la Juventus sta cercando un attaccante che con Thiago Motta possa essere potenzialmente un titolare, più che una spalla o un’alternativa all’ex Fiorentina: non è casuale il pressing per Randal Kolo Muani del Psg, che piace anche al Milan ma che in Serie A vede soprattutto Giuntoli in vantaggio sulla concorrenza.
Il francese convince sia per l’esperienza internazionale, sia perché rappresenta quel giocatore più di movimento che Motta ha in mente lì davanti: un perno, sì, ma anche un aiuto a mandare a rete i compagni di squadra, quei trequartisti ed esterni su cui la Juventus ha investito parecchio la scorsa estate. E al suo nome si deve aggiungere anche quello di Joshua Zirkzee: l’olandese difficilmente si sposterà da Manchester a gennaio, ma se dovesse continuare a fare così tanta panchina le cose cambierebbero per giugno. E la Juventus tornerebbe eccome alla carica.
Il futuro di Vlahovic, insomma, è in bilico e i rumors si sprecano. L’ultimo, ipotesi al momento smentita ma non così campata per aria, riguardava l’Arsenal di Arteta, che ha bisogno di un attaccante visto l’infortunio di Gabriel Jesus. È difficile arrivare a un accordo, ma non impossibile: solo che la Juve deve cercare di monetizzare il più possibile ed evitare una minusvalenza che rischierebbe di essere anche bella forte. Perché quando è stato acquistato a gennaio 2021, i bianconeri spesero 83,5 milioni di euro per acquistarlo dalla Fiorentina: in 124 partite complessive, ha realizzato 53 reti. Poco meno di una ogni due partite. Vale a dire oltre 1,5 milioni a gol.
Una cessione a meno di 30 milioni rischierebbe di colorare di rosso il suo nome a bilancio e per questo ne servirebbero almeno 40 per convincere la Juve a privarsene sin da subito. Una valutazione di certo alta per un attaccante che ha attraversato un momento anche molto complicato con i suoi tifosi nemmeno un mese fa. Di fatto, il mercato potrebbe quasi relegare Dusan allo status di riserva di lusso, almeno fino alla prossima estate, quando il suo futuro sarà molto meglio delineato. Piccola curiosità: due anni fa, prima che passasse alla Roma, Lukaku era nei pensieri di Massimiliano Allegri. Per l’attaccante del Chelsea si stava imbastendo uno scambio proprio con Vlahovic, più conguaglio a favore dei bianconeri. Già allora, i segnali che non fosse intoccabile c’erano. Ma erano deboli. Ci si aspettava dal giocatore una ripresa che è mancata. E tutto l’entusiasmo per il suo arrivo si è di fatto esaurito.
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Roma, 18 gen (Adnkronos) - "Al governo di destra guidata da Giorgia Meloni si assiste a una sfilata di esponenti sotto processo. Dopo Delmastro, ora è il turno della ministra Santanchè, rinviata a giudizio per falso in bilancio e indagata per truffa ai danni dell'Inps. Come può la presidente Meloni permettere che Daniela Santanchè continui a ricoprire il ruolo di ministra? Questo silenzio sull’indifendibile ministra è incredibile”. Lo dice il deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli.
""Non è solo una questione giudiziaria. Ci sono aspetti di opportunità politica che devono essere affrontati. È necessario ricordare la vicenda della villa in Versilia di Francesco Alberoni, acquistata da Dimitri Kunz d'Asburgo, compagno della ministra, e da Laura De Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, per 2,45 milioni di euro. Quella stessa villa è stata rivenduta in meno di 24 ore all’imprenditore Antonio Rapisarda per 3,45 milioni, con una plusvalenza di un milione di euro in un solo giorno. La presidente Meloni non può continuare a chiudere gli occhi. Chiediamo che Daniela Santanchè si dimetta immediatamente dal suo incarico di ministra”, conclude Bonelli.
Roma, 18 gen (Adnkronos) - "La casa dei moderati è nel Centrodestra. Stiamo lavorando da tempo per dare ancora più forza e peso alla proposta centrista e popolare nel Centrodestra, portando nell’azione di governo responsabilità, competenza e serietà". Lo dice Maurizio Lupi, presidente di Noi moderati.
"Ed i risultati dell’ultimo anno, dalle europee alle regionali, confermano la costante crescita dell’area che si riconosce nel Partito Popolare Europeo. Il Centro non è certo un’esclusiva della Sinistra, anzi: dopo il fallimento del Terzo Polo ed il consolidamento del sistema bipolare ora anche l’opposizione ha dovuto riscoprire l’importanza dell’area centrista, che nel Centrodestra e’ da sempre protagonista", conclude Lupi.
Roma, 18 gen (Adnkronos) - "Esprimo il mio cordoglio per la scomparsa di Riccardo Chieppa, Presidente emerito della Corte costituzionale, giurista di grande valore e servitore delle istituzioni. Ne ricordo il significativo contributo in ambito giuridico e il costante impegno nella tutela dei principi costituzionali. Ai suoi familiari rivolgo la mia vicinanza in questo momento di dolore". Lo dice il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana.
Roma, 18 gen (Adnkronos) - Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, addolorato dalla notizia della morte di Riccardo Chieppa, presidente emerito della Corte costituzionale, ha fatto pervenire ai familiari un messaggio di cordoglio, ricordandone l’alta figura di giurista, l’autorevole esercizio delle funzioni di giudice e poi di presidente della Corte costituzionale e la preziosa attività svolta nel Consiglio di Stato. Lo rende noto il Quirinale.
Roma, 18 gen (Adnkronos) - "Io, nel mio piccolo, ho lavorato per il Pd da più di 30 anni. Questo è il mio mondo, 'ndo vai?" ma "non aspiro ad alcun ruolo. E' la prima volta in 20-30 anni che dico parlo per me, mi piacerebbe dare un contributo". Lo ha detto Paolo Gentiloni nel suo intervento all'Assemblea di Libertà eguale a Orvieto.
"Penso che il nostro problema sia il riconoscere l'utilità e l'importanza del fatto che nascano forze moderate e riformiste, sono un sostenitore, non c'è auto sufficienza da parte nostra -ha detto l'ex premier-. Ma la credibilità dell'alternativa non può essere data a queste formazioni, dipende dal profilo della forza fondamentale che può guidare la coalizione. E' sempre stato così".
"Io non penso alla fronda nel Pd, né lo dico in polemica con Elly Schlein, cui va riconosciuto di aver attivato il Pd, ma il lavoro dei prossimi mesi deve avere come compito fondamentale avere un Pd in cui l'anima, le idee e i progetti riformisti siano fondamentali. Senza questo, la credibilità come forza di governo non sarà mai completa".
Roma, 18 gen (Adnkronos) - "C'è una stabilità del governo italiano. Dobbiamo stare attenti che a questo non risponda una stabilità dell'opposizione, che ci accomodiamo pensando che tutto sommato questa sia una condizione favorevole". Lo ha detto Paolo Gentiloni all'Assemblea di Libertà eguale.
"La fortuna dei governi in carica è molto scarsa, normalmente in questo contesto così complicato, perdono le elezioni. Se noi ci accomodassimo in una condizione di stabilità all'opposizione potremo non renderci conto che una alternativa di governo potrebbe essere competitiva -ha spiegato l'ex premier e commissario Ue-. All'Odg c'è essere più credibili e forti nel delineare una alternativa".
Roma, 18 gen (Adnkronos) - "Farei fatica a non riconoscere al governo che una certa cautela nei conti pubblici è stata adottata, non è facile. Penso abbia contribuito, insieme alla risorse europee, a una relativa stabilità dei mercati finanziari e al fatto che oggi l'Italia non appaia come Paese particolarmente esposto". Lo ha detto Paolo Gentiloni nel suo intervento all'Assemblea di Libertà eguale
"Poi non c'è dubbio, il governo non è di fine legislatura, che il tasso di riforme sarebbe necessario. Come anche nell'azione del centrosinistra due questioni: la questione industriale e il potere di acquisto. Togliamoci dalla testa che i problemi della crisi industriale siano le regole europee e l'enorme trasformazione nel mondo. E' che la transizione 5.0 non funziona, aridatece Calenda. Poi, se non ci poniamo il problema del livello dei salari e degli stipendi non andiamo da nessuna parte. Il Pd e il centrosinistra devono prendere questa cosa come grande bandiera".