Roma, 18 gen (Adnkronos) - Meno 12, meno 7. Gli occhi di Giorgia Meloni, per una volta, non sono puntati sui sondaggi, sullo spread o sui dati dell'economia. Ma sulle previsioni meteo e le temperature previste a Washington, dove per lunedì è atteso l'arrivo di una sciabolata artica. Che non ha dissuaso la premier dal confermare la sua presenza all'inauguration day di Donald Trump.
Appuntamento alle 12.00 a Capitol building, per una cerimonia di insediamento del presidente eletto che vede presenti un gruppo esclusivo di invitati da parte dello Trump, a partire proprio dalla Meloni. Che torna a incontrare il presidente americano a pochi giorni dal blitz a Mar a lago, rivelatosi chiave per la liberazione della giornalista Cecilia Sala.
Eccezionalmente, proprio causa freddo, la cerimonia di insediamento si svolge al chiuso, giuramento e parata compresi, e non sulla nell'iconica location con la scalinata del West front del Congresso a fare da sfondo. Lo ha deciso lo stesso Trump. Per trovare un precedente del genere bisogna risalire al 1985, con Ronald Reagan ad insediarsi, anche allora, in una freddissima Washington. (segue)
(Adnkronos) - La data della cerimonia (il 20 gennaio), come anche l'orario (le 12) sono invece da sempre gli stessi, previsti dalla Costituzione per l'avvio delle nuove amministrazioni. Il programma è serrato e complesso, si parla di 250mila persone presenti a seguire la cerimonia, e prevede per la giornata di lunedì prima di tutto una messa alla St. John’s episcopal church.
Quindi Trump e la moglie Melania saranno alla Casa bianca per un tè con Joe Biden e la first lady Jill. Sarà poi proprio il presidente uscente ad accompagnare il successore al Campidoglio. Alle 9,30 l'artista country Carrie Underwood, star del talent American idol, intonerà 'America the beautiful'. Alle 11,30, scatterà la dead line per accedere alla cerimonia. Alle 12 (le 18 in Italia) è previsto il giuramento di Trump, che leggerò la formula di rito nelle mani del giudice della Corte suprema Brett Kavanaugh.
"Giuro solennemente che sosterrò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti contro tutti i nemici, stranieri e interni", è l'incipit della formula salutata dall'inno e dalle salve di cannone. Poi, il primo discorso nel neo presidente nel pieno delle sue funzioni e la firma di atti di nomina, memorandum e vari ordini esecutivi.
(Adnkronos) - A seguire, il primo pranzo ufficiale con ospiti e i leader delle istituzioni Usa e del Congresso nella sala delle Statue del Campidoglio. Alle 15, dopo che Trump avrà passato in rassegna i militari, la parata presidenziale che, sempre a causa del freddo, è stata spostata da Pennsylvania avenue alla Capital one arena, dove giocano i Wizards, le stelle Nba di Washington.
Una volta alla Casa bianca, ad attendere Trump sono i tre balli ufficiali, dove terrà dei discorsi: Commander in chief ball, Liberty inaugural ball e lo Starlight ball. Quest'ultimo è il più glamour e vede la partecipazione anche di Vip, sostenitori di Trump, sulle note tra gli altri dei Village people. Tra gli altri artisti scelti per esibirsi nelle varie cerimonie ci sono anche Kid Rock, Billy Ray Cyrus, Jason Aldean e Rascal Flatts.
A proposito di ospiti e Vip, alla cerimonia sono attesi tutti gli ex presidenti americani (Obama non sarà accompagnato da Michelle). Da segnalare che, quattro anni fa, Trump aveva disertato. A fare la parte del leone, i big della Silicon valley nonchè generosi donatori del neo presidentre: Mark Zuckerberg (Meta), Jeff Bezos (Amazon), Chew Shou Zi (TikTok), Tim Cook (Apple), Sam Altman (Open Ai), Sundar Pichai (Google) e ovviamente Elion Musk. Per quel che riguarda i politici, oltre a Meloni, in lista il presidente argentino Javier Milei, il premier ungherese Viktor Orban, il presidente del Salvador Nayib Bukele. Il presidente cinese Xi Jinping, destinatario di un invito, manderà un delegato.
Politica
“Limite dei mandati? Nessuna lezione da chi è da 30 anni in Parlamento”: sembra De Luca, ma è Zaia. “In Veneto no a nomi calati dall’alto”
Il presidente del Veneto sibillino: "Nessun nome calato dall'alto. Giorno dopo giorno vedremo l'evoluzione, ne ho già fatte di corse in solitaria"
Il governatore del Veneto Luca Zaia batte un colpo, dopo che da giorni la Lega in Veneto lancia proclami di voler andare da sola alle prossime elezioni regionali, se non ci sarà la possibilità di ricandidare il presidente uscente (per limiti di mandati) e soprattutto se Fratelli d’Italia pretenderà un proprio candidato agli alleati di centrodestra. Lo fa a modo suo, ripetendo cose già dette, ma difendendo per la prima volta il diritto dei veneti di esprimere un proprio candidato (cioè lui), senza farsi calare dall’alto decisioni prese a qualche tavolo romano. Se non è uno strappo, un po’ ci assomiglia. Anche perché adombra possibili fratture interne alla maggioranza: “Che Fratelli d’Italia chieda il governo della Regione non è un atto di lesa maestà, ma bisogna capire quale sarà il punto di caduta di tutto questo. Non mi pare che questa regione sia stata governata male finora, ma se qualcuno dice che non è stata governata bene, allora è giusto che le strade si separino”.
Zaia che è al potere – incontrastato – da quasi quindici anni, ha parlato al termine di una seduta di giunta a Palazzo Balbi. “La questione del terzo mandato è un’anomalia tutta nostra. Io non perdo i sonni, ma è inaccettabile dire che si blocchino dei mandati ad amministratori eletti direttamente dal popolo altrimenti si creano centri di potere. Ed è stucchevole che la lezione venga da bocche che da 30 anni sono sfamate dal Parlamento”. Il concetto non è nuovo, ma l’affondo ai centri di potere romani colpisce per la sua virulenza nel linguaggio sempre prudente di Zaia. E riverbera da Nord quello che il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha espresso da Sud meno di una settimana fa: un’alleanza inedita e imprevedibile sulla battaglia contro il limite dei mandati dei governatori. “Le uniche cariche con il vincolo di due mandati sono i sindaci di città con 15mila abitanti e alcuni governatori. Ci sono le Province autonome e le Regioni a statuto speciale che possono definire la loro legge elettorale in maniera diversa. Ci sono altre cariche, il presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica, i consiglieri e gli assessori regionali. Se blocchi i mandati ad amministratori eletti dal popolo, per la proprietà transitiva dai degli idioti ai cittadini elettori, che mandano a casa miei colleghi dopo un primo mandato”.
Zaia ha puntato molto sulla base elettorale, sostenendo che “prima viene il Veneto” e “i veneti vanno rispettati”. Ha così risfoderato uno dei suoi primi slogan, che ne hanno fatto la fortuna. Allo stesso tempo ha lanciato un messaggio, nella speranza che venga riaperto il discorso dei tre mandati (che per lui sarebbero quattro). “Come diceva Eduardo de Filippo: prima adda passà ‘a nuttata. Ora siamo in una fase nella quale tutti parlano, ma poi ognuno deciderà cosa fare del proprio futuro. Lo farà la Lega e lo farò anch’io. Non auspico per forza di cose una corsa in solitaria, occorre fare sintesi delle diverse posizioni, ma ritengo fondamentale che prima di tutto vengano ascoltati i veneti e mi pare assurdo non farlo”. Zaia pronto a mettersi alla testa dei leghisti in rivolta? “Non faccio battaglie, è ovvio che noi speriamo di fare una corsa unitaria e io sono a disposizione del mio movimento. Non ho fatto ipotesi di corse in solitaria o altro, ma rimango convinto che sia sbagliato calare nomi dall’alto. Per me le priorità sono sempre le stesse: prima i veneti, poi la Lega e poi il centrodestra. La Lega viene dopo i cittadini, ma prima del centrodestra”.
Zaia si sofferma sul suo destino personale per allargare il discorso al rapporto tra Veneto e la Lega e tra la Lega e il centrodestra: “La mia non candidatura farà felice un sacco di persone, ma i cittadini veneti si sono già espressi in maniera inequivocabile. I veneti devono essere gli attori protagonisti della prossima legislatura, è impensabile che arrivi qui uno e dica ‘sono io il candidato’”. Inoltre, “aldilà della localizzazione dei tavoli, noi veneti abbiamo una capacità di lettura se una decisione è favorevole o contraria, che è istantanea. Per cui facciano pure le riflessioni, ben vengano, dopodiché si tratterà di capire che continuità si darà a questa amministrazione, e soprattutto quanto saranno rispettati i veneti”. Insomma: “Io non sono nella stanza dei bottoni, non ho mai partecipato a riunioni. Se prima vengono i veneti, è giusto che non abbiano nulla di calato dall’alto. È necessario rispettare i veneti”.
Il governatore ha risposto anche alle recenti parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul dibattito interno alla maggioranza. “Ho letto una dichiarazione della presidente del consiglio: ‘Non c’è condivisione sul terzo mandato’. Non ho nulla da obiettare, ma non ho capito se questa sia una regola che vale per tutte le altre cose che devono decidere o solo per il terzo mandato. Questo è fondamentale: se questa è una regola, va rispettata. Quindi, immagino che per tutto quello dove non ci sarà condivisione non passa nulla”. Se i giochi si riaprissero? “Se ci fosse lo sblocco dei mandati è ovvio che mi ricandiderei, darei risposta ai tanti cittadini che mi chiedono di farlo. Non ci siamo mai trovati di fronte a una chiamata del popolo come questa”.
L’ipotesi di votare nel 2026 anziché in autunno 2025? “Andare alle urne per le elezioni regionali in autunno significherebbe raddoppiare le spese elettorali e rischiare di avere un’affluenza fiacca, con una campagna fatta in estate per votare a ottobre. – ha risposto Zaia – E poi ci ritroveremmo ad aprile e maggio per andare a votare per i Comuni capoluogo. Poi ci lamentiamo che i cittadini non vanno alle urne”.
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Roma, 18 gen (Adnkronos) - La discussione nelle iniziative di Orvieto e Milano "fa ben sperare per il centrosinistra. Come ha detto Prodi ce n'era bisogno. Forse abbiamo avuto un periodo di mancanza di discussione e di dibattito. Oggi è avvenuto con un tasso polemiche interne molto basso, è confortante, è l'apertura di una fase di grande discussione. Dobbiamo essere contenti". Lo ha detto Paolo Gentiloni nel suo intervento all'Assemblea di Libertà eguale a Orvieto.
Roma, 18 gen. (Adnkronos) - "Dobbiamo credere al fatto che produrre cultura, ascoltare, conoscere i limiti dei comportamenti dei partiti già produce politica. E senza cultura non c'è politica. La seminagione che stiamo facendo oggi ha senso, ci devono essere forme diverse e nuove di partecipazione dei cittadini. Non ci rassegniamo che avanzi la morte della democrazia". Lo ha detto Graziano Delrio chiudendo l'incontro di Milano per il lancio di 'Comunità democratica'.
"Spero nasca uno slancio collettivo, una idea, per consolidare un lavoro comune e una capacità di ascolto. La società italiana esiste, esistono le persone che costruiscono, creano legami e rafforzano la democrazia - ha spiegato il senatore del Pd -. La politica ha la responsabilità di ascoltare questa voce. Bisogna che la politica apra le orecchie e sia in grado di mettersi all'ascolto. Dobbiamo mettere in campo la capacità di mettere l'oreccho sulle grida che si sentono".
Tutto questo "non si fa serrando i ranghi dei partiti ma se ci saranno il popolo, le parti sociali, le persone che comprendono l'urgenza di fare un salto politico. La nostra cultura oggi deve dire che l'urgenza per l'Italia è questa -ha proseguito Delrio-. I partiti non hanno tutte le risposte, non si può pensare che con l'unità dei partiti, del mio partito, si avranno le risposte. Si avranno aprendo le porte, abbiamo bisogno della capacità di ascolto, di rimettere l'orecchio. Questo deve essere il metodo che ci dobbiamo dare".
Per Delrio, "la risposta che c'è stata a questa iniziativa dimostra che non servono le articolazioni dei partiti ma serve qualcosa di più profondo. Ed è quel bisogno di far sentire la voce dei cittadini. Questo compito, quello di creare quel silenzio della politica che può ascoltare quelle voci, è molto appassionante".
Agrigento, 18 gen. (Adnkronos) - "Oggi è stata una giornata ricca di emozioni e densa di significati. Voglio ringraziare il nostro Presidente Sergio Mattarella per aver definito pubblicamente “Lampedusa avanguardia della civiltà europea ed espressione di cultura solidale”. Mi sono ulteriormente emozionato perché prima di lasciare il teatro, il Presidente si è soffermato ed abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola. Anche in questa circostanza ha elogiato il popolo che mi onoro di rappresentare, definendoci “isola bellissima e popolo straordinario, orgoglio del nostro paese”. Ho salutato il Presidente invitandolo a tornare a Lampedusa, e ci siamo lasciati con una calorosa stretta di mano". Così il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino. "Un grazie di cuore va anche al Presidente della Regione, Schifani, che ha avuto parole di apprezzamento per la mia isola, ed è sempre attento ai bisogni del mio Comune- dice -Grazie anche agli studenti che hanno preso parte a questa giornata, al Preside ed agli Insegnanti che li hanno accompagnati".
"Agrigento - cosi come gli altri territori della provincia - sono terre straordinarie che vantano un patrimonio storico, culturale e naturalistico, che non ha nulla da invidiare ad altre più rinomate località, anche non italiane- aggiunge -Ma tutti dobbiamo imparare ad essere più rispettosi e grati per quello che ci è stato lasciato. Ogni tanto “si cade”, come ci ricorda l’emozionante video di presentazione di Agrigento Capitale della Cultura, ma l’importante è alzarsi e mettersi a correre".
Roma, 18 gen (Adnkronos) - Meno 12, meno 7. Gli occhi di Giorgia Meloni, per una volta, non sono puntati sui sondaggi, sullo spread o sui dati dell'economia. Ma sulle previsioni meteo e le temperature previste a Washington, dove per lunedì è atteso l'arrivo di una sciabolata artica. Che non ha dissuaso la premier dal confermare la sua presenza all'inauguration day di Donald Trump.
Appuntamento alle 12.00 a Capitol building, per una cerimonia di insediamento del presidente eletto che vede presenti un gruppo esclusivo di invitati da parte dello Trump, a partire proprio dalla Meloni. Che torna a incontrare il presidente americano a pochi giorni dal blitz a Mar a lago, rivelatosi chiave per la liberazione della giornalista Cecilia Sala.
Eccezionalmente, proprio causa freddo, la cerimonia di insediamento si svolge al chiuso, giuramento e parata compresi, e non sulla nell'iconica location con la scalinata del West front del Congresso a fare da sfondo. Lo ha deciso lo stesso Trump. Per trovare un precedente del genere bisogna risalire al 1985, con Ronald Reagan ad insediarsi, anche allora, in una freddissima Washington. (segue)
(Adnkronos) - La data della cerimonia (il 20 gennaio), come anche l'orario (le 12) sono invece da sempre gli stessi, previsti dalla Costituzione per l'avvio delle nuove amministrazioni. Il programma è serrato e complesso, si parla di 250mila persone presenti a seguire la cerimonia, e prevede per la giornata di lunedì prima di tutto una messa alla St. John’s episcopal church.
Quindi Trump e la moglie Melania saranno alla Casa bianca per un tè con Joe Biden e la first lady Jill. Sarà poi proprio il presidente uscente ad accompagnare il successore al Campidoglio. Alle 9,30 l'artista country Carrie Underwood, star del talent American idol, intonerà 'America the beautiful'. Alle 11,30, scatterà la dead line per accedere alla cerimonia. Alle 12 (le 18 in Italia) è previsto il giuramento di Trump, che leggerò la formula di rito nelle mani del giudice della Corte suprema Brett Kavanaugh.
"Giuro solennemente che sosterrò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti contro tutti i nemici, stranieri e interni", è l'incipit della formula salutata dall'inno e dalle salve di cannone. Poi, il primo discorso nel neo presidente nel pieno delle sue funzioni e la firma di atti di nomina, memorandum e vari ordini esecutivi.
(Adnkronos) - A seguire, il primo pranzo ufficiale con ospiti e i leader delle istituzioni Usa e del Congresso nella sala delle Statue del Campidoglio. Alle 15, dopo che Trump avrà passato in rassegna i militari, la parata presidenziale che, sempre a causa del freddo, è stata spostata da Pennsylvania avenue alla Capital one arena, dove giocano i Wizards, le stelle Nba di Washington.
Una volta alla Casa bianca, ad attendere Trump sono i tre balli ufficiali, dove terrà dei discorsi: Commander in chief ball, Liberty inaugural ball e lo Starlight ball. Quest'ultimo è il più glamour e vede la partecipazione anche di Vip, sostenitori di Trump, sulle note tra gli altri dei Village people. Tra gli altri artisti scelti per esibirsi nelle varie cerimonie ci sono anche Kid Rock, Billy Ray Cyrus, Jason Aldean e Rascal Flatts.
A proposito di ospiti e Vip, alla cerimonia sono attesi tutti gli ex presidenti americani (Obama non sarà accompagnato da Michelle). Da segnalare che, quattro anni fa, Trump aveva disertato. A fare la parte del leone, i big della Silicon valley nonchè generosi donatori del neo presidentre: Mark Zuckerberg (Meta), Jeff Bezos (Amazon), Chew Shou Zi (TikTok), Tim Cook (Apple), Sam Altman (Open Ai), Sundar Pichai (Google) e ovviamente Elion Musk. Per quel che riguarda i politici, oltre a Meloni, in lista il presidente argentino Javier Milei, il premier ungherese Viktor Orban, il presidente del Salvador Nayib Bukele. Il presidente cinese Xi Jinping, destinatario di un invito, manderà un delegato.
Roma, 18 gen (Adnkronos) - "Saluto molto positivamente il fatto che si sia usciti da una dimensione pre politica e si ragioni sull'impegno in politica dei cattolici. Si è in politica con responsabilità individuali, nessuno parla a nome di qualcuno, se lo fa commette un peccato. Ma non si può essere soli, c'è bisogno di sentire il respiro di una comunità, di una comune appartenenza". Lo ha detto Lorenzo Guerini nel suo intervento al convegno di Milano di lancio di 'Comunità democratica'.
"Noi dobbiamo avere una intelligenza curiosa rispetto a ciò che si muove. Senza avere la preoccupazione di pre determinare esiti o di mettere una camicia, ma essendo curiosi e riconoscenti per quello che si muove. Questo fa bene alla politica e al Paese", ha proseguito il presidente del Copasir.
"Se non ascoltiamo noi chi lo deve fare? Poi le opzioni politiche sono nella responsabilità di ciascuno. Ma dare un contributo alla vita politica del Paese è fondamentale", ha detto Guerini che, tra le altre, cose ha indicato alcuni punti cardinali da seguire: "Sicurezza, non dobbiamo espungere questa parola dal nostro vocabolario e occuparcene. Come la parola integrazione. Uno dei terreni su cui fare salto di qualità, come la casa, è la politica di integrazione".
Milano, 18 gen. (Adnkronos) - Il gioiello torna ad adornare l'uomo. E lo fa con un audace scelta che lega idealmente gli ornamenti di potere del Rinascimento alle scelte contemporanee di libertà di stile. Nella seconda giornata di Vicenzaoro, il salone internazionale di Italian Exhibition Group in corso nel quartiere fieristico di Vicenza sino a martedì 21, lo show di Trendvision, osservatorio indipendente di IEG, racconta alle figure chiave del mercato internazionale del gioiello come pendenti, collane, puntali, aspri, fibbie e bottoni sono parte integrante dello stile e dell'identità maschile.
Nelle tele di maestri come van Dyke o Rembrandt, l'opulenza, lo status sociale si esprimono nei tessuti, nel taglio, e nel gioiello. E prima ancora nella storia, è tramite di una connessione spirituale con la natura e i suoi elementi, come ha ricordato l'attore e storyteller Fabrizio Raggi. «Solo nel Novecento c'è stata una parentesi minimalista che ha eclissato il gioiello dall'abbigliamento maschile. Ma oggi i temi dei diritti civili e dell'espressione di sé, hanno fatto tornare protagonista il gioiello nell'abbigliamento maschile. è la valorizzazione della diversità e dell'inclusività», racconta Paola De Luca, direttore creativo di Trendvision Jewellery + Forecasting.
Il viaggio per immagini di Trendvision parte dall'antropologia dell'ornamento, nel commento dotto della storica del gioiello Amanda Triossi ai ritratti di gentiluomini rinascimentali, sino a proiettarsi nella contemporaneità: con le voci del designer cinese Richard Wu e di Livia Lazzari fondatrice del brand Woodoo Jewels. Gioiello maschile, dunque una storia che si rinnova anziché vera e propria novità, che oggi si alimenta di nuove sensibilità e di nuove tecnologie. "Arte e ingegneria oggi si fondono e le nuove tecniche come la manifattura additiva eliminano i limiti creativi come li abbiamo conosciuti sin qui. Il prossimo passo è la stampa in 3D con più materiali", ha ricordato Damiano Zito, presidente e CEO di Progold una delle aziende italiane a più alto tasso di innovazione nel settore orafo.
Gli USA continueranno a rappresentare anche in prospettiva uno dei mercati più importanti per i gioielli Made in Italy. Lo afferma Stefania Trenti, responsabile Industry and Local Economies Research del Research Department di Intesa Sanpaolo, nell’evento di Club degli Orafi Italia e dal Research Department di Intesa Sanpaolo, nella seconda giornata di Vicenzaoro January in corso nel quartiere fieristico di IEG, e dedicato alle opportunità e alle sfide per le imprese orafe italiane nel mercato statunitense. Un'analisi utile per tracciare le prospettive future del settore, influenzate dalle decisioni della nuova amministrazione USA sui dazi, in un mercato dove l'Italia è il secondo partner commerciale degli Stati Uniti, dopo l'India, con una quota del 14% sulle importazioni americane di gioielli in oro nel 2023.
I primi nove mesi del 2024, segnati dalla campagna elettorale americana, hanno visto un calo dell’8,1% nelle esportazioni di gioielli in oro, a causa della concorrenza di India e Francia. Nel 2025, con una crescita globale attesa al 3%, si prevede un’evoluzione economica differenziata tra le varie aree del mondo. Tuttavia, secondo un’indagine del Club degli Orafi Italia e Intesa Sanpaolo, il settore italiano dimostra resilienza, con il 38% delle imprese intenzionate a esplorare nuovi mercati e a rivedere le politiche di prezzo per mantenere la competitività negli USA. Moderato da Laura Biason, direttore generale del Club degli Orafi Italia, l’evento ha ospitato in collegamento dal Texas Filippo Fusaro, direttore di ICE Houston, a cui è seguita la presentazione dello scenario macroeconomico e dei prezzi dei preziosi a cura di Daniela Corsini, senior economist responsabile della ricerca sulle commodity del Research Department di Intesa Sanpaolo. Conclusioni di Licia Mattioli, AD di Mattioli SpA, che ha illustrato il punto di vista di un’impresa fortemente coinvolta sul mercato statunitense.
Entrare nella gestione, passo passo, o con il coinvolgimento nella gestione o con l'affiancamento delle nuove generazioni delle famiglie fondatrici. Il tema è di oggi ed è l'architrave su cui si proietta il futuro del settore orafo-gioielliero made in Italy. Club degli Orafi Italia e Intesa Sanpaolo, nel ventennale della loro collaborazione per monitorare l'andamento economico dell'industry, hanno portato i risultati di una ricerca che tocca anche questo tema nella giornata iniziale di Vicenzaoro January 2025. Dunque passaggio di testimone, sì. Come? Le imprese intervistate, scelgono nel 77% dei casi la pratica più diffusa è quella del coinvolgimento progressivo nella gestione, mentre il 58% opta per l’affiancamento diretto dei giovani membri della famiglia. Ne hanno discusso Maria Cristina Squarcialupi, Presidente Club degli Orafi Italia e UnoAerre Industries, e Vicepresidente Federorafi, Alessandra Tognazzo, docente di Family Business all’Università degli Studi di Padova, e Andrea Buccellati, presidente onorario e direttore creativo Buccellati Holding Italia SpA, che ha illustrato un caso di successo nella gestione dell’affiancamento generazionale.
Milano, 18 gen. (Adnkronos) - Il gioiello torna ad adornare l'uomo. E lo fa con un audace scelta che lega idealmente gli ornamenti di potere del Rinascimento alle scelte contemporanee di libertà di stile. Nella seconda giornata di Vicenzaoro, il salone internazionale di Italian Exhibition Group in corso nel quartiere fieristico di Vicenza sino a martedì 21, lo show di Trendvision, osservatorio indipendente di IEG, racconta alle figure chiave del mercato internazionale del gioiello come pendenti, collane, puntali, aspri, fibbie e bottoni sono parte integrante dello stile e dell'identità maschile.
Nelle tele di maestri come van Dyke o Rembrandt, l'opulenza, lo status sociale si esprimono nei tessuti, nel taglio, e nel gioiello. E prima ancora nella storia, è tramite di una connessione spirituale con la natura e i suoi elementi, come ha ricordato l'attore e storyteller Fabrizio Raggi. «Solo nel Novecento c'è stata una parentesi minimalista che ha eclissato il gioiello dall'abbigliamento maschile. Ma oggi i temi dei diritti civili e dell'espressione di sé, hanno fatto tornare protagonista il gioiello nell'abbigliamento maschile. è la valorizzazione della diversità e dell'inclusività», racconta Paola De Luca, direttore creativo di Trendvision Jewellery + Forecasting.
Il viaggio per immagini di Trendvision parte dall'antropologia dell'ornamento, nel commento dotto della storica del gioiello Amanda Triossi ai ritratti di gentiluomini rinascimentali, sino a proiettarsi nella contemporaneità: con le voci del designer cinese Richard Wu e di Livia Lazzari fondatrice del brand Woodoo Jewels. Gioiello maschile, dunque una storia che si rinnova anziché vera e propria novità, che oggi si alimenta di nuove sensibilità e di nuove tecnologie. "Arte e ingegneria oggi si fondono e le nuove tecniche come la manifattura additiva eliminano i limiti creativi come li abbiamo conosciuti sin qui. Il prossimo passo è la stampa in 3D con più materiali", ha ricordato Damiano Zito, presidente e CEO di Progold una delle aziende italiane a più alto tasso di innovazione nel settore orafo.
Gli USA continueranno a rappresentare anche in prospettiva uno dei mercati più importanti per i gioielli Made in Italy. Lo afferma Stefania Trenti, responsabile Industry and Local Economies Research del Research Department di Intesa Sanpaolo, nell’evento di Club degli Orafi Italia e dal Research Department di Intesa Sanpaolo, nella seconda giornata di Vicenzaoro January in corso nel quartiere fieristico di IEG, e dedicato alle opportunità e alle sfide per le imprese orafe italiane nel mercato statunitense. Un'analisi utile per tracciare le prospettive future del settore, influenzate dalle decisioni della nuova amministrazione USA sui dazi, in un mercato dove l'Italia è il secondo partner commerciale degli Stati Uniti, dopo l'India, con una quota del 14% sulle importazioni americane di gioielli in oro nel 2023.
I primi nove mesi del 2024, segnati dalla campagna elettorale americana, hanno visto un calo dell’8,1% nelle esportazioni di gioielli in oro, a causa della concorrenza di India e Francia. Nel 2025, con una crescita globale attesa al 3%, si prevede un’evoluzione economica differenziata tra le varie aree del mondo. Tuttavia, secondo un’indagine del Club degli Orafi Italia e Intesa Sanpaolo, il settore italiano dimostra resilienza, con il 38% delle imprese intenzionate a esplorare nuovi mercati e a rivedere le politiche di prezzo per mantenere la competitività negli USA. Moderato da Laura Biason, direttore generale del Club degli Orafi Italia, l’evento ha ospitato in collegamento dal Texas Filippo Fusaro, direttore di ICE Houston, a cui è seguita la presentazione dello scenario macroeconomico e dei prezzi dei preziosi a cura di Daniela Corsini, senior economist responsabile della ricerca sulle commodity del Research Department di Intesa Sanpaolo. Conclusioni di Licia Mattioli, AD di Mattioli SpA, che ha illustrato il punto di vista di un’impresa fortemente coinvolta sul mercato statunitense.
Entrare nella gestione, passo passo, o con il coinvolgimento nella gestione o con l'affiancamento delle nuove generazioni delle famiglie fondatrici. Il tema è di oggi ed è l'architrave su cui si proietta il futuro del settore orafo-gioielliero made in Italy. Club degli Orafi Italia e Intesa Sanpaolo, nel ventennale della loro collaborazione per monitorare l'andamento economico dell'industry, hanno portato i risultati di una ricerca che tocca anche questo tema nella giornata iniziale di Vicenzaoro January 2025. Dunque passaggio di testimone, sì. Come? Le imprese intervistate, scelgono nel 77% dei casi la pratica più diffusa è quella del coinvolgimento progressivo nella gestione, mentre il 58% opta per l’affiancamento diretto dei giovani membri della famiglia. Ne hanno discusso Maria Cristina Squarcialupi, Presidente Club degli Orafi Italia e UnoAerre Industries, e Vicepresidente Federorafi, Alessandra Tognazzo, docente di Family Business all’Università degli Studi di Padova, e Andrea Buccellati, presidente onorario e direttore creativo Buccellati Holding Italia SpA, che ha illustrato un caso di successo nella gestione dell’affiancamento generazionale.