Un presidio dove le donne, e solo le donne, sono finite umiliate in Questura, trattenute per ore, obbligate a togliersi le mutande per fare degli squat: un ordine giustificato con una presunta necessità di controlli, secondo gli agenti, ma che adesso diventa oggetto di un’interrogazione parlamentare. La manifestazione è avvenuta ieri davanti ai cancelli della Leonardo a Brescia, a cui hanno preso parte attivisti di Ultima Generazione, Extinction Rebellion e Palestina Libera. Un’attivista, sulla pagina Instagram di Extinction Rebellion Italia, ha spiegato in video: “Mi hanno chiesto di spogliarmi, di togliermi le mutande e di fare tre squat. Per dei controlli, a detta loro”, aggiungendo che “questo trattamento” è stato “riservato solo a persone femminilizzate, non ai maschi”. E ora a depositare un’interrogazione sul comportamento delle forze dell’ordine è il vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi: “Spieghino gli agenti della Questura di Brescia come mai hanno sottoposto a 7 ore di fermo persone che avevano fornito i documenti e quindi non dovevano essere trattenute in base all’articolo 349 del codice di procedura penale. Ma, soprattutto, spieghino perché donne e ragazze sarebbero state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe. Di questi abusi, dopo il 2001, ne abbiamo abbastanza. Come ne abbiamo abbastanza delle denunce arbitrarie, che regolarmente cadono davanti al Pm e dei fogli di via elargiti a chiunque manifesti”, ha dichiarato il deputato.

Le attiviste di Extinction Rebellion denunciano: "Costrette a spogliarci e a fare squat in Questura"
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“Tutti – si legge nel testo dell’interrogazione presentata da Grimaldi – erano stati fermati a seguito di una manifestazione davanti alla sede della Leonardo spa, società a controllo pubblico attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza”. E Leonardo, ricorda il deputato di Avs, “è la prima produttrice bellica europea e contribuisce alla vendita di armi nell’ambito degli attuali scenari bellici, in particolare in Palestina“. “Il presidio – sottolinea – aveva lo scopo di chiedere allo Stato italiano e alla società produttrice di armamenti di interrompere ‘la complicità nel genocidio palestinese e nei crimini di guerra e contro l’umanità che si stanno consumando a Gaza“. “La manifestazione – racconta – si è svolta pacificamente, senza che venissero arrecati danni a persone e cose. Tuttavia, le 23 persone fermate sono state tutte denunciate per “radunata sediziosa”, “accensioni ed esplosioni pericolose”, “imbrattamento” e “concorso morale”. Alcune di loro sono state denunciate inoltre per “manifestazione non preavvisata”, a quanto pare dopo aver mediato con le forze dell’ordine per evitare tensioni, venendo perciò arbitrariamente definite “promotrici della manifestazione”.

“Altri manifestanti – aggiunge Grimaldi – sono stati espulsi da Brescia con dei fogli di via obbligatori, una misura di prevenzione prevista dal Codice antimafia. Le 23 persone sono state condotte in Questura e trattenute in stato di fermo, in contrasto con quanto previsto dall’articolo 349 del Codice di procedura penale, dal momento che ognuna di loro ha fornito i propri documenti identificativi”. “In base al citato articolo, infatti – osserva – il trasferimento negli uffici di polizia può avvenire solo nel caso in cui non sia possibile identificare le persone sul posto. Il trasferimento in Questura è stato pertanto giustificato nel verbale con riferimento ai reati di resistenza a pubblico ufficiale; oltraggio a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità personale, benché – secondo le testimonianze e i video girati dai manifestanti – fossero stati forniti tutti i documenti e nessuno avesse opposto resistenza“. “Ciò che più inquieta – scrive ancora Grimaldi nell’interrogazione – è che molte delle persone identificate come donne hanno testimoniato di essere state costrette a spogliarsi e a eseguire piegamenti sulle gambe, trattamento non riservato alle persone di sesso maschile”. Pertanto, il parlamentare di Avs chiede “se il Ministro dell’Interno intenda chiedere conto alla Questura di Brescia di tali presunti abusi e prendere relativi provvedimenti nel caso in cui fossero accertati”.

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