Prima l’attacco di Marina Berlusconi e della destra, poi l’affondo in prima pagina su Il Foglio (con allusione alla morte del conduttore), adesso – contro Report – arriva anche l’intervento di don Patriciello. Questa volta però non per il servizio sulle stragi del ’93 e le indagini su Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi, ma per l’inchiesta – intitolata Prumesse mancate – sul cosiddetto modello Caivano. : un servizio, andato in onda sempre domenica 12 gennaio, che fa il punto su cosa è stato fatto e sul funzionamento del modello.

Il parroco della chiesa di San Paolo Apostolo nel Parco Verde, però, su Facebook attacca la trasmissione. Rivolgendosi al conduttore Sigfrido Ranucci contesta il modo in cui è stata messa in onda la sua intervista rilasciata all’inviato di Report Luca Chianca “per rendere un servizio”, scrive don Patriciello, e durata “più di un’ora”. “Poi con il solito meccanismo del taglia-incolla, ai telespettatori, di quella intervista, vengono offerti al massimo due minuti. Ecco, ti sembra giusto? Non credi che chiunque, potrebbe, con questo sistema – e avendo a disposizione tanto materiale – fare dire a chiunque tutto e il contrario di tutto? Un grande abbraccio a te e al caro Luca. Il tempo, però, è prezioso per tutti. Anche per me. Dio ti benedica”, conclude il parroco di Caivano.

A don Maurizio Patriciello replica, sempre sui social, lo stesso Ranucci. Premettendo l’ammirazione per “l’impegno e la passione” con cui il parroco segue “le persone più fragili del mondo”, il conduttore però precisa: “Mi dispiace leggere le tue critiche per come è impostato un programma televisivo, è un po’ come se avessimo noi di Report la presunzione di spiegarti come si fa messa“. Entrando nel merito del servizio e della durata delle interviste Ranucci ricorda che “un’intervista lunga serve a chi non conosce un contesto per farsi un’idea, poi a verificare e dare conto infine al pubblico delle criticità e delle risposte alle criticità”. Sulle critiche mosse dal parroco, però, il conduttore della trasmissione di Rai3 dice di non sapere “cosa hai detto di importante nella intervista originale” ma sottolinea che l’inviato “è una persona onesta e che non fornirebbe mai una falsa rappresentazione della realtà”. Lo stesso giornalista, secondo quanto scrive Ranucci, ha chiesto proprio a don Patriciello “dove abbiamo detto il falso o dove sarebbe stato manipolato il tuo pensiero. Ma a questa domanda non c’è stata risposta“. “Noi se abbiamo sbagliato siamo pronti ad accogliere le tue correzioni“, replica ancora Ranucci: “Con grande e immutata stima e, come usava dire mia madre prima che uscissi di casa, ‘che il Signore ci accompagni'”, conclude il conduttore.

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