Agrigento, 18 gen.(Adnkronos) - "Agrigento, con l’isola di Lampedusa e i comuni della provincia, ha assunto come ispirazione, riferimento tematico e obiettivo di questo anno la relazione fra l’individuo, il prossimo e la natura, ponendo come fulcro l’accoglienza e la mobilità. Il programma delle iniziative presentato a un pubblico nazionale e internazionale è di grande interesse. Partendo dalla straordinaria eredità culturale del territorio, infatti, valorizza una variegata offerta culturale, nella quale tradizione, intersezioni e contaminazioni culturali consentono di definire una dimensione innovativa che guarda con fiducia allo sviluppo socio-economico che, con fatica ma con determinazione, la Sicilia ha già avviato". È questo uno dei passaggi centrali del saluto del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nella cerimonia di apertura di Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025, che si è svolta questa mattina al Teatro Pirandello, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, del presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno, del sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, del commissario straordinario del Libero Consorzio di Agrigento, Giovanni Bologna e di tutte le autorità locali.
"Di assoluto rilievo - ha aggiunto il presidente Schifani, interrotto più volte da applausi - è il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni, in una terra che troppe energie perde ancora a causa dell’emigrazione, affinché la cultura possa rappresentare un caposaldo della crescita personale e dell’intera comunità. Il titolo di Capitale della Cultura, che si è ormai consolidato dopo tante edizioni, offrirà ad Agrigento e all’intera Sicilia l’opportunità di rinsaldare e far conoscere le proprie radici, mostrandole agli italiani e agli stranieri che, siamo certi numerosi, verranno a visitarla".
"Da Agrigento, mentre nel Mediterraneo inizia a spirare un flebile vento di pace, la Capitale italiana della Cultura darà l'opportunità di far conoscere quell'incrocio di civiltà che è stato e che è – ha sottolineato - grazie alla capacità di comporre le differenze, di metterle a sistema, di ricondurre le antitesi a sintesi proprio attraverso la cultura e la sua bellezza senza tempo" "Il governo della Regione - ha continuato il governatore - ha avviato un’azione preparatoria di questo anno particolare promuovendo il concerto natalizio trasmesso dalla Valle dei templi in televisione. Un evento che ha avuto un significativo successo a livello nazionale. Il rilevante sostegno finanziario offerto dalla Regione è giustificato dalla convinzione che questo importante investimento culturale sia una straordinaria opportunità per tutta la Sicilia, così come lo sarà Gibellina prima Capitale italiana dell’Arte contemporanea nel 2026".
"Ad Agrigento, di fronte a questo suggestivo “mare africano, immenso e geloso”, inizia oggi un nuovo cammino. E sarà intersecato da opportunità che occorre cogliere, da sogni operosi da trasformare in nuove iniziative culturali ed imprenditoriali, sorrette dall’impegno per realizzazioni concrete. Questa antica Città – ha proseguito Schifani - come la Sicilia intera, è culla della cultura, della civiltà, della filosofia, della letteratura, del diritto, pur se tra le tremende contraddizioni delle difficoltà economiche e del peso della criminalità mafiosa, i due angeli neri dai quali ci stiamo progressivamente affrancando con una scelta di popolo che si è alimentata col sacrificio di eroi che hanno offerto la loro vita. Pirandello diceva di esser nato in Sicilia e che qui “l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte”".
"Proprio partendo dalla consapevolezza di sé, del proprio retaggio storico, dell’immensa eredità culturale ricevuta, del prezioso ecosistema da preservare e tramandare alle future generazioni - ha concluso il presidente Schifani - ci si deve aprire all’altro, alla comunità, alla natura, al confronto, spesso misterioso, con la diversità (culturale, religiosa, etnica), alla natura. Una visione relazionale, di accoglienza, di dialogo che è l’antico retaggio di un’identità plurale condivisa. Noi in Sicilia facciamo così da secoli. Ed Agrigento potrà essere ancora una volta testimonianza ed emblema dalla cultura siciliana ed italiana".
Januaria Piromallo
Giornalista e scrittrice
Società - 14 Gennaio 2025
Oliviero Toscani: storia di uno scippo e di una grande amicizia
Una nostra chiacchierata é diventata un capitolo del mio libretto Napoli, ti Odio! Sveglia, ci prendono per il culo! ( Guida Editori). Ti divertiva il titolo, in sintonia con il tuo pensiero senza filtri, controcorrente. Non ho fatto in tempo a portarti una copia. Tranquillo, ci penserà Musk a portartela nell’”Altrove”. Avevano due grandi amici in comune, da Maurizio Vitale, lo chiamavi il Maradona del jeans, e Kirsten Gille, la modella favolosa di alcune tue campagne più famose. Ti piaceva lavorare a Napoli e di ritratti belli e veraci hai rivestito la fermata della metropolitana di via Toledo, quella dell’onda azzurra di mosaico e hai fotografato i ragazzi di Scampia.
Mi parlavi anche dello scippo subito. Non a Napoli, ma a Milano. Il guru dell’immagine shock scippato della sua creatività. Lo slogan “Chi mi ama mi segua”, fra i più famosi nel mondo della pubblicità, era stampato a caratteri cubitali sul sedere debordante di Donna Jordan. Fu il primo colpo di genio di Toscani a finire sotto censura. Arrivano querele, una scomunica e sequestro di manifesti da parte della polizia Buon Costume per offesa alla Morale Pubblica. Altro botto con “Non avrai altro jeans all’infuori di me”, con la mano insinuante di Kirsten che si infila nella patta. Il jeans si chiama Jesus. Passeggiavamo per Times Square con Maurizio Vitale, un imprenditore torinese visionario, fummo folgorati da una scritta al neon: Jesus Christ. Lo chiamammo Jesus perché era un nome che non aveva bisogno di copyright. Mai avremmo immaginato che sarebbe finito sotto processo. Davanti ai giudici Maurizio se la inventa: “Signor presidente, io non volevo far riferimento alla frase di Gesù, bensì a quella identica, pronunciata da Filippo il Bello per convincere i nobili a seguirlo nella guerra contro i feudatari ribelli di Francia”. La racconta così bene che gli credono. Assolto.
Vabbè adesso Oliviero parlami dello scippo: “Eravamo nella mia cucina di casa. Donna Jordan, la modella, si infilò i suoi shorts, parete bianca e scattai la foto. Dopodiché la portai a Emanuele Pirella, era allora un giovane pubblicitario. Lui fece solo la grafica, autore della fotografia e dello slogan sono solo io. Io sono sempre stato l’art director dei miei lavori”.
Flashback. Come hai conosciuto Maurizio Vitale? “Si presentò da me, lavoravo come fotografo da Vogue in Piazza Castello a Milano. Mi disse che voleva rivoluzionare l’azienda di famiglia che vendevano canottiere e calzini. Perché non fai jeans? Ma quelli li fanno in America, mi rispose. Invece nel 1979 Vitale annuncia l’accordo da 100 milioni di dollari per la produzione dei Jesus in Urss. È una rivoluzione. Inventa le sponsorizzazioni nel mondo dello sport e i testimonial e mette il marchio Robe di Kappa sulle maglie della Juventus…” Ma è come se tutte queste fortune reclamassero una dose massiccia di dolore. Muore la figlioletta di Maurizio, appena nata, perde la moglie in un grave incidente stradale, e l’anno dopo scopre di avere l’Aids. Il suo è uno dei cinque casi italiani “ufficiali” di contagio eterosessuale. Muore nel 1987 a soli 42 anni. Il brand muore con lui, l’azienda fallisce. Ma rinasce alle soglie del 2000 grazie a Marco Boglione, l’assistente di Maurizio (aveva 25 anni quando lo assunse come direttore marketing). La storia ricomincia. Marco ha lo stesso intuito di Maurizio, assume i tre figli di Maurizio, Juni, Tancredi e Oliviero (chiamato così per onorare l’amicizia con il fotografo). E oggi Kappa è sponsor ufficiale della Fisi, federazione sport invernali e delle Olimpiadi.
“Non c’è giorno che non pensi a Maurizio – ricorda Oliviero – L’ultima volta che lo vidi era su una sedia a rotelle. Ci abbracciammo così forte, sembrava che non dovessimo più staccarci. È rimasto così, non ci siamo mai staccati”. Oliviero e Maurizio, un’amicizia geniale, è già un copione da film.
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Caso Ramy, mi sembra eccessiva questa mobilitazione persino violenta
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Gaza, la tregua e i nomi degli ostaggi. L’Idf: “Pronti ad accoglierli. Cessate il fuoco alle 8.30 di domenica”. Intercettato missile dallo Yemen
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Santanchè a processo, da Meloni e da Fdi non arriva alcuna difesa. La ministra più vicina all’addio
Roma, 18 gen. (Adnkronos) - "Questa mattina , accogliendo anche una proposta del presidente della Comunità ebraica De Paz, dalla finestra di Palazzo D'Accursio a Bologna sventolano affiancate tre bandiere: quella israeliana, quella palestinese e la bandiera della pace". Lo afferma Emanuele Fiano, presidente di Sinistra per Israele, che, aggiunge, "plaude a questa decisione del sindaco di Bologna, che dà rappresentazione all’unica possibile soluzione per giungere ad una pace duratura: il riconoscimento ad entrambi i popoli, israeliano e palestinese, del pieno diritto di autodeterminarsi e di vivere in un proprio Stato indipendente in pace e sicurezza".
Agrigento, 18 gen.(Adnkronos) - "Agrigento, con l’isola di Lampedusa e i comuni della provincia, ha assunto come ispirazione, riferimento tematico e obiettivo di questo anno la relazione fra l’individuo, il prossimo e la natura, ponendo come fulcro l’accoglienza e la mobilità. Il programma delle iniziative presentato a un pubblico nazionale e internazionale è di grande interesse. Partendo dalla straordinaria eredità culturale del territorio, infatti, valorizza una variegata offerta culturale, nella quale tradizione, intersezioni e contaminazioni culturali consentono di definire una dimensione innovativa che guarda con fiducia allo sviluppo socio-economico che, con fatica ma con determinazione, la Sicilia ha già avviato". È questo uno dei passaggi centrali del saluto del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nella cerimonia di apertura di Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025, che si è svolta questa mattina al Teatro Pirandello, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, del presidente dell'Ars, Gaetano Galvagno, del sindaco di Agrigento, Francesco Micciché, del commissario straordinario del Libero Consorzio di Agrigento, Giovanni Bologna e di tutte le autorità locali.
"Di assoluto rilievo - ha aggiunto il presidente Schifani, interrotto più volte da applausi - è il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni, in una terra che troppe energie perde ancora a causa dell’emigrazione, affinché la cultura possa rappresentare un caposaldo della crescita personale e dell’intera comunità. Il titolo di Capitale della Cultura, che si è ormai consolidato dopo tante edizioni, offrirà ad Agrigento e all’intera Sicilia l’opportunità di rinsaldare e far conoscere le proprie radici, mostrandole agli italiani e agli stranieri che, siamo certi numerosi, verranno a visitarla".
"Da Agrigento, mentre nel Mediterraneo inizia a spirare un flebile vento di pace, la Capitale italiana della Cultura darà l'opportunità di far conoscere quell'incrocio di civiltà che è stato e che è – ha sottolineato - grazie alla capacità di comporre le differenze, di metterle a sistema, di ricondurre le antitesi a sintesi proprio attraverso la cultura e la sua bellezza senza tempo" "Il governo della Regione - ha continuato il governatore - ha avviato un’azione preparatoria di questo anno particolare promuovendo il concerto natalizio trasmesso dalla Valle dei templi in televisione. Un evento che ha avuto un significativo successo a livello nazionale. Il rilevante sostegno finanziario offerto dalla Regione è giustificato dalla convinzione che questo importante investimento culturale sia una straordinaria opportunità per tutta la Sicilia, così come lo sarà Gibellina prima Capitale italiana dell’Arte contemporanea nel 2026".
"Ad Agrigento, di fronte a questo suggestivo “mare africano, immenso e geloso”, inizia oggi un nuovo cammino. E sarà intersecato da opportunità che occorre cogliere, da sogni operosi da trasformare in nuove iniziative culturali ed imprenditoriali, sorrette dall’impegno per realizzazioni concrete. Questa antica Città – ha proseguito Schifani - come la Sicilia intera, è culla della cultura, della civiltà, della filosofia, della letteratura, del diritto, pur se tra le tremende contraddizioni delle difficoltà economiche e del peso della criminalità mafiosa, i due angeli neri dai quali ci stiamo progressivamente affrancando con una scelta di popolo che si è alimentata col sacrificio di eroi che hanno offerto la loro vita. Pirandello diceva di esser nato in Sicilia e che qui “l’uomo nasce isola nell’isola e rimane tale fino alla morte”".
"Proprio partendo dalla consapevolezza di sé, del proprio retaggio storico, dell’immensa eredità culturale ricevuta, del prezioso ecosistema da preservare e tramandare alle future generazioni - ha concluso il presidente Schifani - ci si deve aprire all’altro, alla comunità, alla natura, al confronto, spesso misterioso, con la diversità (culturale, religiosa, etnica), alla natura. Una visione relazionale, di accoglienza, di dialogo che è l’antico retaggio di un’identità plurale condivisa. Noi in Sicilia facciamo così da secoli. Ed Agrigento potrà essere ancora una volta testimonianza ed emblema dalla cultura siciliana ed italiana".
Roma, 18 gen. (Adnkronos) - “La Procura smentisce la ricostruzione della sinistra sulla morte del povero Ramy. Una ricostruzione che ha alimentato un clima di odio e violenza nei confronti delle nostre Forze dell’Ordine che invece meritano vicinanza e rispetto. È anche per questo che Fratelli d’Italia sostiene l’approvazione del ddl sicurezza”. Così ai tg Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Roma, 18 gen. (Adnkronos) - "Da Ruffini sono venute oggi parole misurate e rispettose degli avversari, secondo lo stile di un civile servitore che ha avuto anche la stima della destra. La sua sfida va raccolta anche nel centrodestra: serve una nuova forza di ispirazione cristiana che razionalizzi una presenza dei cattolici fin qui disordinata, scomposta e politicamente irrilevante". Così il presidente della Dc Gianfranco Rotondi.
Roma, 18 gen. (Adnkronos) - "Sono contento che il sindaco della città di Bologna, Matteo Lepore, abbia deciso l’esposizione dal Palazzo municipale della bandiera israeliana e di quella palestinese. ‘Due popoli e due Stati’ è la vocazione tradizionale della politica estera italiana ed è il rinnovato impegno che dobbiamo assumere oggi, in un momento di turbolenze assai preoccupanti per la pace nel mondo. Non basta un accordo di cessate il fuoco emergenziale: è necessario intraprendere con coraggio la strada della convivenza stabile e duratura. L’Europa faccia finalmente sentire la sua voce con maggiore incisività. Il gesto simbolico del Comune di Bologna sia di auspicio per tutti”. Lo scrive Pier Ferdinando Casini su Facebook.
Agrigento, 18 gen. (Adnkronos) - All’uscita nel cortile del teatro Pirandello di Agrigento, al termine della cerimonia per Agrigento Capitale della Cultura, l’orchestra ha suonato al passaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le musiche di 'Nuovo cinema Paradiso' e il Capo dello Stato si è fermato per qualche istante ad ascoltare. Poi è uscito a salutare i cittadini che hanno assistito alla cerimonia davanti al maxischermo.
Agrigento, 18 gen. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato salutato, al termine del suo intervento, da una standing ovation all Teatro Pirandello di Agrigento. Tutti in piedi per salutare il Capo dello Stato che ha raggiunto anche le ultime file con i sindaci che indossano il tricolore per una stretta di mano.