C’è un Paese dove il costo della vita e le condizioni di lavoro sono un tema di dibattito pubblico. Quel Paese non è l’Italia, ma la Spagna. A Madrid, il governo a guida socialista sta discutendo in questi giorni di due, (anche internamente tra correnti) due importanti modifiche della legge su lavoro: l’aumento del salario minimo e la riduzione dell’orario legale di lavoro a 37 ore e mezzo.
La vicepremier spagnola e ministra del Lavoro Yolanda Diaz, del partito di sinistra Sumar, ha presentato mercoledì alle parti sociali un disegno di legge per aumentare il salario minimo di 700 euro l’anno, ovvero di 50 euro al mese in più per 14 pagamenti. Si tratta di un aumento del 4,4%, da applicare retroattivamente a partire dal mese di gennaio. In questo il Smi spagnolo passerebbe dagli attuali 1.134 euro al mese a 1.184 euro mensili.
La proposta di Diaz si basa sul rapporto realizzato dalla commissione di esperti che consiglia il governo sull’aumento del salario minimo (Smi) che raccomanda un aumento quest’anno dell’Smi del 3,4% o del 4,4% ovvero tra i 38,5 e i 50 euro al mese. Parlando alle parti sociali, Diaz ha menzionato l’impegno a ridurre la povertà e la disuguaglianza nel Paese, dove l’inflazione nel 2024 è stata calcolata al 2,8%, otto decimali in meno che nel 2023. I sindacati hanno chiesto un aumento più consistente. Le principali sigle, la Ccoo e la Ugt proporranno aumenti tra il 5% e il 6% per arrivare a circa 1.200 euro al mese. Gli industriali si sono mostrati scettici ma hanno detto che non arriveranno alla riunione con un “no categorico”.
I salari dei funzionari pubblici, parallelamente, sono già stati alzati dello 0,5%. Già l’anno scorso, a febbraio 2024, il Governo Spagnolo aveva approvato l’aumento del salario minimo (Smi) di un 5% portandolo a 1.134 euro per 14 rate, anche in quel caso con effetto retroattivo.
La Spagna ha una legge sul salario minimo dagli anni ’60, e negli ultimi 20 anni ha aggiornato molte volte la normativa inseguendo i cambiamenti sociali. Nel 2000, il salario minimo spagnolo era di 420 euro, nel 2016, dopo la crisi economica è aumentato, arrivando a nel 2017 a 736 euro. Il governo Sanchez, in carica dal 2018, l’ha portato prima a 900 euro mensili, poi agli attuali 1134. Diaz ha sottolineato che il governo socialista ha aumentato il salario minimo del 54%, a fronte di un’inflazione cresciuta del 18%, il che per la ministra ha favorito il potere d’acquisto di 2,5 milioni di lavoratori under 25 o a basso reddito.
“Oggi siamo il Paese nell’Ue che più ha creato più posti di lavoro negli ultimi anni. Da quando è salito l’Smi sono stati creati 2,2 milioni di nuovi impieghi e 1 di ogni 4 posti di lavoro che si creano in Europa è spagnolo. La produttività per ora lavorata cresce al 2,5%”, ha argomentato la leader di Sumar. “Abbiamo dimostrato che le previsioni neoliberali erano scorrette, non abbiamo distrutto la Spagna ma l’abbiamo salvata”.
La visione della ministra Diaz non è totalmente condivisa dal collega titolare dell’Economia Carlos Cuerpo, che si è mostrato più prudente. Distanza che si registra anche sull’altro grande dossier in discussione nei palazzi del governo di Madrid: la riduzione dell’orario di lavoro da 40 a a 37,5 ore. Un dossier da tempo sul tavolo dei ministeri economici del Paese.
Yolanda Diaz si aspetta che il conflitto interno al governo su questo secondo dossier venga risolto proprio mercoledì. La ministra di Sumar ha indicato alcune linee rosse: che la legge venga elaborata con procedura d’urgenza dal Consiglio dei ministri, che il testo approvato rispecchi quello concordato con i sindacati.
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Spagna, la ministra del lavoro Diaz: “Alziamo il salario minimo a 1.184 euro al mese”. E vuole la riduzione dell’orario di lavoro a 37,5 ore
Dal 2018 il salario minimo è cresciuto del 54%, mentre l'inflazione è stata complessivamente del 18%. Per la leader della formazione di sinistra Sumar e ministra del lavoro, il prossimo passo è ridurre il carico orario settimanale
C’è un Paese dove il costo della vita e le condizioni di lavoro sono un tema di dibattito pubblico. Quel Paese non è l’Italia, ma la Spagna. A Madrid, il governo a guida socialista sta discutendo in questi giorni di due, (anche internamente tra correnti) due importanti modifiche della legge su lavoro: l’aumento del salario minimo e la riduzione dell’orario legale di lavoro a 37 ore e mezzo.
La vicepremier spagnola e ministra del Lavoro Yolanda Diaz, del partito di sinistra Sumar, ha presentato mercoledì alle parti sociali un disegno di legge per aumentare il salario minimo di 700 euro l’anno, ovvero di 50 euro al mese in più per 14 pagamenti. Si tratta di un aumento del 4,4%, da applicare retroattivamente a partire dal mese di gennaio. In questo il Smi spagnolo passerebbe dagli attuali 1.134 euro al mese a 1.184 euro mensili.
La proposta di Diaz si basa sul rapporto realizzato dalla commissione di esperti che consiglia il governo sull’aumento del salario minimo (Smi) che raccomanda un aumento quest’anno dell’Smi del 3,4% o del 4,4% ovvero tra i 38,5 e i 50 euro al mese. Parlando alle parti sociali, Diaz ha menzionato l’impegno a ridurre la povertà e la disuguaglianza nel Paese, dove l’inflazione nel 2024 è stata calcolata al 2,8%, otto decimali in meno che nel 2023. I sindacati hanno chiesto un aumento più consistente. Le principali sigle, la Ccoo e la Ugt proporranno aumenti tra il 5% e il 6% per arrivare a circa 1.200 euro al mese. Gli industriali si sono mostrati scettici ma hanno detto che non arriveranno alla riunione con un “no categorico”.
I salari dei funzionari pubblici, parallelamente, sono già stati alzati dello 0,5%. Già l’anno scorso, a febbraio 2024, il Governo Spagnolo aveva approvato l’aumento del salario minimo (Smi) di un 5% portandolo a 1.134 euro per 14 rate, anche in quel caso con effetto retroattivo.
La Spagna ha una legge sul salario minimo dagli anni ’60, e negli ultimi 20 anni ha aggiornato molte volte la normativa inseguendo i cambiamenti sociali. Nel 2000, il salario minimo spagnolo era di 420 euro, nel 2016, dopo la crisi economica è aumentato, arrivando a nel 2017 a 736 euro. Il governo Sanchez, in carica dal 2018, l’ha portato prima a 900 euro mensili, poi agli attuali 1134. Diaz ha sottolineato che il governo socialista ha aumentato il salario minimo del 54%, a fronte di un’inflazione cresciuta del 18%, il che per la ministra ha favorito il potere d’acquisto di 2,5 milioni di lavoratori under 25 o a basso reddito.
“Oggi siamo il Paese nell’Ue che più ha creato più posti di lavoro negli ultimi anni. Da quando è salito l’Smi sono stati creati 2,2 milioni di nuovi impieghi e 1 di ogni 4 posti di lavoro che si creano in Europa è spagnolo. La produttività per ora lavorata cresce al 2,5%”, ha argomentato la leader di Sumar. “Abbiamo dimostrato che le previsioni neoliberali erano scorrette, non abbiamo distrutto la Spagna ma l’abbiamo salvata”.
La visione della ministra Diaz non è totalmente condivisa dal collega titolare dell’Economia Carlos Cuerpo, che si è mostrato più prudente. Distanza che si registra anche sull’altro grande dossier in discussione nei palazzi del governo di Madrid: la riduzione dell’orario di lavoro da 40 a a 37,5 ore. Un dossier da tempo sul tavolo dei ministeri economici del Paese.
Yolanda Diaz si aspetta che il conflitto interno al governo su questo secondo dossier venga risolto proprio mercoledì. La ministra di Sumar ha indicato alcune linee rosse: che la legge venga elaborata con procedura d’urgenza dal Consiglio dei ministri, che il testo approvato rispecchi quello concordato con i sindacati.
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Trump: “Meloni mi piace molto”. E sui dazi all’Italia: “Vedremo”. La Casa Bianca mostra migranti in catene deportati su aerei militari
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Meloni si dice coerente su tutto, ma è la campionessa mondiale di incoerenza". Lo dice Matteo Renzi in diretta su Instagram.
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "L'atteggiamento di Giorgia Meloni in questi giorni è insopportabile. A dicembre 2024 Meloni va ad Atreju e dice che i centri migranti funzioneranno, perchè bisogna sconfiggere la mafia dei trafficanti di migranti. E cosa accade ora? Accade che la scorsa settimana uno di quei criminali, che la Corte Penale Internazionale definisce trafficante e torturatore, viene arrestato dai poliziotti e la Meloni lo libera, con un volo di Stato, a spese nostre". Così Matteo Renzi in una diretta su Instagram.
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Se il governo abbassa le tasse, io sono contento. Ma quando hai un livello di ipocrisia come quello che abbiamo visto, mi arrabbio e lo dico. C'è un governo indecente con un sottosegretario alla Giustizia condannato, un ministro dei Trasporti che va benino sulle dirette di Tik Tok, ma non nella gestione dei trasporti". Lo dice Matteo Renzi in diretta su Instagram. "Se vogliono cacciare la Santanchè perchè rinviata a giudizio, allora devono mandare a casa anche Delmastro che è rinviato a giudizio. Meloni ha due pesi e due misure".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - Uniti si vince. Anzi, no. Divisi si vince. Dario Franceschini dal suo nuovo ufficio ex-officina, spariglia. "I partiti che formano la possibile alternativa alla destra sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà". E allora meglio andare "al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale" e sul terzo dei seggi assegnati con l'uninomiale "è sufficiente stringere un accordo", la proposta di Franceschini. Che si rivolge pure a Forza Italia: "Ha il biglietto della lotteria in tasca, ma non lo sa", con il proporzionale "sarebbe arbitra dei governi per i prossimi vent’anni".
"Volpone...", commenta Matteo Renzi. Carlo Calenda condivide l'analisi sul marciare divisi, Angelo Bonelli la boccia mentre dal Movimento 5 Stelle si fa sapere che l'intervista all'ex-ministro del Conte II è stata letta "con attenzione", vista come "prospettiva compatibile con le richieste della nostra comunità", quindi un’opzione su cui "è possibile un confronto". Nel Pd ha infiammato le chat ma la reazione ai attesta tra lo stupore e il silenzio, al momento. A partire dalla segretaria. Plasticamente impegnata in quanto di più lontano da riflessioni di alchimia politica, posta sui social le foto dell'incontro oggi a Porto Marghera con i lavoratori del petrolchimico, settore in allarme. "Eni sta dismettendo la chimica di base in Italia con l’assenso del governo Meloni, che resta a guardare. Grazie a questi lavoratori per l’incontro, il Pd è al loro fianco", scrive Schlein su Instagram.
Tuttavia, si riferisce, che stamattina ci sarebbero state interlocuzioni con Franceschini sull'intervista. E l'ex-ministro avrebbe rassicurato sulle sue buone intenzioni. Quel "marciare divisi" non andrebbe letto come una sconfessione della "testardamente unitaria" Schlein. Il senso dell'operazione sarebbe quello di dare un fermo, uno stop al dibattito che si sta alimentando nelle ultime settimane - giudicato inutile e maliziosamente dannoso - sul federatore, sulla coalizione e anche su un ipotetico partito dei cattolici. Una forza moderata sarebbe utile ma, sottolinea Franceschini, "noi cattolici democratici, non possiamo che restare in una forza progressista come ci hanno insegnato Zaccagnini e Granelli". E quindi un assist alla segretaria, si assicura.
Detto questo, non a pochi nel Pd, la proposta del "marciare divisi" è apparsa quanto meno eccentrica di fronte a una coalizione di centrodestra guidata da una leader, almeno al momento, molto forte. "Lei parla con Trump e noi ci presentiamo al voto divisi, a darci addosso l'un l'altro?". E comunque ancor più prosaicamente c'è chi fa notare come "senza alleanze, con questa legge elettorale, hai automaticamente perso". E' la matematica e il voto del 2022 docet. Riflessioni che restano riservate. "Nessuno vuol ribattere a un dirigente storico del Pd".
Anche il passaggio su Forza Italia sembra un po' fuori sincrono. Certo, osserva Matteo Renzi, "se Forza Italia accettasse di avere il sistema proporzionale governerebbe per anni perché si entrerebbe in un sistema in cui si creerebbero le maggioranze in Parlamento". Ma che gli azzurri si sfilino dal centrodestra, non sembra alle viste. Franceschini "prova a sedurre con una danza del ventre evocando il proporzionale puro", dice Alessandro Sorte, ma "Forza Italia è" già "l'unico vero centro e oggi ha un ruolo fondamentale".
Per Bonelli la proposta dell'ex-ministro non convince: "Non sarà l'Ulivo, non sarà il programma di 300 pagine dell'Unione, ma un minimo comun denominatore con cui presentarsi alle elezioni e battere la destra serve. E' quello che abbiamo fatto alle regionali in Sardegna, Umbria, Emilia. E quello su cui lavoreremo per le prossime regionali che ci attendono. Perché lo stesso schema non deve valere per le politiche?". Nel Pd a parlare in chiaro, in Tv, è Debora Serracchiani secondo cui l'ipotesi di Franceschini è "da valutare" e "credo abbia detto una cosa saggia: rafforzare il Pd, pensare alle cose concrete. La segretaria su questo sta dando veramente una linea importante. Invece di costruire a tavolino delle alleanze, cerchiamo di metterci insieme sui temi che ci tengono uniti".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - Uniti si vince. Anzi, no. Divisi si vince. Dario Franceschini dal suo nuovo ufficio ex-officina, spariglia. "I partiti che formano la possibile alternativa alla destra sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà". E allora meglio andare "al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale" e sul terzo dei seggi assegnati con l'uninomiale "è sufficiente stringere un accordo", la proposta di Franceschini. Che si rivolge pure a Forza Italia: "Ha il biglietto della lotteria in tasca, ma non lo sa", con il proporzionale "sarebbe arbitra dei governi per i prossimi vent’anni".
"Volpone...", commenta Matteo Renzi. Carlo Calenda condivide l'analisi sul marciare divisi, Angelo Bonelli la boccia mentre dal Movimento 5 Stelle si fa sapere che l'intervista all'ex-ministro del Conte II è stata letta "con attenzione". Nel Pd ha infiammato le chat ma la reazione ai attesta tra lo stupore e il silenzio, al momento. A partire dalla segretaria. Plasticamente impegnata in quanto di più lontano da riflessioni di alchimia politica, posta sui social le foto dell'incontro oggi a Porto Marghera con i lavoratori del petrolchimico, settore in allarme. "Eni sta dismettendo la chimica di base in Italia con l’assenso del governo Meloni, che resta a guardare. Grazie a questi lavoratori per l’incontro, il Pd è al loro fianco", scrive Schlein su Instagram.
Tuttavia, si riferisce, che stamattina ci sarebbero state interlocuzioni con Franceschini sull'intervista. E l'ex-ministro avrebbe rassicurato sulle sue buone intenzioni. Quel "marciare divisi" non andrebbe letto come una sconfessione della "testardamente unitaria" Schlein. Il senso dell'operazione sarebbe quello di dare un fermo, uno stop al dibattito che si sta alimentando nelle ultime settimane - giudicato inutile e maliziosamente dannoso - sul federatore, sulla coalizione e anche su un ipotetico partito dei cattolici. Una forza moderata sarebbe utile ma, sottolinea Franceschini, "noi cattolici democratici, non possiamo che restare in una forza progressista come ci hanno insegnato Zaccagnini e Granelli". E quindi un assist alla segretaria, si assicura.
Detto questo, non a pochi nel Pd, la proposta del "marciare divisi" è apparsa quanto meno eccentrica di fronte a una coalizione di centrodestra guidata da una leader, almeno al momento, molto forte. "Lei parla con Trump e noi ci presentiamo al voto divisi, a darci addosso l'un l'altro?". E comunque ancor più prosaicamente c'è chi fa notare come "senza alleanze, con questa legge elettorale, hai automaticamente perso". E' la matematica e il voto del 2022 docet. Riflessioni che restano riservate. "Nessuno vuol ribattere a un dirigente storico del Pd".
Anche il passaggio su Forza Italia sembra un po' fuori sincrono. Certo, osserva Matteo Renzi, "se Forza Italia accettasse di avere il sistema proporzionale governerebbe per anni perché si entrerebbe in un sistema in cui si creerebbero le maggioranze in Parlamento". Ma che gli azzurri si sfilino dal centrodestra, non sembra alle viste. Franceschini "prova a sedurre con una danza del ventre evocando il proporzionale puro", dice Alessandro Sorte, ma "Forza Italia è" già "l'unico vero centro e oggi ha un ruolo fondamentale".
Per Bonelli la proposta dell'ex-ministro non convince: "Non sarà l'Ulivo, non sarà il programma di 300 pagine dell'Unione, ma un minimo comun denominatore con cui presentarsi alle elezioni e battere la destra serve. E' quello che abbiamo fatto alle regionali in Sardegna, Umbria, Emilia. E quello su cui lavoreremo per le prossime regionali che ci attendono. Perché lo stesso schema non deve valere per le politiche?". Nel Pd a parlare in chiaro, in Tv, è Debora Serracchiani secondo cui l'ipotesi di Franceschini è "da valutare" e "credo abbia detto una cosa saggia: rafforzare il Pd, pensare alle cose concrete. La segretaria su questo sta dando veramente una linea importante. Invece di costruire a tavolino delle alleanze, cerchiamo di metterci insieme sui temi che ci tengono uniti".
(Adnkronos) - Per il pm De Tommasi le indagate avrebbero 'imbeccato' l'imputata - anche usando protocolli con "punteggi già inseriti" - affinché ottenesse una perizia psichiatrica in grado di accertarle un deficit, un'attività difensiva non lecita e che non è andata a buon fine. Le psicologhe sarebbero andate oltre il loro compito, somministrando test "incompatibili con le caratteristiche psichiche effettive della detenuta" e con colloqui "falsamente annotati nel diario clinico", mentre lo psichiatra Garbarini, consulente di parte, l'avrebbe "eterodiretta" nelle risposte da fornire, sostiene l'accusa.
Nell'avviso di conclusione indagini, infine, il pubblico ministero - che ha sentito la compagna di cella Tiziana Morandi, meglio conosciuta come 'la Mantide della Brianza' - sottolinea come l'avvocata Pontenani "invitava Pifferi a simulare in carcere comportamenti e atteggiamenti idonei a far apparire, contrariamente al vero, come una 'fuori di testa' e come una 'mongoloide', al fine di indurre in errore il perito e la Corte che avrebbero dovuto valutarla e giudicarla ed essere ritenuta quantomeno parzialmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto".
La chiusura delle indagini arriva a cinque giorni dal processo d'appello, dopo che il primo grado - la perizia disposta dai giudici ha certificato la piena capacità di intendere e volere della 39enne - ha sentenziato l'ergastolo per l'accusa di omicidio della piccola Diana di soli 2 anni.
Roma, 24 gen (Adnkronos) - “Seguiremo con grande attenzione l’offerta di acquisto di MPS su Mediobanca, vogliamo capirne tutti gli obiettivi e le ricadute. Il sistema bancario italiano è in una condizione complessivamente solida, grazie alla profonda ristrutturazione seguita alla crisi finanziaria e a quella dei debiti sovran". Lo dice Antonio Misiani, responsabile Economia e finanze nella segreteria nazionale Pd.
"MPS rappresenta, in questo quadro, un’esperienza particolarmente virtuosa. Le operazioni di aggregazione rispondono all’interesse nazionale e vanno valutate positivamente se producono effetti positivi sotto il profilo industriale, occupazionale e finanziario, seguendo criteri di mercato -prosegue-. Non se diventano parte di un risiko dettato da logiche opache di potere e con un ruolo sempre più invasivo della politica. Questo è il nostro metro di valutazione".
"Il fatto che il MEF sia il primo azionista di MPS, la banca che ha lanciato l’operazione, rende necessaria da parte del governo la massima trasparenza di fronte al Paese. Siano ormai a metà legislatura e ancora non abbiamo compreso se il governo abbia o meno una strategia per il futuro del sistema bancario nell’interesse delle famiglie e dell’economia reale", continua Misiani.
(Adnkronos) - "Chiameremo in Parlamento il ministro Giorgetti per chiedergli conto di tutto questo, a partire dagli obiettivi e dai criteri con cui l’esecutivo si vuole rapportare nei confronti di questa e di altre operazioni - come Unicredit-BPM e Generali-Natixis - che in questi mesi stanno cambiando radicalmente il profilo e la configurazione della finanza italiana", conclude l'esponente del Pd.