In Italia si assiste ad un dibattito in parte surreale su Elon Musk, il potentissimo miliardario che negli Usa controlla e governa di fatto settori strategici per il Paese e condiziona la stessa democrazia. Abbiamo i puristi della politica che scoprono solo ora i conflitti di interesse, sono quelli che convivono in Italia nel conflitto di interessi, che sono magari loro stessi in perenne conflitto di interessi e che mai si sono accorti, o hanno fatto finta di non accorgersi, dei pericolosi conflitti di interesse che hanno caratterizzato anche l’amministrazione Biden, soprattutto in Ucraina con interessi anche familiari del presidente americano uscente. Poi proprio noi in Italia, dove ci hanno deriso per anni nel mondo per i conflitti di interesse di Silvio Berlusconi, dove abbiamo forze politiche che hanno fatto la loro fortuna sull’antiberlusconismo, accusandolo delle peggiori nefandezze per crescere il proprio consenso politico per poi governarci insieme per tanti anni e costruire anche leggi e atti normativi insieme a lui. La saga dell’ipocrisia all’ennesima potenza.
Molti si svegliano contro Musk solo perché è un alleato, un finanziatore e un sodale di Trump: se fosse stato con Biden, tanti radical chic nostrani avrebbero parlato di un grande imprenditore illuminato in grado di garantire la transizione tecnologica verso le magnifiche sorti e progressive, citando Leopardi. Sono gli stessi che hanno contribuito alla privatizzazione in Italia dei principali asset strategici delle telecomunicazioni che oggi sono in mano a privati, meno noti di Musk, ma altrettanto pericolosi per la democrazia: mi riferisco, anche, a fondazioni e società, riconducibili ad entità straniere vicine a servizi di altri paesi, che controllano, insieme a persone della “vita di mezzo” tra uffici pubblici e privati, settori strategici delle telecomunicazioni, con rischi evidenti non solo per la sicurezza nazionale ma anche per le libertà civili ed individuali.
Quelli che oggi inveiscono contro Musk come mai non hanno nulla da dire su quel personale politico di primo piano del campo progressista – quello che prova orrore per i conflitti di interessi solo degli altri – sulla presenza costante di uomini di partito e della propria area politica nelle aziende che producono armi e tecnologia militare? Trovo insopportabile la questione morale strabica, proprio per questa incoerenza e mancanza di credibilità che ci troviamo sempre di più le destre e figure come Musk. Il magnate atlantico è pericoloso per la democrazia soprattutto perché le politiche pubbliche sono arretrate in tutto il mondo: è il più alto e finanche qualificato prodotto del liberismo senza regole, del turbocapitalismo, del predominio assoluto del capitale privato su tutto, della rinuncia delle politiche pubbliche a gestire settori strategici che non sarebbero mai dovuti andare in mani private. Ecco perché Musk è all’ennesima potenza il prodotto della fase più pericolosa del capitalismo in demenza senile: economia di guerra, controllo delle persone, fascistizzazione delle relazioni sociali, dominio del potere e dell’ordine costituito, repressione del dissenso.
È fisiologico che l’apice del conflitto d’interesse abbia sede nella patria della fase morente del capitalismo, ossia gli Stati Uniti. È naturale che sia multimiliardario, che sia di ultradestra, che sia trumpiano, che stia nel settore delle armi e delle telecomunicazioni. È il prodotto del mostro politico ed economico che si è costruito con la complicità di un campo della sinistra che non ha saputo costruire un modello altro. Il conflitto di interessi è talmente forte con Musk che risulta peraltro più visibile, anche meno opaco e occulto se vogliamo. Quindi più attaccabile e contrastabile. Ma per sconfiggere questi conflitti di interessi non servono le lotte di potere nel sistema, dettate solo da equilibri di potere perché tutto cambi affinché nulla cambi, è necessario cambiare tutto. L’oggetto societario delle principali aziende di Elon Musk non dovrebbe essere oligopolio o monopolio di privati, o ancor meglio non dovrebbe essere consentita una debolezza così forte del pubblico in quei settori tanto da far diventare un privato così determinante nelle politiche di difesa, militari, di guerra, di sicurezza nazionale, di democrazia.
Con Musk siamo all’apice della crisi mondiale della finta democrazia capitalistica e della ricerca di nuovi punti di equilibrio di un ordine mondiale che invece scricchiola.
***
ISTIGAZIONE A SOGNARE – LA COERENZA DEI FATTI
Lo spettacolo teatrale di Luigi de Magistris
Luigi de Magistris racconta a teatro dell’intreccio tra mafie e politica e della funzione civilizzatrice della Costituzione italiana, attraverso la sua storia di magistrato e del suo successivo impegno politico come sindaco della città di Napoli.
Luigi de Magistris
Giurista e politico, già sindaco di Napoli
Mondo - 16 Gennaio 2025
Su Elon Musk dibattito surreale in Italia: trovo insopportabile la questione morale strabica
In Italia si assiste ad un dibattito in parte surreale su Elon Musk, il potentissimo miliardario che negli Usa controlla e governa di fatto settori strategici per il Paese e condiziona la stessa democrazia. Abbiamo i puristi della politica che scoprono solo ora i conflitti di interesse, sono quelli che convivono in Italia nel conflitto di interessi, che sono magari loro stessi in perenne conflitto di interessi e che mai si sono accorti, o hanno fatto finta di non accorgersi, dei pericolosi conflitti di interesse che hanno caratterizzato anche l’amministrazione Biden, soprattutto in Ucraina con interessi anche familiari del presidente americano uscente. Poi proprio noi in Italia, dove ci hanno deriso per anni nel mondo per i conflitti di interesse di Silvio Berlusconi, dove abbiamo forze politiche che hanno fatto la loro fortuna sull’antiberlusconismo, accusandolo delle peggiori nefandezze per crescere il proprio consenso politico per poi governarci insieme per tanti anni e costruire anche leggi e atti normativi insieme a lui. La saga dell’ipocrisia all’ennesima potenza.
Molti si svegliano contro Musk solo perché è un alleato, un finanziatore e un sodale di Trump: se fosse stato con Biden, tanti radical chic nostrani avrebbero parlato di un grande imprenditore illuminato in grado di garantire la transizione tecnologica verso le magnifiche sorti e progressive, citando Leopardi. Sono gli stessi che hanno contribuito alla privatizzazione in Italia dei principali asset strategici delle telecomunicazioni che oggi sono in mano a privati, meno noti di Musk, ma altrettanto pericolosi per la democrazia: mi riferisco, anche, a fondazioni e società, riconducibili ad entità straniere vicine a servizi di altri paesi, che controllano, insieme a persone della “vita di mezzo” tra uffici pubblici e privati, settori strategici delle telecomunicazioni, con rischi evidenti non solo per la sicurezza nazionale ma anche per le libertà civili ed individuali.
Quelli che oggi inveiscono contro Musk come mai non hanno nulla da dire su quel personale politico di primo piano del campo progressista – quello che prova orrore per i conflitti di interessi solo degli altri – sulla presenza costante di uomini di partito e della propria area politica nelle aziende che producono armi e tecnologia militare? Trovo insopportabile la questione morale strabica, proprio per questa incoerenza e mancanza di credibilità che ci troviamo sempre di più le destre e figure come Musk. Il magnate atlantico è pericoloso per la democrazia soprattutto perché le politiche pubbliche sono arretrate in tutto il mondo: è il più alto e finanche qualificato prodotto del liberismo senza regole, del turbocapitalismo, del predominio assoluto del capitale privato su tutto, della rinuncia delle politiche pubbliche a gestire settori strategici che non sarebbero mai dovuti andare in mani private. Ecco perché Musk è all’ennesima potenza il prodotto della fase più pericolosa del capitalismo in demenza senile: economia di guerra, controllo delle persone, fascistizzazione delle relazioni sociali, dominio del potere e dell’ordine costituito, repressione del dissenso.
È fisiologico che l’apice del conflitto d’interesse abbia sede nella patria della fase morente del capitalismo, ossia gli Stati Uniti. È naturale che sia multimiliardario, che sia di ultradestra, che sia trumpiano, che stia nel settore delle armi e delle telecomunicazioni. È il prodotto del mostro politico ed economico che si è costruito con la complicità di un campo della sinistra che non ha saputo costruire un modello altro. Il conflitto di interessi è talmente forte con Musk che risulta peraltro più visibile, anche meno opaco e occulto se vogliamo. Quindi più attaccabile e contrastabile. Ma per sconfiggere questi conflitti di interessi non servono le lotte di potere nel sistema, dettate solo da equilibri di potere perché tutto cambi affinché nulla cambi, è necessario cambiare tutto. L’oggetto societario delle principali aziende di Elon Musk non dovrebbe essere oligopolio o monopolio di privati, o ancor meglio non dovrebbe essere consentita una debolezza così forte del pubblico in quei settori tanto da far diventare un privato così determinante nelle politiche di difesa, militari, di guerra, di sicurezza nazionale, di democrazia.
Con Musk siamo all’apice della crisi mondiale della finta democrazia capitalistica e della ricerca di nuovi punti di equilibrio di un ordine mondiale che invece scricchiola.
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ISTIGAZIONE A SOGNARE – LA COERENZA DEI FATTI
Lo spettacolo teatrale di Luigi de Magistris
Luigi de Magistris racconta a teatro dell’intreccio tra mafie e politica e della funzione civilizzatrice della Costituzione italiana, attraverso la sua storia di magistrato e del suo successivo impegno politico come sindaco della città di Napoli.
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Napoli , 29 gen. - (Adnkronos) - Agguato in serata a Napoli dove un pregiudicato è stato ucciso a colpi di pistola. La vittima è un 33enne, Antonio Esposito, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo è arrivato al pronto soccorso, trasportato da conoscenti. Subito dopo il ricovero, è morto nel reparto di Rianimazione per le lesioni subite. Secondo quanto si apprende, è stato colpito da un proiettile al fianco sinistro.
L'agguato è avvenuto in via Carbonara, all'interno di un circolo ricreativo. Sul posto sono in corso i rilievi dei carabinieri che hanno avviato le indagini. Il 33enne è stato accompagnato da conoscenti in ospedale, dove però è morto poco dopo per le ferite riportate. Decine di familiari e conoscenti della vittima hanno raggiunto l'ospedale Pellegrini, tra urla di disperazione. Secondo quanto si apprende, non sono stati rilevati danneggiamenti né aggressioni.
Roma, 29 gen. (Adnkronos) - La Fed ha deciso di mantenere i tassi di interesse invariati, fermi in una forchetta compresa tra il 4,25% e il 4,50%. E’ quanto si legge in una nota diffusa dalla Federal Reserve, la prima dall’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
“Nel considerare l'entità e la tempistica di ulteriori aggiustamenti”, la Fed “valuterà attentamente i dati in arrivo, l'evoluzione delle prospettive e l'equilibrio dei rischi”. Il Comitato inoltre afferma che “continuerà a ridurre le proprie disponibilità di titoli del Tesoro, di debito delle agenzie e di titoli garantiti da ipoteca delle agenzie”. L’obiettivo resta quello di “sostenere la massima occupazione e riportare l'inflazione all'obiettivo del 2%”.
Secondo la Banca centrale americana “i rischi per il raggiungimento degli obiettivi di occupazione e inflazione sono grosso modo in equilibrio”; tuttavia “le prospettive economiche sono incerte e il Comitato è attento ai rischi che gravano su entrambi gli aspetti del suo duplice mandato”.
L'attività economica negli Stati Uniti “ha continuato a espandersi a un ritmo solido”, mentre negli ultimi mesi “il tasso di disoccupazione si è stabilizzato a un livello basso” e “le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide”. L'inflazione “rimane leggermente elevata”, ha reso noto la Fed, in un comunicato.
"Non c’è fretta di agire in fretta” per un ulteriore taglio dei tassi di interesse, ha detto il governatore della Fed, Jerome Powell.
(Adnkronos) - "Non ho detto nulla neanche quando sono stata mollata da un giorno all'altro nel mio primo periodo di difficoltà lo scorso febbraio, quando faticavo ad alzarmi dal letto" aggiunge l'imprenditrice digitale. "Ho sentito dire tante volte che l'avevo cacciato di casa, ma mai è stato detto che l'ho cacciato di casa dopo aver scoperto un tradimento proprio in quei giorni (solo uno dei tanti evidentemente) e mai è stato detto che lui non ha esitato prendendo la palla al balzo per non esser trascinato nel mio 'danno d'immagine'".
Il messaggio social è quello di una donna ignara, che resta al suo fianco - "facevo di tutto per cercare di farlo uscire dai momenti bui", ma che ora non è più disposta a tacere. "Non ho detto nulla pubblicamente neanche quando, qualche giorno prima di Natale 2024, Federico mi ha chiamata e ha ammesso per la prima volta la storia con questa amante che proseguiva dal 2017 e dicendomi anche che aveva pensato di non sposarmi pochi giorni prima del matrimonio ma poi non sapeva come tirarsi indietro pubblicamente". E aggiunge: "Ho vomitato, ho capito che quello che avevo vissuto era stata una totale presa in giro ma ho sofferto in silenzio, circondata solo dalla vicinanza di chi mi ama veramente ed augurandomi un amore vero da entrambe le parti per il futuro".
Ancora più amara la conclusione del lungo sfogo. "Sono stata zitta su tanti temi ma leggo troppe schifezze per continuare a fare finta di niente: la mia relazione con Federico era reale per me, non sono mai stata in una coppia aperta (era evidentemente aperta solo per l'altra parte senza che io ne fossi a conoscenza) e, nonostante tutto, sono fiera di aver amato incondizionatamente. Mi spiace che per l'altra parte io sia stata solo una persona da prendere in giro ed usare a piacimento" conclude Chiara Ferragni.
(Adnkronos) - Per Emis Killa, indagato per associazione a delinquere e sottoposto a Daspo (tre anni) che gli vieta di assistere agli incontri di calcio, si profila la chiusura delle indagini, così come per altri ultrà rossoneri, in vista di un'eventuale richiesta di processo per uno dei filoni dell'inchiesta sulle curve di San Siro. In particolare, al rapper viene contestato il sequestro dell'arsenale 'casalingo', l'episodio che lo avrebbe visto testimone dell'aggressione a uno steward del Meazza e i rapporti e gli incontri con Lucci.
In procura a Milano sono diversi sono i filoni ancora aperti sulla tifoseria organizzata: c'è l'omicidio di Antonio Bellocco, il tentato omicidio di Enzo Anghinelli, la vicenda che vede come vittima Vittorio Boiocchi, la gestione dei parcheggi fuori dallo stadio.
Tra le carte che riguardano Luca Lucci era spuntato, nei giorni caldi successivi agli arresti, anche il nome di Fedez, non è indagato nell'inchiesta 'Doppia curva', ma in quella su una rissa in discoteca dell'aprile 2024 a Milano e sul successivo pestaggio del personal trainer Cristiano Iovino, a cui avrebbe preso parte insieme, tra gli altri, a Christian Rosiello, ultrà ed ex bodyguard del cantante. Iovino non ha denunciato e l'indagine viaggia spedita verso una richiesta di archiviazione.
Roma, 29 gen. (Adnkronos) - “Con la legge sulla partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati d'impresa si andrà a costruire un nuovo modello di collaborazione tra imprese e lavoratori basato sulla condivisione degli obiettivi. Il testo base da cui siamo partiti per il suo esame nelle Commissioni Lavoro e Finanze è un progetto di legge di iniziativa popolare, quello per cui la Cisl ha raccolto oltre 400.000 firme. La decisione che questo sarebbe stato il testo da cui partire per l'esame in Commissione è arrivata da maggioranza e opposizione, una coralità che abbiamo molto apprezzato". Così Walter Rizzetto (FdI), Presidente della Commissione Lavoro della Camera, e Lorenzo Malagola, Segretario in Commissione Lavoro e relatore per Fratelli d’Italia della proposta di legge in Aula.
"La stessa coralità che ci auguravamo di vedere da parte di tutte le sigle sindacali oggi all’evento "Partecipare per crescere, un ponte tra lavoro e impresa", che si è tenuto alla Camera dei Deputati, dove ci aspettavamo di vedere seduti insieme alle istituzioni tutti i vertici dei sindacati, sarebbe stato un segnale importante per i lavoratori. Auspichiamo che l’approvazione della pdl in Aula, che rappresenta un momento storico, avvenga all’unanimità e che le opposizioni possano cogliere questa opportunità".
"Il contributo della partecipazione è determinante per la costruzione di un mercato del lavoro più equo e più giusto, laddove capitale e lavoratori non siano più antagonisti ma diventino protagonisti a pieno titolo del bene e della crescita dell’Italia. Sia come partito che come coalizione sosteniamo convintamente questa iniziativa a tal punto che nella legge di bilancio è stata approvata una norma che prevede l’istituzione di un Fondo di 70 milioni di euro nell'anno 2025 e di 2 milioni di euro nell'anno 2026, per il finanziamento della partecipazione dei lavoratori all’impresa, da destinare soprattutto per incentivi fiscali”.
Roma, 29 gen. (Adnkronos) - “Il governo, per bocca della sottosegretaria Albano, ha detto che interverrà sui tagli effettuati dallo stesso esecutivo sul cuneo fiscale per i redditi bassi. Fino a 1200 euro. E’ una decisione che, se confermata, rappresenta l’ammissione di un disastro vero che hanno combinato al Mef. Grazie alle denunce della Cgil e dell’opposizione il governo è costretto a fare un passo indietro. La conferma della loro incapacità e improntitudine”. Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Roma, 29 gen. (Adnkronos) - "La mozione sui migranti approvata al Bundestag con i voti di Cdu e Afd segna purtroppo un punto di non ritorno. La normalizzazione in Germania dell’estrema destra, la rottura del cordone sanitario nei confronti dei nostalgici del nazismo. Un segno sinistro, dopo i 'mai più' risuonati ad Auschwitz solo un paio di giorni fa". Lo scrive sui social Ivan Scalfarotto di Iv.