Quindici mesi, quasi 50mila morti. Una guerra. Iniziata dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 contro Israele e finita – forse – il 15 gennaio 2025 grazie all’accordo sulla tregua e sulla liberazione degli ostaggi. In mezzo l’operazione militare dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza, i raid in Libano e Yemen e i due attacchi diretti dell’Iran nei confronti di Israele, passando per l’uccisione dei leader di Hamas e Hezbollah, Ismail Haniyeh, Mohammed Deif, Yahya Sinwar e Hassan Nasrallah. Ecco i principali fatti accaduti nella regione.
7 OTTOBRE 2023 – HAMAS LANCIA L’OPERAZIONE ‘ALLUVIONE AL-AQSA’ – All’alba del 7 ottobre, shabbat e ultimo giorno della festività ebraica di Sukkot, Hamas lancia l’operazione ‘Alluvione Al Aqsa’. Circa 3mila terroristi abbattono le recinzioni che dividono la Striscia di Gaza con lo Stato di Israele facendo irruzione nei kibbutz e nelle città vicine con auto, pick-up, motociclette e parapendii a motore. Viene preso di mira anche il festival musicale ‘Nova’, dove erano radunati migliaia di giovani. Contestualmente vengono lanciati oltre 5mila razzi verso Israele, dalle città del sud fino a Tel Aviv. Le forze armate dello Stato ebraico sono prese alla sprovvista e il bilancio è tragico: oltre 1200 vittime israeliane, mentre 251 persone vengono prese in ostaggio e portate nella Striscia di Gaza. Fra i dispersi anche tre cittadini italo-israeliani. Il gruppo sciita Hezbollah lancia dal Libano razzi verso il nord di Israele. Il premier Benjamin Netanyahu dichiara lo stato di guerra.
8 OTTOBRE 2023 – ISRAELE LANCIA L’OPERAZIONE ‘SPADE DI FERRO’ – Israele richiama circa 300mila riservisti e lancia l’operazione ‘Spade di ferrò, iniziando a bombardare la Striscia di Gaza e dando il via all’assedio. ‘Risponderemo con un’irruenza che il nemico non ha mai conosciuto e vinceremò, dichiara il premier Benjamin Netanyahu. L’11 ottobre il primo ministro forma un governo di emergenza e poche ore dopo avverte la popolazione palestinese di lasciare il nord di Gaza.
18 OTTOBRE 2023 – IL PRESIDENTE AMERICANO JOE BIDEN FA VISITA IN ISRAELE – Il presidente americano Joe Biden va in Israele per una visita lampo. La Casa Bianca conferma il suo massimo sostegno e l’invio di aiuti militari. Biden promette anche l’invio di aiuti umanitari per la popolazione civile di Gaza. Washington mette in chiaro che Israele ‘ha il diritto di rispondere’, ma invita il governo a ‘non commettere gli stessi errori’ effettuati dagli Usa dopo l’11 settembre.
20 OTTOBRE 2023 – HAMAS RILASCIA DUE OSTAGGI ISRAELO-AMERICANI – Hamas rilascia due ostaggi israelo-americani ‘per motivi umanitari’. Si tratta di Judith e Natalie Raanan, madre e figlia. Il 23 ottobre, con la stessa motivazione, vengono liberate anche due anziane donne israeliane, Yocheved Lifshitz, 85 anni, e Nurit Cooper, 79.
23 OTTOBRE 2023 – TUTTI DECEDUTI I CITTADINI ITALO-ISRAELIANI DISPERSI DOPO L’ATTACCO DEL 7 OTTOBRE – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani conferma la morte dei tre cittadini italo-israeliani dispersi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Gli ultimi corpi a essere identificati sono quelli di Nir Forti, 29enne che si trovava al Nova Festival, e di Liliach Le Havron, uccisa nel kibbutz di Bèeri insieme al marito Eviatar Moshe Kipnis, il cui cadavere era stato riconosciuto grazie all’esame del dna due giorni prima
27 OTTOBRE 2023 – ISRAELE INIZIA L’INVASIONE DI TERRA DI GAZA – Nella notte Israele inizia le operazioni di terra nella Striscia di Gaza puntando a isolare la città di Gaza e la parte nord della Striscia da quella meridionale. Nei giorni seguenti inizia l’evacuazione da Gaza attraverso il valico di Rafah dei cittadini con passaporto straniero, doppia cittadinanza o malati gravi. Per il resto dei cittadini gazawi invece non ci sono vie di uscita.
30 OTTOBRE 2023 – RITROVATO IL CORPO DI SHANI LOUK A GAZA – Il corpo della cittadina israelo-tedesca Shani Louk, che si riteneva fosse stata rapita durante l’assalto di Hamas al Nova festival, viene ritrovato a Gaza. La giovane era stata ripresa in un video che aveva fatto il giro del mondo mentre giaceva immobile sul retro di un camion dei miliziani palestinesi.
16 NOVEMBRE 2023 – LE TRUPPE ISRAELIANE ASSEDIANO L’OSPEDALE AL SHIFA – L’esercito israeliano dà il via a un’operazione presso l’ospedale Al Shifa, il più grande nella Striscia di Gaza. Secondo l’Idf la struttura verrebbe utilizzata come base da Hamas. L’irruzione dura diversi giorni.
19 NOVEMBRE 2023 – GLI HOUTHI SEQUESTRANO UNA NAVE NEL MAR ROSSO – I ribelli yemeniti Houthi sequestrano la nave mercantile ‘Galaxy Leader‘, di proprietà di una compagnia israeliana e battente bandiera delle Bahamas. Il gruppo sciita annuncia che avrebbe preso di mira tutte le navi di proprietà israeliana o che operano per compagnie israeliane o che battano bandiera israeliana fino alla cessazione delle ostilità a Gaza.
24 NOVEMBRE 2023 – ENTRA IN VIGORE LA TREGUA FRA ISRAELE E HAMAS – Entra in vigore la tregua fra Israele e Hamas, mediata dal Qatar insieme e Egitto e Stati Uniti. La pausa umanitaria, inizialmente di quattro giorni, viene prolungata fino all’1 dicembre. Nel corso di questo arco temporale vengono rilasciati 105 ostaggi in cambio di circa 240 detenuti palestinesi.
1 DICEMBRE 2023 – TERMINA LA TREGUA E RIPRENDONO I COMBATTIMENTI A GAZA – Termina la tregua fra Israele e Hamas e nella Striscia di Gaza riprendono i combattimenti. L’esercito israeliano concentra le sue operazioni soprattutto nella zona di Khan Younis, che viene pesantemente bombardata.
15 DICEMBRE 2023 – L’IDF UCCIDE PER ERRORE TRE OSTAGGI A GAZA – L’esercito israeliano annuncia di aver ucciso per errore tre ostaggi nei combattimenti in corso a Shejaiya, un quartiere della città di Gaza. A cadere sotto il fuoco amico sono Yotam Haim, Samer Fouad al-Talalka e Alon Lulu Shamriz. Le forze armate dello Stato ebraico sostengono che i soldati li avevano scambiati per miliziani di Hamas.
2 GENNAIO 2024 – UCCISO A BEIRUT SALEH AROURI, VICE CAPO DELL’UFFICIO POLITICO DI HAMAS – L’esercito israeliano uccide con un raid mirato a Beirut, capitale del Libano, Saleh Arouri, vice capo dell’ufficio politico di Hamas e comandante dell’ala militare in Cisgiordania. È il primo assassinio mirato nei confronti di un rappresentante dei vertici del gruppo palestinese al di fuori dei confini di Gaza.
11 GENNAIO 2024 – IL SUDAFRICA PRESENTA DENUNCIA PER GENOCIDIO CONTRO ISRAELE DAVANTI ALLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA – Il Sudafrica intenta una causa per genocidio contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia (Cig) chiedendo lo stop immediato delle operazioni militari a Gaza. Nel documento il Sudafrica accusa Israele di commettere azioni di carattere genocida con l’intento di eliminare, totalmente o in parte, la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza.
9 FEBBRAIO 2024 – ISRAELE ORDINA L’EVACUAZIONE DI RAFAH, L’IDF LIBERA DUE OSTAGGI – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ordina l’evacuazione dei civili dall’area di Rafah nel sud della Striscia di Gaza in vista di operazioni militari da parte dell’Idf. Nella stessa Rafah il 12 febbraio le forze israeliane liberano due ostaggi. Sono Fernando Simon Marman, di 60 anni, e Louis Har, di 70 anni.
29 FEBBRAIO 2024 – ASSALTO DEI CIVILI AI CAMION AIUTI UMANITARI, OLTRE 100 MORTI – Oltre 100 civili muoiono e più di 700 rimangono feriti nella Striscia di Gaza in un assalto a una colonna di tir di aiuti umanitari. Hamas accusa l’esercito israeliano di aver sparato sulla popolazione inerme e affamata, mentre secondo Israele le vittime sono state causate dalla calca dopo che migliaia di persone si erano radunate intorno ai mezzi.
11 MARZO 2024 – UCCISO MARWAN ISSA, NUMERO TRE DI HAMAS A GAZA – Marwan Issa, numero tre di Hamas a Gaza e vicecomandante dell’ala militare delle Brigate Qassam, viene ucciso in un attacco israeliano effettuato nel centro della Striscia di Gaza, nella zona di Nuseirat. L’Idf conferma la sua morte il 26 marzo rivendicandone la paternità. Insieme a lui viene assassinato anche un altro comandante di Hamas.
25 MARZO 2024 – RISOLUZIONE ONU CHIEDE IL CESSATE IL FUOCO A GAZA – Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approva una risoluzione per un cessate il fuoco nella striscia di Gaza, la liberazione immediata di tutti gli ostaggi tenuti da Hamas e invita Israele a fare di più per facilitare l’ingresso di aiuti umanitari nel territorio.
1 APRILE 2024 – SETTE OPERATORI UMANITARI UCCISI DA BOMBARDAMENTO ISRAELIANO A GAZA – Sette operatori della ong statunitense World central kitchen, che consegna aiuti alimentari agli abitanti della Striscia di Gaza, restano uccisi in un bombardamento israeliano. Le vittime erano originarie di vari paesi, tra cui Australia, Polonia e Regno Unito. L’ong annuncia contestualmente la sospensione delle attività nella regione.
1 APRILE 2024 – ISRAELE COLPISCE IL CONSOLATO IRANIANO A DAMASCO – Il consolato iraniano a Damasco, capitale della Siria, viene colpito in un raid israeliano. I morti, secondo le autorità iraniane, sono sedici. Fra loro anche diversi membri dei pasdaran, tra cui il generale Mohammad Reza Zahed, comandante delle forze Quds, e il suo vice. Teheran promette vendetta.
13 APRILE 2024 – L’IRAN LANCIA UN ATTACCO DIRETTO A ISRAELE COME RITORSIONE PER I FATTI DAMASCO – Nella notte per la prima volta l’Iran lancia un attacco diretto contro lo Stato di Israele, in risposta al bombardamento del consolato iraniano a Damasco. Vengono utilizzati missili balistici, da crociera e oltre 300 droni. Il sistema di difesa israeliano Iron Dome, coadiuvato dai Paesi alleati e anche dalla Giordania, respinge la minaccia. Nessun cittadino rimane ferito e non si registrano danni gravi sul territorio israeliano.
19 APRILE 2024 – ISRAELE SFERRA CONTRATTACCO CONTRO l’IRAN – Israele compie la sua ritorsione nei confronti dell’Iran attaccando una base aerea militare nei pressi della città di Isfahan, a circa 400 chilometri da Teheran. L’Iran minimizza l’accaduto parlando di ‘attacco fallito’. Il leader dell’estrema destra israeliana Itamar Ben-Gvir parla di attacco ‘debole’ scatenando le reazioni dell’opposizione.
7 MAGGIO 2024 – ISRAELE LANCIA OPERAZIONE DI TERRA A RAFAH – Israele lancia un’operazione di terra a Rafah, al confine con l’Egitto, e prende il controllo della parte palestinese del valico isolando di fatto la Striscia di Gaza. L’azione dello Stato ebraico viene criticata in maniera pressoché unanime dalla comunità internazionale, mentre secondo l’esercito il valico era utilizzato da Hamas ‘per scopi terroristicì.
20 MAGGIO 2024 – PROCURATORE CPI CHIEDE MANDATO D’ARRESTO PER NETANYAHU E LEADER DI HAMAS – Il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan chiede il mandato di arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e per il ministro della Difesa, Joav Gallant. La stessa richiesta viene effettuata per i leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh. Israele definisce la richiesta ‘una vergognà e critiche arrivano anche dal Segretario di Stato americano, Antony Blinken.
31 MAGGIO 2024 – BIDEN ANNUNCIA UNA ROAD MAP PER IL CESSATE IL FUOCO – Il presidente americano Joe Biden annuncia una road map proposta da Israele ad Hamas per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Il piano si compone di tre fasi che partono dalla tregua fino a un piano per la ricostruzione di Gaza, passando per la cessazione definitiva delle ostilità. Hamas rende noto di accettare la proposta ma i negoziati non decollano.
8 GIUGNO 2024 – L’ESERCITO ISRAELIANO LIBERA 4 OSTAGGI, ANCHE NOA ARGAMANI, SIMBOLO del 7 OTTOBRE – Con un blitz nella zona di Nuseirat, nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano libera 4 ostaggi. Fra loro c’è anche la giovane Noa Argamani, rapita al Nova Festival. Le sue immagini mentre veniva portata via in moto dai miliziani di Hamas verso la Striscia di Gaza erano diventate uno dei simboli del 7 ottobre. Insieme a lei tornano liberi anche Almog Meir Jan, Andrey Kozlov e Shlomi Ziv.
13 LUGLIO 2024 – ISRAELE UCCIDE IL CAPO MILITARE DI HAMAS, MOHAMMED DEIF – In un raid su Khan Younis, nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano uccide Mohammed Deif, leader militare di Hamas. La conferma da parte dell’Idf arriva l’1 agosto in seguito a ‘sicurè informazioni di intelligence. Deif era soprannominato ‘il fantasma di Gazà, dopo essere sopravvissuto a vari tentativi di assassinio da parte di Israele che lo avevano reso cieco da un occhio e presumibilmente paralizzato su una sedia a rotelle.
27 LUGLIO 2024 – MISSILE DAL LIBANO FA STRAGE IN UN VILLAGGIO DRUSO – Un missile proveniente dal Libano causa una strage di civili nel villaggio druso di Majdal Shams, sulle Alture del Golan. I morti sono 12, bambini e adolescenti che stavano giocando in un campo da calcio. Hezbollah nega di essere responsabile dell’accaduto.
30 LUGLIO 2024 – ISRAELE UCCIDE FUAD SHUKR, COMANDANTE MILITARE DI HEZBOLLAH, IN UN RAID A BEIRUT – L’esercito israeliano uccide in un raid a Beirut l’alto comandante di Hezbollah Fuad Shukr. L’uomo faceva parte del Consiglio della Jihad, il massimo organo militare dell’organizzazione sciita, ed era il capo della sua divisione strategica.
31 LUGLIO 2024 – IL CAPO POLITICO DI HAMAS ISMAIL HANIYEH UCCISO A TEHERAN – Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, viene ucciso insieme alla sua guardia del corpo a Teheran in quello che, pur non essendo mai stato rivendicato, è considerato da tutti gli osservatori internazionali un raid israeliano. Haniyeh si trovava in una struttura gestita da militari iraniani dopo aver partecipato alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. Teheran giura vendetta.
15 AGOSTO 2024 – SUPERATI I 40MILA MORTI A GAZA – Il ministero della Salute delle Striscia di Gaza, controllato da Hamas, annuncia che il bilancio dei palestinesi uccisi dall’inizio della guerra lo scorso 7 ottobre ha superato la soglia dei 40mila. I feriti sono oltre 92mila.
19 AGOSTO 2024 – L’ESERCITO ISRAELIANO RECUPERA I CORPI DI 6 OSTAGGI MORTI A GAZA – Le Forze di difesa israeliane recuperano nella Striscia di Gaza i corpi di sei ostaggi rapiti il 7 ottobre nella zona di Khan Younis. Si tratta di Alex Dancyg, 75 anni, Yagev Buchshtav, 35 anni, Chaim Peri, 79 anni, Yoram Metzger, 80 anni, Nadav Popplewell, 51 anni, e Avraham Munder, 78 anni.
25 AGOSTO 2024 – ISRAELE LANCIA UN MASSICCIO ATTACCO PREVENTIVO CONTRO HEZBOLLAH – L’esercito israeliano lancia un massiccio ‘attacco preventivò contro le postazioni di Hezbollah in Libano per ‘prevenire attacchi su larga scalà da parte della milizia sciita. ‘Erano pronti ad attaccare Israele e abbiamo dato ordine di agire per eliminare la minaccià, afferma il primo ministro Benjamin Netanyahu.
31 AGOSTO 2024 – L’IDF TROVA I CADAVERI DI 6 OSTAGGI E ACCUSA HAMAS DI AVERLI GIUSTIZIATI – L’esercito israeliano trova i cadaveri di sei ostaggi in un tunnel sotto la città di Rafah. Si tratta dell’israelo-americano Hersh Goldberg-Polin, di Eden Yerushalmi, Ori Danino, Alex Lubnov, Carmel Gat e Almog Sarusi. Secondo l’Idf sarebbero stati giustiziati da Hamas nelle ore precedenti l’arrivo dei soldati. Nella stessa zona era stato salvato tre giorni prima l’ostaggio di origine beduina Kaid Farhan Alkadi.
17 SETTEMBRE 2024 – IN LIBANO ESPLODONO MIGLIAIA DI CERCAPERSONE E WALKIE-TALKIE – In Libano, e più limitatamente in Siria, esplodono centinaia di cercapersone in possesso dei miliziani di Hezbollah. Il giorno successivo lo stesso accade con i walkie-talkie. I decessi secondo le autorità libanesi sono almeno venti. I feriti oltre 450. Israele non commenta l’accaduto. Il Mossad è l’indiziato principale.
27 SETTEMBRE 2024 – RAID ISRAELIANO UCCIDE A BEIRUT IL LEADER DI HEZBOLLAH HASSAN NASRALLAH – Un potente attacco israeliano con bombe anti bunker uccide a Beirut il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Con lui muoiono anche Ali Karaké, il comandante del fronte meridionale di Hezbollah, e altri dirigenti. Nasrallah, 64 anni, era a capo di Hezbollah dal 1992 e non appariva mai in pubblico, limitandosi a interventi video che venivano preregistrati e trasmessi da una località segreta. L’operazione con cui viene ucciso Nasrallah viene chiamata ‘Nuovo Ordinè.
30 SETTEMBRE 2024 – ISRAELE LANCIA UN’OPERAZIONE DI TERRA MIRATA IN LIBANO – Israele lancia ‘Frecce del nord’, un’operazione terrestre ‘mirata e limitatà nel Libano meridionale contro infrastrutture di Hezbollah. L’obiettivo è quello di far rientrare nelle loro case gli abitanti delle zone al confine con il territorio libanese. Israele invita i cittadini libanesi a evacuare le aree in cui opera Hezbollah e afferma che l’operazione sarà ‘la più breve possibilè.
1 OTTOBRE 2024 – ATTACCO TERRORISTICO A GIAFFA, 7 MORTI E 16 FERITI – Sette persone restano uccise e sedici ferite in un attacco terroristico a Giaffa, quartiere misto arabo-ebraico nell’area metropolitana di Tel Aviv. I due autori hanno 19 e 25 anni ed entrambi sono residenti a Hebron, in Cisgiordania. I due hanno prima aperto il fuoco all’interno di un vagone della metropolitana leggera e successivamente sono scesi e hanno continuato a sparare ai passanti. Uno è stato ucciso sul posto, mentre il secondo è rimasto gravemente ferito.
1 OTTOBRE 2024 – L’IRAN ATTACCA ISRAELE, LANCIATI CIRCA 200 MISSILI BALISTICI – Per la seconda volta dal 7 ottobre 2023 l’Iran lancia un attacco diretto nei confronti di Israele, in risposta alle uccisioni di Ismail Haniyeh e Hassan Nasrallah. Vengono utilizzati circa 200 missili balistici. L’Iron Dome, il sistema di difesa israeliano, coadiuvato dalle forze alleate, respinge l’attacco. L’unica vittima è un cittadino palestinese nella città di Gerico, colpito dai detriti di un missile caduto. Israele annuncia una reazione e Teheran minaccia: ‘Se lo farete, vi ridurremo in cenerè.
16 OTTOBRE 2024 – L’ESERCITO ISRAELIANO UCCIDE A GAZA IL LEADER DI HAMAS YAHYA SINWAR – Yahya Sinwar, leader di Hamas, viene ucciso dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Secondo la ricostruzione fornita dall’Idf, la ‘primula rossà del movimento palestinese viene ucciso insieme ad altri due miliziani nel corso di un pattugliamento nella zona di Rafah. Solo una volta ispezionato il cadavere i soldati si rendono conto della somiglianza con Sinwar. Il giorno successivo il governo israeliano, dopo aver effettuato le analisi del Dna, conferma la sua identità. Successivamente anche Hamas ufficializza il decesso del leader.
26 OTTOBRE 2024 – ISRAELE LANCIA ATTACCO CONTRO L’IRAN, COLPITE STRUTTURE DI PRODUZIONE MISSILI MA RISPARMIATI GLI IMPIANTI NUCLEARI – Nella notte fra il 25 ottobre e le prime ore del 26, Israele lancia un nuovo attacco, della durata di diverse ore, sul territorio iraniano. Lo Stato ebraico comunica di aver colpito le ‘strutture di produzione di missili utilizzati contro lo stato di Israele nell’ultimo annò e invita Teheran a non reagire, perché in caso contrario ‘pagherebbe un prezzo altò. Israele, su pressione dell’amministrazione Biden, evita di colpire gli impianti nucleari. L’Iran parla di danni limitati e minimizza l’accaduto.
5 NOVEMBRE 2024 – NETANYAHU LICENZA IL MINISTRO DELLA DIFESA YOAV GALLANT – Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant viene licenziato dal premier Benjamin Netanyahu a causa dei numerosi disaccordi fra i due. In particolare, Gallant sosteneva che Israele avrebbe dovuto accettare un accordo per la liberazione degli ostaggi, anche a costo di lasciare Hamas nella Striscia di Gaza. Al suo posto viene nominato Israel Katz, già ministro degli Esteri. Il ruolo di titolare della diplomazia israeliana viene invece affidato a Gideon Saar.
21 NOVEMBRE 2024 – CORTE PENALE INTERNAZIONALE EMETTE MANDATI DI ARRESTO PER NETANYAHU E GALLANT – La Corte penale internazionale emette mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. La motivazione è ‘aver diretto intenzionalmente attacchi contro la popolazione civile della Striscia di Gaza e aver utilizzato la fame come metodo di guerrà. Atti che per la Corte si configurano come ‘crimini di guerra e contro l’umanità’. La Cpi emette un mandato di arresto anche per il leader dell’ala militare di Hamas, Mohammed Deif, in quanto non ci sono conferme ufficiali della sua morte.
14 DICEMBRE 2024 – HAMAS PUBBLICA VIDEO CREATO CON L’INTELLIGENZA ARTIFICALE IN CUI NETANYAHU SCAVA TOMBE PER GLI OSTAGGI – Hamas pubblica sul suo canale Telegram un filmato dove si vede un’immagine creata con l’intelligenza artificiale del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, mentre scava tombe per gli ostaggi ancora nelle mani dell’organizzazione palestinese. ‘Il suo sogno più grande è che muoiano tuttì, è il titolo scelto da Hamas per la clip.
30 DICEMBRE 2024 – SEI NEONATI MORTI DI FREDDO A GAZA IN UNA SETTIMANA – L’arrivo dell’inverno e le basse temperature mietono vittime fra i neonati di Gaza. Secondo le autorità della Striscia, nell’ultima settimana di dicembre sono sei i neonati deceduti a causa del freddo e dell’impossibilità di avere un riparo degno, quattro di loro avevano fra i 4 e i 21 giorni.
4 GENNAIO – HAMAS PUBBLICA VIDEO DELLA SOLDATESSA OSTAGGIO LIRI ALBAG – Hamas pubblica un video della soldatessa Liri Albag in cui la diciannovenne dichiara di essere prigioniera ‘da oltre 450 giornì. La giovane era una soldatessa di sorveglianza di stanza alla postazione di Nahal Oz il 7 ottobre 2023. Albag era stata protagonista di un altro video trasmesso da Hamas nel mese di maggio del 2024, in cui i miliziani con le body-cam avevano documentato la cattura sua e di altre quattro colleghe.
7 GENNAIO – DONALD TRUMP MINACCIA HAMAS, LIBERI GLI OSTAGGI O SARÀ L’INFERNO – Il presidente eletto americano Donald Trump minaccia Hamas. Il tycoon dichiara che se l’organizzazione palestinese non rilascerà gli ostaggi ancora nelle sue mani entro il 20 gennaio, data dell’insediamento alla Casa Bianca, ‘si scatenerà l’infernò.
9 GENNAIO – JOSEPH AOUN ELETTO NUOVO PRESIDENTE DEL LIBANO – Dopo un vuoto politico di oltre due anni, il Libano sceglie il generale Joseph Aoun come nuovo presidente. Nel discorso di insediamento, Aoun promette di ‘ricostruire ciò che l’aggressione israeliana ha distrutto in tutto il Libanò e che le autorità statali avranno ‘il monopolio sulle armì, perchè l’esercito (e non Hezbollah) ‘deve essere in grado di proteggere i confini del Paesè.
12 GENNAIO – BIDEN SENTE NETANYAHU, NECESSARI CESSATE IL FUOCO E LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI – Mentre i mediatori di Hamas e Israele si trovano a Doha per un nuovo round di negoziati, il presidente americano Joe Biden sente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sull’andamento dei colloqui. Biden sottolinea ‘l’immediata necessità di un cessate il fuoco a Gaza e del ritorno degli ostaggì.
14 GENNAIO – ISRAELE E HAMAS ACCETTANO BOZZA DI ACCORDO PER CESSATE IL FUOCO E RILASCIO OSTAGGI – Nel corso di colloqui a Doha, in Qatar, Israele e Hamas accettano una bozza di accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi. Un accordo in tre fasi basato sulla road map proposta mesi prima dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e approvata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La prima fase prevederebbe il rilascio graduale di 33 ostaggi nell’arco di 6 settimane, fra cui donne, bambini, adulti, anziani e civili feriti, in cambio di centinaia di donne e bambini palestinesi detenuti da Israele. Fra le persone che Hamas rilascerebbe anche 5 soldatesse israeliane, ognuna delle quali verrebbe liberata in cambio di 50 prigionieri palestinesi, fra cui 30 militanti condannati all’ergastolo.
15 GENNAIO – TRUMP ANNUNCIA, C’È L’ACCORDO OSTAGGI LIBERI A BREVE – ‘Abbiamo un accordo per gli ostaggi in Medio Oriente. Saranno rilasciati a breve. Grazie!’, è l’annuncio del presidente eletto Usa Donald Trump su Truth Social. Nella Striscia di Gaza grandi folle di palestinesi sono scese in piazza per festeggiare, applaudendo e suonando i clacson.
Mondo
Gaza-Israele, dall’attacco di Hamas al rave fino alla tregua di oggi: ottobre 2023-gennaio 2025, quindici mesi di sangue – Tutte le tappe
Dal 2023 a oggi l’operazione militare dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza, i raid in Libano e Yemen e i due attacchi diretti dell’Iran nei confronti di Israele, passando per l’uccisione dei leader di Hamas e Hezbollah
Quindici mesi, quasi 50mila morti. Una guerra. Iniziata dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 contro Israele e finita – forse – il 15 gennaio 2025 grazie all’accordo sulla tregua e sulla liberazione degli ostaggi. In mezzo l’operazione militare dello Stato ebraico nella Striscia di Gaza, i raid in Libano e Yemen e i due attacchi diretti dell’Iran nei confronti di Israele, passando per l’uccisione dei leader di Hamas e Hezbollah, Ismail Haniyeh, Mohammed Deif, Yahya Sinwar e Hassan Nasrallah. Ecco i principali fatti accaduti nella regione.
7 OTTOBRE 2023 – HAMAS LANCIA L’OPERAZIONE ‘ALLUVIONE AL-AQSA’ – All’alba del 7 ottobre, shabbat e ultimo giorno della festività ebraica di Sukkot, Hamas lancia l’operazione ‘Alluvione Al Aqsa’. Circa 3mila terroristi abbattono le recinzioni che dividono la Striscia di Gaza con lo Stato di Israele facendo irruzione nei kibbutz e nelle città vicine con auto, pick-up, motociclette e parapendii a motore. Viene preso di mira anche il festival musicale ‘Nova’, dove erano radunati migliaia di giovani. Contestualmente vengono lanciati oltre 5mila razzi verso Israele, dalle città del sud fino a Tel Aviv. Le forze armate dello Stato ebraico sono prese alla sprovvista e il bilancio è tragico: oltre 1200 vittime israeliane, mentre 251 persone vengono prese in ostaggio e portate nella Striscia di Gaza. Fra i dispersi anche tre cittadini italo-israeliani. Il gruppo sciita Hezbollah lancia dal Libano razzi verso il nord di Israele. Il premier Benjamin Netanyahu dichiara lo stato di guerra.
8 OTTOBRE 2023 – ISRAELE LANCIA L’OPERAZIONE ‘SPADE DI FERRO’ – Israele richiama circa 300mila riservisti e lancia l’operazione ‘Spade di ferrò, iniziando a bombardare la Striscia di Gaza e dando il via all’assedio. ‘Risponderemo con un’irruenza che il nemico non ha mai conosciuto e vinceremò, dichiara il premier Benjamin Netanyahu. L’11 ottobre il primo ministro forma un governo di emergenza e poche ore dopo avverte la popolazione palestinese di lasciare il nord di Gaza.
18 OTTOBRE 2023 – IL PRESIDENTE AMERICANO JOE BIDEN FA VISITA IN ISRAELE – Il presidente americano Joe Biden va in Israele per una visita lampo. La Casa Bianca conferma il suo massimo sostegno e l’invio di aiuti militari. Biden promette anche l’invio di aiuti umanitari per la popolazione civile di Gaza. Washington mette in chiaro che Israele ‘ha il diritto di rispondere’, ma invita il governo a ‘non commettere gli stessi errori’ effettuati dagli Usa dopo l’11 settembre.
20 OTTOBRE 2023 – HAMAS RILASCIA DUE OSTAGGI ISRAELO-AMERICANI – Hamas rilascia due ostaggi israelo-americani ‘per motivi umanitari’. Si tratta di Judith e Natalie Raanan, madre e figlia. Il 23 ottobre, con la stessa motivazione, vengono liberate anche due anziane donne israeliane, Yocheved Lifshitz, 85 anni, e Nurit Cooper, 79.
23 OTTOBRE 2023 – TUTTI DECEDUTI I CITTADINI ITALO-ISRAELIANI DISPERSI DOPO L’ATTACCO DEL 7 OTTOBRE – Il ministro degli Esteri Antonio Tajani conferma la morte dei tre cittadini italo-israeliani dispersi dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Gli ultimi corpi a essere identificati sono quelli di Nir Forti, 29enne che si trovava al Nova Festival, e di Liliach Le Havron, uccisa nel kibbutz di Bèeri insieme al marito Eviatar Moshe Kipnis, il cui cadavere era stato riconosciuto grazie all’esame del dna due giorni prima
27 OTTOBRE 2023 – ISRAELE INIZIA L’INVASIONE DI TERRA DI GAZA – Nella notte Israele inizia le operazioni di terra nella Striscia di Gaza puntando a isolare la città di Gaza e la parte nord della Striscia da quella meridionale. Nei giorni seguenti inizia l’evacuazione da Gaza attraverso il valico di Rafah dei cittadini con passaporto straniero, doppia cittadinanza o malati gravi. Per il resto dei cittadini gazawi invece non ci sono vie di uscita.
30 OTTOBRE 2023 – RITROVATO IL CORPO DI SHANI LOUK A GAZA – Il corpo della cittadina israelo-tedesca Shani Louk, che si riteneva fosse stata rapita durante l’assalto di Hamas al Nova festival, viene ritrovato a Gaza. La giovane era stata ripresa in un video che aveva fatto il giro del mondo mentre giaceva immobile sul retro di un camion dei miliziani palestinesi.
16 NOVEMBRE 2023 – LE TRUPPE ISRAELIANE ASSEDIANO L’OSPEDALE AL SHIFA – L’esercito israeliano dà il via a un’operazione presso l’ospedale Al Shifa, il più grande nella Striscia di Gaza. Secondo l’Idf la struttura verrebbe utilizzata come base da Hamas. L’irruzione dura diversi giorni.
19 NOVEMBRE 2023 – GLI HOUTHI SEQUESTRANO UNA NAVE NEL MAR ROSSO – I ribelli yemeniti Houthi sequestrano la nave mercantile ‘Galaxy Leader‘, di proprietà di una compagnia israeliana e battente bandiera delle Bahamas. Il gruppo sciita annuncia che avrebbe preso di mira tutte le navi di proprietà israeliana o che operano per compagnie israeliane o che battano bandiera israeliana fino alla cessazione delle ostilità a Gaza.
24 NOVEMBRE 2023 – ENTRA IN VIGORE LA TREGUA FRA ISRAELE E HAMAS – Entra in vigore la tregua fra Israele e Hamas, mediata dal Qatar insieme e Egitto e Stati Uniti. La pausa umanitaria, inizialmente di quattro giorni, viene prolungata fino all’1 dicembre. Nel corso di questo arco temporale vengono rilasciati 105 ostaggi in cambio di circa 240 detenuti palestinesi.
1 DICEMBRE 2023 – TERMINA LA TREGUA E RIPRENDONO I COMBATTIMENTI A GAZA – Termina la tregua fra Israele e Hamas e nella Striscia di Gaza riprendono i combattimenti. L’esercito israeliano concentra le sue operazioni soprattutto nella zona di Khan Younis, che viene pesantemente bombardata.
15 DICEMBRE 2023 – L’IDF UCCIDE PER ERRORE TRE OSTAGGI A GAZA – L’esercito israeliano annuncia di aver ucciso per errore tre ostaggi nei combattimenti in corso a Shejaiya, un quartiere della città di Gaza. A cadere sotto il fuoco amico sono Yotam Haim, Samer Fouad al-Talalka e Alon Lulu Shamriz. Le forze armate dello Stato ebraico sostengono che i soldati li avevano scambiati per miliziani di Hamas.
2 GENNAIO 2024 – UCCISO A BEIRUT SALEH AROURI, VICE CAPO DELL’UFFICIO POLITICO DI HAMAS – L’esercito israeliano uccide con un raid mirato a Beirut, capitale del Libano, Saleh Arouri, vice capo dell’ufficio politico di Hamas e comandante dell’ala militare in Cisgiordania. È il primo assassinio mirato nei confronti di un rappresentante dei vertici del gruppo palestinese al di fuori dei confini di Gaza.
11 GENNAIO 2024 – IL SUDAFRICA PRESENTA DENUNCIA PER GENOCIDIO CONTRO ISRAELE DAVANTI ALLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA – Il Sudafrica intenta una causa per genocidio contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia (Cig) chiedendo lo stop immediato delle operazioni militari a Gaza. Nel documento il Sudafrica accusa Israele di commettere azioni di carattere genocida con l’intento di eliminare, totalmente o in parte, la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza.
9 FEBBRAIO 2024 – ISRAELE ORDINA L’EVACUAZIONE DI RAFAH, L’IDF LIBERA DUE OSTAGGI – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ordina l’evacuazione dei civili dall’area di Rafah nel sud della Striscia di Gaza in vista di operazioni militari da parte dell’Idf. Nella stessa Rafah il 12 febbraio le forze israeliane liberano due ostaggi. Sono Fernando Simon Marman, di 60 anni, e Louis Har, di 70 anni.
29 FEBBRAIO 2024 – ASSALTO DEI CIVILI AI CAMION AIUTI UMANITARI, OLTRE 100 MORTI – Oltre 100 civili muoiono e più di 700 rimangono feriti nella Striscia di Gaza in un assalto a una colonna di tir di aiuti umanitari. Hamas accusa l’esercito israeliano di aver sparato sulla popolazione inerme e affamata, mentre secondo Israele le vittime sono state causate dalla calca dopo che migliaia di persone si erano radunate intorno ai mezzi.
11 MARZO 2024 – UCCISO MARWAN ISSA, NUMERO TRE DI HAMAS A GAZA – Marwan Issa, numero tre di Hamas a Gaza e vicecomandante dell’ala militare delle Brigate Qassam, viene ucciso in un attacco israeliano effettuato nel centro della Striscia di Gaza, nella zona di Nuseirat. L’Idf conferma la sua morte il 26 marzo rivendicandone la paternità. Insieme a lui viene assassinato anche un altro comandante di Hamas.
25 MARZO 2024 – RISOLUZIONE ONU CHIEDE IL CESSATE IL FUOCO A GAZA – Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approva una risoluzione per un cessate il fuoco nella striscia di Gaza, la liberazione immediata di tutti gli ostaggi tenuti da Hamas e invita Israele a fare di più per facilitare l’ingresso di aiuti umanitari nel territorio.
1 APRILE 2024 – SETTE OPERATORI UMANITARI UCCISI DA BOMBARDAMENTO ISRAELIANO A GAZA – Sette operatori della ong statunitense World central kitchen, che consegna aiuti alimentari agli abitanti della Striscia di Gaza, restano uccisi in un bombardamento israeliano. Le vittime erano originarie di vari paesi, tra cui Australia, Polonia e Regno Unito. L’ong annuncia contestualmente la sospensione delle attività nella regione.
1 APRILE 2024 – ISRAELE COLPISCE IL CONSOLATO IRANIANO A DAMASCO – Il consolato iraniano a Damasco, capitale della Siria, viene colpito in un raid israeliano. I morti, secondo le autorità iraniane, sono sedici. Fra loro anche diversi membri dei pasdaran, tra cui il generale Mohammad Reza Zahed, comandante delle forze Quds, e il suo vice. Teheran promette vendetta.
13 APRILE 2024 – L’IRAN LANCIA UN ATTACCO DIRETTO A ISRAELE COME RITORSIONE PER I FATTI DAMASCO – Nella notte per la prima volta l’Iran lancia un attacco diretto contro lo Stato di Israele, in risposta al bombardamento del consolato iraniano a Damasco. Vengono utilizzati missili balistici, da crociera e oltre 300 droni. Il sistema di difesa israeliano Iron Dome, coadiuvato dai Paesi alleati e anche dalla Giordania, respinge la minaccia. Nessun cittadino rimane ferito e non si registrano danni gravi sul territorio israeliano.
19 APRILE 2024 – ISRAELE SFERRA CONTRATTACCO CONTRO l’IRAN – Israele compie la sua ritorsione nei confronti dell’Iran attaccando una base aerea militare nei pressi della città di Isfahan, a circa 400 chilometri da Teheran. L’Iran minimizza l’accaduto parlando di ‘attacco fallito’. Il leader dell’estrema destra israeliana Itamar Ben-Gvir parla di attacco ‘debole’ scatenando le reazioni dell’opposizione.
7 MAGGIO 2024 – ISRAELE LANCIA OPERAZIONE DI TERRA A RAFAH – Israele lancia un’operazione di terra a Rafah, al confine con l’Egitto, e prende il controllo della parte palestinese del valico isolando di fatto la Striscia di Gaza. L’azione dello Stato ebraico viene criticata in maniera pressoché unanime dalla comunità internazionale, mentre secondo l’esercito il valico era utilizzato da Hamas ‘per scopi terroristicì.
20 MAGGIO 2024 – PROCURATORE CPI CHIEDE MANDATO D’ARRESTO PER NETANYAHU E LEADER DI HAMAS – Il procuratore della Corte penale internazionale Karim Khan chiede il mandato di arresto per il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e per il ministro della Difesa, Joav Gallant. La stessa richiesta viene effettuata per i leader di Hamas, Yahya Sinwar, Mohammed Deif e Ismail Haniyeh. Israele definisce la richiesta ‘una vergognà e critiche arrivano anche dal Segretario di Stato americano, Antony Blinken.
31 MAGGIO 2024 – BIDEN ANNUNCIA UNA ROAD MAP PER IL CESSATE IL FUOCO – Il presidente americano Joe Biden annuncia una road map proposta da Israele ad Hamas per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Il piano si compone di tre fasi che partono dalla tregua fino a un piano per la ricostruzione di Gaza, passando per la cessazione definitiva delle ostilità. Hamas rende noto di accettare la proposta ma i negoziati non decollano.
8 GIUGNO 2024 – L’ESERCITO ISRAELIANO LIBERA 4 OSTAGGI, ANCHE NOA ARGAMANI, SIMBOLO del 7 OTTOBRE – Con un blitz nella zona di Nuseirat, nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano libera 4 ostaggi. Fra loro c’è anche la giovane Noa Argamani, rapita al Nova Festival. Le sue immagini mentre veniva portata via in moto dai miliziani di Hamas verso la Striscia di Gaza erano diventate uno dei simboli del 7 ottobre. Insieme a lei tornano liberi anche Almog Meir Jan, Andrey Kozlov e Shlomi Ziv.
13 LUGLIO 2024 – ISRAELE UCCIDE IL CAPO MILITARE DI HAMAS, MOHAMMED DEIF – In un raid su Khan Younis, nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano uccide Mohammed Deif, leader militare di Hamas. La conferma da parte dell’Idf arriva l’1 agosto in seguito a ‘sicurè informazioni di intelligence. Deif era soprannominato ‘il fantasma di Gazà, dopo essere sopravvissuto a vari tentativi di assassinio da parte di Israele che lo avevano reso cieco da un occhio e presumibilmente paralizzato su una sedia a rotelle.
27 LUGLIO 2024 – MISSILE DAL LIBANO FA STRAGE IN UN VILLAGGIO DRUSO – Un missile proveniente dal Libano causa una strage di civili nel villaggio druso di Majdal Shams, sulle Alture del Golan. I morti sono 12, bambini e adolescenti che stavano giocando in un campo da calcio. Hezbollah nega di essere responsabile dell’accaduto.
30 LUGLIO 2024 – ISRAELE UCCIDE FUAD SHUKR, COMANDANTE MILITARE DI HEZBOLLAH, IN UN RAID A BEIRUT – L’esercito israeliano uccide in un raid a Beirut l’alto comandante di Hezbollah Fuad Shukr. L’uomo faceva parte del Consiglio della Jihad, il massimo organo militare dell’organizzazione sciita, ed era il capo della sua divisione strategica.
31 LUGLIO 2024 – IL CAPO POLITICO DI HAMAS ISMAIL HANIYEH UCCISO A TEHERAN – Ismail Haniyeh, capo politico di Hamas, viene ucciso insieme alla sua guardia del corpo a Teheran in quello che, pur non essendo mai stato rivendicato, è considerato da tutti gli osservatori internazionali un raid israeliano. Haniyeh si trovava in una struttura gestita da militari iraniani dopo aver partecipato alla cerimonia di insediamento del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian. Teheran giura vendetta.
15 AGOSTO 2024 – SUPERATI I 40MILA MORTI A GAZA – Il ministero della Salute delle Striscia di Gaza, controllato da Hamas, annuncia che il bilancio dei palestinesi uccisi dall’inizio della guerra lo scorso 7 ottobre ha superato la soglia dei 40mila. I feriti sono oltre 92mila.
19 AGOSTO 2024 – L’ESERCITO ISRAELIANO RECUPERA I CORPI DI 6 OSTAGGI MORTI A GAZA – Le Forze di difesa israeliane recuperano nella Striscia di Gaza i corpi di sei ostaggi rapiti il 7 ottobre nella zona di Khan Younis. Si tratta di Alex Dancyg, 75 anni, Yagev Buchshtav, 35 anni, Chaim Peri, 79 anni, Yoram Metzger, 80 anni, Nadav Popplewell, 51 anni, e Avraham Munder, 78 anni.
25 AGOSTO 2024 – ISRAELE LANCIA UN MASSICCIO ATTACCO PREVENTIVO CONTRO HEZBOLLAH – L’esercito israeliano lancia un massiccio ‘attacco preventivò contro le postazioni di Hezbollah in Libano per ‘prevenire attacchi su larga scalà da parte della milizia sciita. ‘Erano pronti ad attaccare Israele e abbiamo dato ordine di agire per eliminare la minaccià, afferma il primo ministro Benjamin Netanyahu.
31 AGOSTO 2024 – L’IDF TROVA I CADAVERI DI 6 OSTAGGI E ACCUSA HAMAS DI AVERLI GIUSTIZIATI – L’esercito israeliano trova i cadaveri di sei ostaggi in un tunnel sotto la città di Rafah. Si tratta dell’israelo-americano Hersh Goldberg-Polin, di Eden Yerushalmi, Ori Danino, Alex Lubnov, Carmel Gat e Almog Sarusi. Secondo l’Idf sarebbero stati giustiziati da Hamas nelle ore precedenti l’arrivo dei soldati. Nella stessa zona era stato salvato tre giorni prima l’ostaggio di origine beduina Kaid Farhan Alkadi.
17 SETTEMBRE 2024 – IN LIBANO ESPLODONO MIGLIAIA DI CERCAPERSONE E WALKIE-TALKIE – In Libano, e più limitatamente in Siria, esplodono centinaia di cercapersone in possesso dei miliziani di Hezbollah. Il giorno successivo lo stesso accade con i walkie-talkie. I decessi secondo le autorità libanesi sono almeno venti. I feriti oltre 450. Israele non commenta l’accaduto. Il Mossad è l’indiziato principale.
27 SETTEMBRE 2024 – RAID ISRAELIANO UCCIDE A BEIRUT IL LEADER DI HEZBOLLAH HASSAN NASRALLAH – Un potente attacco israeliano con bombe anti bunker uccide a Beirut il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. Con lui muoiono anche Ali Karaké, il comandante del fronte meridionale di Hezbollah, e altri dirigenti. Nasrallah, 64 anni, era a capo di Hezbollah dal 1992 e non appariva mai in pubblico, limitandosi a interventi video che venivano preregistrati e trasmessi da una località segreta. L’operazione con cui viene ucciso Nasrallah viene chiamata ‘Nuovo Ordinè.
30 SETTEMBRE 2024 – ISRAELE LANCIA UN’OPERAZIONE DI TERRA MIRATA IN LIBANO – Israele lancia ‘Frecce del nord’, un’operazione terrestre ‘mirata e limitatà nel Libano meridionale contro infrastrutture di Hezbollah. L’obiettivo è quello di far rientrare nelle loro case gli abitanti delle zone al confine con il territorio libanese. Israele invita i cittadini libanesi a evacuare le aree in cui opera Hezbollah e afferma che l’operazione sarà ‘la più breve possibilè.
1 OTTOBRE 2024 – ATTACCO TERRORISTICO A GIAFFA, 7 MORTI E 16 FERITI – Sette persone restano uccise e sedici ferite in un attacco terroristico a Giaffa, quartiere misto arabo-ebraico nell’area metropolitana di Tel Aviv. I due autori hanno 19 e 25 anni ed entrambi sono residenti a Hebron, in Cisgiordania. I due hanno prima aperto il fuoco all’interno di un vagone della metropolitana leggera e successivamente sono scesi e hanno continuato a sparare ai passanti. Uno è stato ucciso sul posto, mentre il secondo è rimasto gravemente ferito.
1 OTTOBRE 2024 – L’IRAN ATTACCA ISRAELE, LANCIATI CIRCA 200 MISSILI BALISTICI – Per la seconda volta dal 7 ottobre 2023 l’Iran lancia un attacco diretto nei confronti di Israele, in risposta alle uccisioni di Ismail Haniyeh e Hassan Nasrallah. Vengono utilizzati circa 200 missili balistici. L’Iron Dome, il sistema di difesa israeliano, coadiuvato dalle forze alleate, respinge l’attacco. L’unica vittima è un cittadino palestinese nella città di Gerico, colpito dai detriti di un missile caduto. Israele annuncia una reazione e Teheran minaccia: ‘Se lo farete, vi ridurremo in cenerè.
16 OTTOBRE 2024 – L’ESERCITO ISRAELIANO UCCIDE A GAZA IL LEADER DI HAMAS YAHYA SINWAR – Yahya Sinwar, leader di Hamas, viene ucciso dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Secondo la ricostruzione fornita dall’Idf, la ‘primula rossà del movimento palestinese viene ucciso insieme ad altri due miliziani nel corso di un pattugliamento nella zona di Rafah. Solo una volta ispezionato il cadavere i soldati si rendono conto della somiglianza con Sinwar. Il giorno successivo il governo israeliano, dopo aver effettuato le analisi del Dna, conferma la sua identità. Successivamente anche Hamas ufficializza il decesso del leader.
26 OTTOBRE 2024 – ISRAELE LANCIA ATTACCO CONTRO L’IRAN, COLPITE STRUTTURE DI PRODUZIONE MISSILI MA RISPARMIATI GLI IMPIANTI NUCLEARI – Nella notte fra il 25 ottobre e le prime ore del 26, Israele lancia un nuovo attacco, della durata di diverse ore, sul territorio iraniano. Lo Stato ebraico comunica di aver colpito le ‘strutture di produzione di missili utilizzati contro lo stato di Israele nell’ultimo annò e invita Teheran a non reagire, perché in caso contrario ‘pagherebbe un prezzo altò. Israele, su pressione dell’amministrazione Biden, evita di colpire gli impianti nucleari. L’Iran parla di danni limitati e minimizza l’accaduto.
5 NOVEMBRE 2024 – NETANYAHU LICENZA IL MINISTRO DELLA DIFESA YOAV GALLANT – Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant viene licenziato dal premier Benjamin Netanyahu a causa dei numerosi disaccordi fra i due. In particolare, Gallant sosteneva che Israele avrebbe dovuto accettare un accordo per la liberazione degli ostaggi, anche a costo di lasciare Hamas nella Striscia di Gaza. Al suo posto viene nominato Israel Katz, già ministro degli Esteri. Il ruolo di titolare della diplomazia israeliana viene invece affidato a Gideon Saar.
21 NOVEMBRE 2024 – CORTE PENALE INTERNAZIONALE EMETTE MANDATI DI ARRESTO PER NETANYAHU E GALLANT – La Corte penale internazionale emette mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. La motivazione è ‘aver diretto intenzionalmente attacchi contro la popolazione civile della Striscia di Gaza e aver utilizzato la fame come metodo di guerrà. Atti che per la Corte si configurano come ‘crimini di guerra e contro l’umanità’. La Cpi emette un mandato di arresto anche per il leader dell’ala militare di Hamas, Mohammed Deif, in quanto non ci sono conferme ufficiali della sua morte.
14 DICEMBRE 2024 – HAMAS PUBBLICA VIDEO CREATO CON L’INTELLIGENZA ARTIFICALE IN CUI NETANYAHU SCAVA TOMBE PER GLI OSTAGGI – Hamas pubblica sul suo canale Telegram un filmato dove si vede un’immagine creata con l’intelligenza artificiale del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, mentre scava tombe per gli ostaggi ancora nelle mani dell’organizzazione palestinese. ‘Il suo sogno più grande è che muoiano tuttì, è il titolo scelto da Hamas per la clip.
30 DICEMBRE 2024 – SEI NEONATI MORTI DI FREDDO A GAZA IN UNA SETTIMANA – L’arrivo dell’inverno e le basse temperature mietono vittime fra i neonati di Gaza. Secondo le autorità della Striscia, nell’ultima settimana di dicembre sono sei i neonati deceduti a causa del freddo e dell’impossibilità di avere un riparo degno, quattro di loro avevano fra i 4 e i 21 giorni.
4 GENNAIO – HAMAS PUBBLICA VIDEO DELLA SOLDATESSA OSTAGGIO LIRI ALBAG – Hamas pubblica un video della soldatessa Liri Albag in cui la diciannovenne dichiara di essere prigioniera ‘da oltre 450 giornì. La giovane era una soldatessa di sorveglianza di stanza alla postazione di Nahal Oz il 7 ottobre 2023. Albag era stata protagonista di un altro video trasmesso da Hamas nel mese di maggio del 2024, in cui i miliziani con le body-cam avevano documentato la cattura sua e di altre quattro colleghe.
7 GENNAIO – DONALD TRUMP MINACCIA HAMAS, LIBERI GLI OSTAGGI O SARÀ L’INFERNO – Il presidente eletto americano Donald Trump minaccia Hamas. Il tycoon dichiara che se l’organizzazione palestinese non rilascerà gli ostaggi ancora nelle sue mani entro il 20 gennaio, data dell’insediamento alla Casa Bianca, ‘si scatenerà l’infernò.
9 GENNAIO – JOSEPH AOUN ELETTO NUOVO PRESIDENTE DEL LIBANO – Dopo un vuoto politico di oltre due anni, il Libano sceglie il generale Joseph Aoun come nuovo presidente. Nel discorso di insediamento, Aoun promette di ‘ricostruire ciò che l’aggressione israeliana ha distrutto in tutto il Libanò e che le autorità statali avranno ‘il monopolio sulle armì, perchè l’esercito (e non Hezbollah) ‘deve essere in grado di proteggere i confini del Paesè.
12 GENNAIO – BIDEN SENTE NETANYAHU, NECESSARI CESSATE IL FUOCO E LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI – Mentre i mediatori di Hamas e Israele si trovano a Doha per un nuovo round di negoziati, il presidente americano Joe Biden sente il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sull’andamento dei colloqui. Biden sottolinea ‘l’immediata necessità di un cessate il fuoco a Gaza e del ritorno degli ostaggì.
14 GENNAIO – ISRAELE E HAMAS ACCETTANO BOZZA DI ACCORDO PER CESSATE IL FUOCO E RILASCIO OSTAGGI – Nel corso di colloqui a Doha, in Qatar, Israele e Hamas accettano una bozza di accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi. Un accordo in tre fasi basato sulla road map proposta mesi prima dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden e approvata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La prima fase prevederebbe il rilascio graduale di 33 ostaggi nell’arco di 6 settimane, fra cui donne, bambini, adulti, anziani e civili feriti, in cambio di centinaia di donne e bambini palestinesi detenuti da Israele. Fra le persone che Hamas rilascerebbe anche 5 soldatesse israeliane, ognuna delle quali verrebbe liberata in cambio di 50 prigionieri palestinesi, fra cui 30 militanti condannati all’ergastolo.
15 GENNAIO – TRUMP ANNUNCIA, C’È L’ACCORDO OSTAGGI LIBERI A BREVE – ‘Abbiamo un accordo per gli ostaggi in Medio Oriente. Saranno rilasciati a breve. Grazie!’, è l’annuncio del presidente eletto Usa Donald Trump su Truth Social. Nella Striscia di Gaza grandi folle di palestinesi sono scese in piazza per festeggiare, applaudendo e suonando i clacson.
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Accordo tra Israele e Hamas, l’attesa a Gerusalemme prima dell’annuncio. E a Tel Aviv le persone scendono in strada a festeggiare – Video
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Politica
Meloni e il caso Santanchè: “Il rinvio a giudizio non è necessariamente motivo di dimissioni. Ma va valutato l’impatto sul lavoro di ministro”
Giustizia & Impunità
I magistrati protestano contro il governo: “A rischio la nostra indipendenza”. Parla Nordio, le toghe escono. C’è chi cita Borrelli: “Resistere, resistere, resistere”
Mondo
Zelensky: “Pensiamo a un formato per colloqui di pace con la Russia”. E sui contatti tra Trump e Putin: “L’Ucraina non può essere esclusa”
Milano, 25 gen. (Adnkronos) - Paolo Aurelio Errante Parrino, ritenuto il "punto di riferimento del Mandamento di Castelvetrano nel Nord Italia", riconducibile al boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, tra gli oltre 150 indagati dell'inchiesta 'Hydra' della Dda di Milano, non si trova. L'ordine di carcerazione, arrivato dopo il rigetto della Cassazione al suo ricorso, non è stato eseguito (al momento) dai carabinieri che stamane, sabato 25 gennaio, hanno suonato alla sua porta ad Abbiategrasso, comune alle porte di Milano.
Già condannato a dieci anni per associazione per delinquere di tipo mafioso, il 77enne è ritenuto referente nell'area lombarda della cosca trapanese e indicato quale "'uomo d'onore della famiglia di Castelvetrano', con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione delle azioni da compiere e delle strategie da adottare per la realizzazione degli scopi illeciti dell'associazione". Per i pm dell'antimafia, Errante Parrino è il punto di riferimento del mandamento di Castelvetrano nel Nord Italia "mantenendo i rapporti con i vertici di Cosa nostra, in particolare, con Matteo Messina Denaro, rappresenta "il punto di raccordo tra il sistema mafioso lombardo e l'ex latitante, a lui trasferendo comunicazioni relative ad argomenti esiziali per l'associazione".
Una visione non condivisa dal giudice. Nell'ottobre del 2023, il gip Tommaso Perna non aveva condiviso l'impianto della procura di Milano sull'esistenza in Lombardia di un presunto "patto" tra le tre principali organizzazioni criminali del Paese - mafia, 'ndrangheta e camorra - e aveva respinto 140 richieste di arresti per 153 indagati e disposto il carcere solo per 11 persone accusate di diversi reati, ma non accusati di associazione mafiosa. No all'arresto di Paolo Aurelio Errante Parrino contro cui la procura ha fatto ricorso al Riesame, ottenendo parere favorevole, giudizio confermato ieri dalla Cassazione che è chiamata, anche la prossima settimana, a decidere su altri ricorsi (una decina di persone sono state arrestate già nei giorni scorsi).
Roma, 25 gen (Adnkronos) - "Questo governo ci sta portando dentro il mondo alla rovescia della destra che sta regalando la sanità pubblica ai privati e che pensa che con il sovranismo sanitario si eviteranno epidemie. La realtà, dati alla mano, ci dice che il governo sta costringendo milioni di cittadini a rinunciare a curarsi". Lo dice il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.
"Invece di invocare l’uscita dall’OMS per inginocchiarsi a Trump, Giorgia Meloni e Matteo Salvini dovrebbero dare una risposta all’appello che anche oggi è venuto dagli Ordini dei medici che hanno detto ‘no’ alla privatizzazione della sanità pubblica -prosegue Boccia-. Il presidente di Fnomceo Anelli ha sottolineato la valenza non solo sociale ma anche economica del lavoro dei medici. ‘Un euro investito nel Ssn’, ha detto Anelli, ‘ne genera il doppio. Si tratta di uno straordinario volano di sviluppo per il Paese’".
"Vorremmo sapere come pensa di rispondere a questo appello il governo. Noi siamo convinti che l’unica strada sia investire risorse nella sanità pubblica e per questo continueremo ad essere davanti alle strutture sanitarie, agli ospedali, ai presidi medici per spiegare ai cittadini che servono più soldi per tutelare la salute di tutti, per eliminare le liste d’attesa e garantire il SSN”, conclude Boccia.
Palermo, 25 gen. (Adnkronos) - "Chi scrive non è pregiudizialmente contrario alla separazione delle carriere perché, non senza sforzo, comprende la posizione ideologica di chi anela ad un processo accusatorio puro che si ritiene più giusto e garantista di altre forme processuali, ma è molto preoccupato della mancata espressa previsione di una tutela costituzionale della indipendenza ed autonomia del Pm dall’Esecutivo". Così il Pg di Cagliari Luigi Patronaggio durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Sono pochi i paesi in Europa che garantiscono una reale autonomia e indipendenza al pm che fatalmente viene attirato sotto un controllo, più o meno rigido, del governo di turno a prescindere dal suo colore politico. Il superamento di fatto dell’obbligatorietà dell’azione penale, con l’introduzione della individuazione dei reati a trattazione prioritaria da parte del Parlamento, ha aperto pericolosi spazi per una giustizia selettiva e di parte".
"Già oggi si sono fatte scelte sostanziali e procedurali che accrescono le garanzie per i colletti bianchi e accentuano l’atteggiamento repressivo verso la criminalità comune- aggiunge - Sotto altro aspetto temo molto una nuova categoria di Pubblici Ministeri, autoreferenziali, privi dell’equilibrio proprio di chi si è nutrito della cultura della giurisdizione, tesi al raggiungimento di obiettivi di efficientismo gradito a chi detiene il potere e ne gestisce le carriere. E non si dica che la separazione delle carriere fosse un disegno gradito al compianto Giovanni Falcone che, come sa chi lo ha conosciuto personalmente, anelava ad un P.M. altamente specializzato, in grado di dirigere con autorevolezza la polizia giudiziaria e combattere efficacemente il crimine organizzato, ma fortemente inserito all’interno della magistratura, tutelato dalle ingerenze della politica e dei poteri forti".
"A tal proposito voglio ricordare i pesanti attacchi che in vita ha subito Giovanni Falcone, provenienti da vari ed eterogenei segmenti del potere, e da cui, fino alla sua tragica fine, era riuscito a sottrarsi grazie alla toga e alle tutele che quella toga, che portava indosso, con onore e indipendenza di giudizio, gli garantiva", conclude.
Palermo, 25 gen. (Adnkronos) - "Resta l’imbarazzo, come ormai avviene da diversi anni in questa occasione, di constatare come la magistratura, ed in particolare la magistratura requirente, sia oggetto di una campagna di attacchi tesa a discreditarne l’operato". Così il procuratore generale di Cagliari, Luigi Patronaggio, nel suo intervento all'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Nonostante da tutte le parti in causa si registrino esortazioni ad un pacato confronto e al superamento di barriere ideologiche – metodo che mi sento di sposare appieno - il tema del rapporto fra magistratura e politica resta ancora un tema caldo e massimamente divisivo- dice -Non a caso il neo letto Presidente della Corte costituzionale Amoroso ha ammesso che del rapporto esistente fra magistratura e politica occorre parlare in termini “se non di conflitto, di non armonia”. Sono state operate in questi anni importanti riforme di natura sostanziale, procedurale ed ordinamentale che spesso, al netto delle innegabili colpe di un perverso associativismo correntizio che ha ammorbato la magistratura, hanno avuto il sapore di una sorta di punizione nei confronti dei magistrati rei soltanto di esercitare quel doveroso controllo di legittimità loro demandato dalla Costituzione, svolto in autonomia e indipendenza da ogni altro potere o centro di interessi".
E prosegue: "E’ appena il caso di ricordare l’abrogazione del reato di abuso di ufficio, sulla cui elisione dal sistema quest’Ufficio, come altri che l’hanno preceduto, ha posto una questione di legittimità costituzionale avendo la norma abrogatrice, in contrasto con le indicazioni provenienti dalla Convenzione di Mèrida ratificata dall’Italia nel 2009, aperto un varco di impunità nei confronti degli abusi prevaricatori dei pubblici poteri".
"Così come appare il caso di ricordare la recente modifica alla competenza del Tribunale della Protezione Internazionale con la devoluzione delle relative competenze alla Corte di Appello in composizione monocratica, figura peraltro singolare nel nostro ordinamento giudiziario e che di fatto rallenta il raggiungimento degli obiettivi del PNRR che le Corti di Appello si erano prefissati", prosegue Patronaggio. Che conclude: "Per non parlare infine del progetto di legge costituzionale sulla separazione delle carriere, già approvato dalla Camera dei Deputati, che nulla aggiunge all’efficienza della giustizia ma che apre le porte ad una possibile soggezione del Pubblico Ministero all’Esecutivo, con buona pace per quella separazione dei poteri e per quella autonomia e indipendenza della magistratura disegnata dai padri costituenti".
Gedda, 25 gen. (Adnkronos) - Prima missione di Giorgia Meloni nella terra di Mohammad bin Salman. La presidente del Consiglio è arrivata nella seconda città più grande dell'Arabia Saudita, dopo la capitale Riad, per un tour a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci: la premier saluterà l'equipaggio dello storico veliero, partito da Genova il 1° luglio 2023 per un giro del mondo lungo due anni in cui ha visitato 5 continenti e 30 Paesi toccando 35 porti, prima del suo rientro nel Mediterraneo.
Gedda sarà ricordata come una sorta di 'snodo' di questa fase politica per il governo Meloni. Da qui, infatti, il 27 gennaio passerà anche il ministro del Turismo Daniela Santanchè, al centro delle polemiche dopo il rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sui conti di Visibilia Editore che sta facendo traballare la sua poltrona. Dopo aver incrociato la premier Meloni giovedì in Cdm, ieri Santanchè ha parlato della sua vicenda a margine dell'inaugurazione del Motor Bike a Verona: "Mai nessuno mi ha chiesto di fare un passo indietro. Io ho sempre detto che sono assolutamente tranquilla perché so come sono le questioni nel merito. Ho sempre detto che, per quanto riguarda questo rinvio a giudizio sulle false comunicazioni, non mi sarei dimessa", ha rimarcato l'imprenditrice ed esponente di Fratelli d'Italia, negando di aver avuto un confronto con Meloni sul tema.
Diverso il discorso per quanto riguarda l'altra inchiesta, quella sulla cassa integrazione Covid: "Capisco che ha delle implicazioni politiche", ha spiegato Santanchè, ribadendo la sua intenzione di fare un passo indietro in caso di rinvio a giudizio per quel filone di indagine. Il ministro ha inoltre aggiunto che i suoi rapporti con Meloni restano "quelli di sempre": "Sono assolutamente tranquilla... non patteggerò mai, andrà fino in fondo", ha promesso. Insomma, tra l'insofferenza che inizia a serpeggiare in FdI - dove ci si attende una scelta definitiva di Santanchè per chiudere il caso - e il pressing delle opposizioni che chiedono a gran voce le dimissioni di Santanchè, il nodo resta sul tavolo.
Meloni al momento resta concentrata sulla missione in Arabia, di cui ha parlato anche l'emittente locale saudita Al Arabiya, secondo cui la presidente del Consiglio terrà nella giornata di domenica colloqui con il principe ereditario bin Salman nella storica città di Al-Ula per "discutere opportunità di cooperazione" tra Roma e Riad.
"I due Paesi - ricorda la tv - intrattengono strette relazioni che risalgono al 1932, quando l'Italia fu tra i primi Paesi a stabilire relazioni diplomatiche con l'Arabia Saudita e aprì un consolato italiano a Gedda. Nel 1933 fu firmato un accordo di cooperazione tra i due Paesi". "Da allora - prosegue l'emittente saudita - le relazioni politiche ed il dialogo tra le leadership dei due paesi sono proseguiti con visite reciproche per migliorare le relazioni in diversi campi", portando ''il volume degli scambi commerciali bilaterali nel 2023 a circa 10,796 miliardi di dollari".
Proprio una decina di giorni fa, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha sottoscritto a Riad con il ministro saudita dell'Energia Abdulaziz Bin Salman Al-Saud un memorandum d'intesa per la cooperazione nel settore energetico. L'accordo, che ha validità di cinque anni, punta a rafforzare la cooperazione su transizione e sicurezza energetica, tenendo conto degli obiettivi di Parigi e dell'Agenda 2030.
Roma, 25 gen (Adnkronos) - "A quel che si legge sui giornali, siamo sempre alle solite. La destra sulle regole del gioco va contro la realtà. Vogliono solo guadagnare tempo confondendo le acque". Lo dice il senatore del Pd Dario Parrini, vice presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, parlando di legge elettorale e dell'ipotesi di riforma a opera della maggioranza.
"Il sistema con cui si eleggono i Consigli regionali è infatti un maggioritario basato su due pilastri: un premio di maggioranza dato a turno unico senza soglia; il voto di lista con le preferenze -spiega Parrini all'Adnkronos- Nell'esportarlo nazionalmente, i geniali ingegneri elettorali del centrodestra vorrebbero mettere in atto la furbata di eliminare il pilastro sano del sistema (le preferenze) tenendo invece in piedi il pilastro marcio, ovvero il premio di maggioranza senza soglia".
"Come ognuno sa, il premio senza soglia è un meccanismo che per eleggere le assemblee legislative nazionali è stato bocciato irreversibilmente dalla Corte Costituzionale nel 2014 quando fu cassato il Porcellum", sottolinea ancora Parrini. "In poche parole, hanno in mente un Neo-Porcellum. Ma un Neo-Porcellum è un sistema sia incostituzionale che inaccettabile, perché non avendo le preferenze continuerebbe a privare gli elettori della possibilità di scegliere gli eletti. Spero che il centrodestra non ci faccia perdere tempo con proposte così sconclusionate e impraticabili", conclude Parrini.
Gedda, 25 gen. (Adnkronos) - Prima missione di Giorgia Meloni nella terra di Mohammad bin Salman. La presidente del Consiglio è arrivata nella seconda città più grande dell'Arabia Saudita, dopo la capitale Riad, per un tour a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci: la premier saluterà l'equipaggio dello storico veliero, partito da Genova il 1° luglio 2023 per un giro del mondo lungo due anni in cui ha visitato 5 continenti e 30 Paesi toccando 35 porti, prima del suo rientro nel Mediterraneo.
Gedda sarà ricordata come una sorta di 'snodo' di questa fase politica per il governo Meloni. Da qui, infatti, il 27 gennaio passerà anche il ministro del Turismo Daniela Santanchè, al centro delle polemiche dopo il rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sui conti di Visibilia Editore che sta facendo traballare la sua poltrona. Dopo aver incrociato la premier Meloni giovedì in Cdm, ieri Santanchè ha parlato della sua vicenda a margine dell'inaugurazione del Motor Bike a Verona: "Mai nessuno mi ha chiesto di fare un passo indietro. Io ho sempre detto che sono assolutamente tranquilla perché so come sono le questioni nel merito. Ho sempre detto che, per quanto riguarda questo rinvio a giudizio sulle false comunicazioni, non mi sarei dimessa", ha rimarcato l'imprenditrice ed esponente di Fratelli d'Italia, negando di aver avuto un confronto con Meloni sul tema.
Diverso il discorso per quanto riguarda l'altra inchiesta, quella sulla cassa integrazione Covid: "Capisco che ha delle implicazioni politiche", ha spiegato Santanchè, ribadendo la sua intenzione di fare un passo indietro in caso di rinvio a giudizio per quel filone di indagine. Il ministro ha inoltre aggiunto che i suoi rapporti con Meloni restano "quelli di sempre": "Sono assolutamente tranquilla... non patteggerò mai, andrà fino in fondo", ha promesso. Insomma, tra l'insofferenza che inizia a serpeggiare in FdI - dove ci si attende una scelta definitiva di Santanchè per chiudere il caso - e il pressing delle opposizioni che chiedono a gran voce le dimissioni di Santanchè, il nodo resta sul tavolo.
Meloni al momento resta concentrata sulla missione in Arabia, di cui ha parlato anche l'emittente locale saudita Al Arabiya, secondo cui la presidente del Consiglio terrà nella giornata di domenica colloqui con il principe ereditario bin Salman nella storica città di Al-Ula per "discutere opportunità di cooperazione" tra Roma e Riad.
"I due Paesi - ricorda la tv - intrattengono strette relazioni che risalgono al 1932, quando l'Italia fu tra i primi Paesi a stabilire relazioni diplomatiche con l'Arabia Saudita e aprì un consolato italiano a Gedda. Nel 1933 fu firmato un accordo di cooperazione tra i due Paesi". "Da allora - prosegue l'emittente saudita - le relazioni politiche ed il dialogo tra le leadership dei due paesi sono proseguiti con visite reciproche per migliorare le relazioni in diversi campi", portando ''il volume degli scambi commerciali bilaterali nel 2023 a circa 10,796 miliardi di dollari".
Proprio una decina di giorni fa, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha sottoscritto a Riad con il ministro saudita dell'Energia Abdulaziz Bin Salman Al-Saud un memorandum d'intesa per la cooperazione nel settore energetico. L'accordo, che ha validità di cinque anni, punta a rafforzare la cooperazione su transizione e sicurezza energetica, tenendo conto degli obiettivi di Parigi e dell'Agenda 2030.