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“Le pressioni di Musk su di noi per la liberare Cecilia Sala? Un’invenzione”: l’Iran prova a smentire il coinvolgimento del magnate

A tentare una smentita dell'articolo del New York Times è stato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmail Baghae
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In un primo momento non avevano commentato, ora invece l’Iran bolla come “un’invenzione dei media e una fantasia” l’intervento di Elon Musk, attraverso l’ambasciatore di Teheran all’Onu, per favorire la liberazione di Cecilia Sala. A tentare una smentita dell’articolo del New York Times è stato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Esmail Baghae.

Secondo il Nyt, Musk ha aiutato ad assicurare il rilascio di Sala contattando l’ambasciatore Amir Saeed Iravani poco dopo la visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Mar-a-Lago, chiedendo il rilascio della giornalista che collabora con Chora Media e Il Foglio. Nei giorni successivi la giornalista italiana incarcerata a Teheran è stata liberata, dopo circa 20 giorni di prigionia.

Durante il colloquio – riporta il Nyt citando due funzionari iraniani – il miliardario “ha chiesto all’Iran il rilascio di Sala e ha rassicurato che gli Stati Uniti non avrebbero fatto pressioni sull’Italia per estradare l’ingegnere iraniano” Mohammad Abedini Najafadabi, arrestato a Malpensa a metà dicembre su richiesta degli Usa, e poi rilasciato dopo la liberazione di Sala.

Le date dei colloqui del tycoon con la diplomazia iraniana svelate dal Times sono piuttosto interessanti. Lo scorso novembre, infatti, Musk aveva incontrato per oltre un’ora l’ambasciatore iraniano nella sua residenza a New York per parlare di come disinnescare le tensioni fra Teheran e Washington. Casualmente – ha aggiunto il New York Times – la comunicazione tra Musk e l’ambasciatore si è ripetuta poco dopo la visita della premier Giorgia Meloni a Mar-a-Lago.

“Quando la premier Giorgia Meloni ha visitato Mar-a-Lago, il fidanzato di Sala, Daniele Raineri, aveva già chiesto l’aiuto di Musk tramite un intermediario”, riferisce il New York Times citando Raineri che, in un’intervista, ha raccontato di “aver pensato a lui perché aveva letto che esisteva ‘un canale fra Musk e i diplomatici iraniani, e che Musk lavora anche a stretto contatto con Trump’”.

“Raineri ha detto – aggiunge il Nyt – di aver inviato un messaggio il 29 dicembre” ad Andrea Stroppa, il referente in Italia del miliardario, “per chiedere se poteva portare il caso di Sala all’attenzione di Musk e chiedere il suo aiuto”. Stroppa ha dichiarato in un’intervista che il miliardario “aveva preso atto della richiesta, ma che non sapeva se fosse stato coinvolto nel caso”.

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