Sul ridimensionamento della rete scolastica è iniziato il conto alla rovescia per Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna: se le tre Regioni ribelli entro dieci giorni non aderiranno alla riorganizzazione del sistema prevista dalla riforma R.1.3 della Missione quattro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, non potranno godere di una serie di misure agevolate approvate martedì in Consiglio dei ministri. Una mossa, quella del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che non è stata gradita dalle organizzazioni sindacali che parlano di “logiche ragionieristiche, di tagli e soppressioni” accompagnate “da criteri di risparmio e di contrazione della spesa”. Parole quest’ultime che a metà pomeriggio, quando da viale Trastevere hanno già inviato l’ultimatum ai governatori, arrivano dal segretario della Uil Scuola Giuseppe D’Aprile e dalla numero uno della Cisl Scuola, Ivana Barbacci. Non solo. La segretaria della Flc Cgil, Gianna Fracassi, è durissima nei confronti del professore leghista e parla di “un vero e proprio atto di ritorsione”.
Il Governo, tuttavia, non ha intenzione di andare per le lunghe. Entro il 31 dicembre 2024 le Regioni dovevano dare attuazione al nuovo giro di vite previsto dal Piano pluriennale di dimensionamento della rete scolastica, indicando ulteriori soppressioni e/o accorpamenti di istituzioni scolastiche, presenti nei loro territori, con effetto dal 2025-26. Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna, anziché dare attuazione a quanto previsto dal Piano (decreto ministeriale 127 del 30 giugno 2023) con conseguente riduzione del numero di istituzioni scolastiche, hanno deciso diversamente: nessuna riduzione (Emilia-Romagna) o una minor riduzione (Toscana e Sardegna). Proprio nei giorni scorsi la Toscana aveva tentato una trattativa con Roma ricevendo una risposta negativa alla richiesta di rivedere al ribasso il numero di accorpamenti scolastici.
Martedì con un blitz a palazzo Chigi è arrivata l’ultima chiama: chi non ha ancora adottato i piani di dimensionamento potrà farlo entro dieci giorni. Tutte le Regioni che risulteranno aver effettuato il dimensionamento nei termini previsti potranno usufruire di una serie di misure agevolative, tra le quali la possibilità di istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti; la salvaguardia del contingente Ata per l’anno scolastico 2025/26 e la nomina di un docente con funzioni vicarie del dirigente scolastico sulle scuole oggetto di dimensionamento.
“Con le misure odierne offriamo – spiega il ministro – alle Regioni che dimensionano condizioni di maggior favore nella realizzazione del servizio. Nessun plesso verrà chiuso, ma vi sarà una scuola meglio organizzata e più vicina agli studenti”. Una prospettiva rinviata al mittente da Fracassi che non ne vuol sapere di questa posizione del Governo: “La riduzione del numero degli alunni per classe, così come gli organici del personale ausiliario tecnico e amministrativo, non possono diventare merce di scambio per imporre alle Regioni un taglio insensato, ma rappresentano invece un problema serio della scuola statale tutta che il ministro e il Governo dovrebbero affrontare e non peggiorare”.
Più soft ma deciso anche Giuseppe D’Aprile che interpellato da ilfattoquotidiano.it spiega: “Il piano di dimensionamento attuato dal Governo avrà comunque delle inevitabili ricadute negative sul personale e sugli studenti e sulla qualità e l’efficienza dei servizi offerte alle famiglie nei territori oggetto di dimensionamento. Per cui, oltre a pensare al numero di allievi e al personale da salvaguardare, si pensi anche ai servizi amministrativi dislocati in altri comuni, alla rete dei trasporti soprattutto nelle aree interne e alla maggiore complessità organizzativa e in termini di offerta formativa che dovranno affrontare le scuole. Un esecutivo lungimirante, che crede che attraverso la scuola passi il futuro del paese, invece di incentivare le Regioni ad aderire al piano di dimensionamento, dovrebbe trasformare il problema della denatalità in una opportunità e non in una penalizzazione”.
Così la pensa anche Barbacci: “Il dimensionamento scolastico ha portato con sé una serie di problematiche rimaste irrisolte da molti anni. Da tempo chiediamo una regia che consenta di assumere decisioni partecipate e rispettose delle diverse esigenze dei territori a cominciare dalla tutela delle aree interne del Paese a rischio spopolamento che spesso risentono della mancata garanzia di scuole stabili nel tempo. Bene l’intervento di oggi che offre maggiore respiro ad alcune Regioni in difficoltà e sostegno a quelle che hanno programmato la rete scolastica con i dovuti adattamenti. È importante che questi processi siano, tuttavia, accompagnati da una programmazione non guidata da logiche ragionieristiche, di tagli e soppressioni ma da attenzione e rispetto per il personale scolastico, per la funzionalità degli istituti e dalla piena rispondenza organizzativa dell’offerta formativa sul territorio”. A promettere battaglia è da subito la Cgil: “Dopo una legge di bilancio che ha tagliato docenti e Ata e non ha attribuito le risorse per il rinnovo del contratto in linea con l’inflazione mentre le ha aumentate per le scuole private, arriva l’ennesimo provvedimento contro la scuola pubblica, che contrasteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione”, annuncia Fracassi.
Scuola
Dimensionamento scolastico, l’ultimatum di Valditara alle Regioni ribelli: “Aderiscano alla riorganizzazione o niente misure agevolative”
Una mossa, quella del ministro dell’Istruzione e del Merito, che non è stata gradita dalle organizzazioni sindacali che parlano di “logiche ragionieristiche, di tagli e soppressioni”
Sul ridimensionamento della rete scolastica è iniziato il conto alla rovescia per Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna: se le tre Regioni ribelli entro dieci giorni non aderiranno alla riorganizzazione del sistema prevista dalla riforma R.1.3 della Missione quattro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, non potranno godere di una serie di misure agevolate approvate martedì in Consiglio dei ministri. Una mossa, quella del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che non è stata gradita dalle organizzazioni sindacali che parlano di “logiche ragionieristiche, di tagli e soppressioni” accompagnate “da criteri di risparmio e di contrazione della spesa”. Parole quest’ultime che a metà pomeriggio, quando da viale Trastevere hanno già inviato l’ultimatum ai governatori, arrivano dal segretario della Uil Scuola Giuseppe D’Aprile e dalla numero uno della Cisl Scuola, Ivana Barbacci. Non solo. La segretaria della Flc Cgil, Gianna Fracassi, è durissima nei confronti del professore leghista e parla di “un vero e proprio atto di ritorsione”.
Il Governo, tuttavia, non ha intenzione di andare per le lunghe. Entro il 31 dicembre 2024 le Regioni dovevano dare attuazione al nuovo giro di vite previsto dal Piano pluriennale di dimensionamento della rete scolastica, indicando ulteriori soppressioni e/o accorpamenti di istituzioni scolastiche, presenti nei loro territori, con effetto dal 2025-26. Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna, anziché dare attuazione a quanto previsto dal Piano (decreto ministeriale 127 del 30 giugno 2023) con conseguente riduzione del numero di istituzioni scolastiche, hanno deciso diversamente: nessuna riduzione (Emilia-Romagna) o una minor riduzione (Toscana e Sardegna). Proprio nei giorni scorsi la Toscana aveva tentato una trattativa con Roma ricevendo una risposta negativa alla richiesta di rivedere al ribasso il numero di accorpamenti scolastici.
Martedì con un blitz a palazzo Chigi è arrivata l’ultima chiama: chi non ha ancora adottato i piani di dimensionamento potrà farlo entro dieci giorni. Tutte le Regioni che risulteranno aver effettuato il dimensionamento nei termini previsti potranno usufruire di una serie di misure agevolative, tra le quali la possibilità di istituire classi anche senza il requisito del numero minimo di studenti; la salvaguardia del contingente Ata per l’anno scolastico 2025/26 e la nomina di un docente con funzioni vicarie del dirigente scolastico sulle scuole oggetto di dimensionamento.
“Con le misure odierne offriamo – spiega il ministro – alle Regioni che dimensionano condizioni di maggior favore nella realizzazione del servizio. Nessun plesso verrà chiuso, ma vi sarà una scuola meglio organizzata e più vicina agli studenti”. Una prospettiva rinviata al mittente da Fracassi che non ne vuol sapere di questa posizione del Governo: “La riduzione del numero degli alunni per classe, così come gli organici del personale ausiliario tecnico e amministrativo, non possono diventare merce di scambio per imporre alle Regioni un taglio insensato, ma rappresentano invece un problema serio della scuola statale tutta che il ministro e il Governo dovrebbero affrontare e non peggiorare”.
Più soft ma deciso anche Giuseppe D’Aprile che interpellato da ilfattoquotidiano.it spiega: “Il piano di dimensionamento attuato dal Governo avrà comunque delle inevitabili ricadute negative sul personale e sugli studenti e sulla qualità e l’efficienza dei servizi offerte alle famiglie nei territori oggetto di dimensionamento. Per cui, oltre a pensare al numero di allievi e al personale da salvaguardare, si pensi anche ai servizi amministrativi dislocati in altri comuni, alla rete dei trasporti soprattutto nelle aree interne e alla maggiore complessità organizzativa e in termini di offerta formativa che dovranno affrontare le scuole. Un esecutivo lungimirante, che crede che attraverso la scuola passi il futuro del paese, invece di incentivare le Regioni ad aderire al piano di dimensionamento, dovrebbe trasformare il problema della denatalità in una opportunità e non in una penalizzazione”.
Così la pensa anche Barbacci: “Il dimensionamento scolastico ha portato con sé una serie di problematiche rimaste irrisolte da molti anni. Da tempo chiediamo una regia che consenta di assumere decisioni partecipate e rispettose delle diverse esigenze dei territori a cominciare dalla tutela delle aree interne del Paese a rischio spopolamento che spesso risentono della mancata garanzia di scuole stabili nel tempo. Bene l’intervento di oggi che offre maggiore respiro ad alcune Regioni in difficoltà e sostegno a quelle che hanno programmato la rete scolastica con i dovuti adattamenti. È importante che questi processi siano, tuttavia, accompagnati da una programmazione non guidata da logiche ragionieristiche, di tagli e soppressioni ma da attenzione e rispetto per il personale scolastico, per la funzionalità degli istituti e dalla piena rispondenza organizzativa dell’offerta formativa sul territorio”. A promettere battaglia è da subito la Cgil: “Dopo una legge di bilancio che ha tagliato docenti e Ata e non ha attribuito le risorse per il rinnovo del contratto in linea con l’inflazione mentre le ha aumentate per le scuole private, arriva l’ennesimo provvedimento contro la scuola pubblica, che contrasteremo con tutti i mezzi a nostra disposizione”, annuncia Fracassi.
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Von der Leyen a Davos invoca l’unità europea e si appella a Trump: ‘Negoziamo, rompere non conviene’. Zelensky: ‘Ue si dia una mossa, alzi la voce con gli Usa’
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Ucraina, M5s e Avs: “Stop all’invio di armi, no agli attacchi in Russia”. Ma Pd: “Rispettare impegni presi”
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Perchè il capo della polizia giudiziaria libica Almasri arrestato sabato a Torino, per la Corte Penale Internazionale colpevole di crimini di guerra e contro la dignità umana, è stato scarcerato e rimandato in Libia? È una pagina inquietante, il governo deve spiegazioni". Così su X Pierfrancesco Majorino, responsabile Politiche migratorie nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Meloni non doveva fare la guerra in tutto il globo terracqueo ai trafficanti di esseri umani e arrestarli? Oggi invece ha liberato il trafficante e torturatore libico Almasri Habish e lo ha rimandato in Libia, nonostante un mandato di arresto della Corte penale internazionale. Che vergogna Giorgia Meloni". Lo dichiara il coportavoce nazionale di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Rimaniamo in attesa della conferma ufficiale e della motivazione che ha portato alla scarcerazione del trafficante di esseri umani libico arrestato nei giorni scorsi a Torino". Lo afferma Nicola Fratoianni di Avs.
"Naturalmente se questo personaggio potrà lasciare tranquillamente l’Italia invece di essere consegnato alla Corte Penale Internazionale per essere giudicato sarà chiaro a tutti - alla CPI, all’Interpol, alla comunità internazionale e ai cittadini del nostro Paese - che l’attuale governo italiano, Meloni, Nordio, Piantedosi proteggono i trafficanti di esseri umani e i torturatori libici".
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "È gravissimo che il comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, arrestato domenica scorsa a Torino, sia stato rilasciato e rinviato in Libia, nonostante ci sia un mandato d’arresto della Corte penale internazionale. Presentiamo una interrogazione urgente al ministro Nordio affinché venga a riferire in aula già nelle prossime ore”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "La vicenda della scarcerazione del generale Almasri è gravissima. Domani mattina chiederemo conto al Ministro Nordio in aula di questa scelta che a noi sembra assurda. Cosa c’è sotto?". Così Matteo Renzi sui social.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - “Per il ministro Salvini, dal primo di gennaio i ritardi ferroviari sono tutta colpa dell'eversione e del sabotaggio. Peccato che i dati dell’ultimo trimestre, senza catene sulla linea, senza sabotaggi, senza esposti, dicano che il 72 % dei treni ad alta velocità è arrivato in ritardo, che il Frecciargento Bari - Roma non è mai arrivato in orario e che il Frecciarossa Reggio Calabria - Milano ha avuto un ritardo medio di 46 minuti, con picchi di 468 minuti". Lo ha dichiarato Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera, rispondendo all’informativa del ministro Salvini sul trasporto ferroviario.
"I rimborsi complessivi dovuti a Trenitalia per ritardi dei treni sono superiori a 100 milioni di euro l'anno: circa 8 milioni e mezzo di euro al mese. Davanti a questa situazione emergenziale, ancora una volta il Ministro evita di discutere in aula la sua strategia dei trasporti. Avremmo voluto sapere dal Ministro se conferma la scelta di aumentare l’offerta dell’alta velocità, atteso il fatto che questo aumento contrae la possibilità di manutenzione ordinaria e quindi la prevenzione dei guasti".
"Soprattutto perché, se su quella stessa rete si pensa di mettere un terzo operatore, l'usura sarà ulteriormente esasperata. È su questo che avevamo chiesto un'informativa del Ministro: sui ritardi, sui guasti, sui disagi, sulle strategie per le politiche del trasporto pubblico in Italia, non sugli esposti sacrosanti. Ancora un’occasione perduta”.
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Giorgia Meloni voleva inseguire i trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne era stato arrestato uno libico in Italia e invece di dare seguito alle richieste della Corte penale internazionale che lo accusa di crimini di guerra e contro la dignità umana, lo hanno rimandato impunito in Libia. Il governo chiarisca immediatamente perché Almasri è stato scarcerato e lasciato andare". Così la segretaria del Pd Elly Schlein