Non solo agente immobiliare, Gianluca Torre sarà anche conduttore di un podcast dal titolo Casa Perfetta che lo vedrà interagire con molti vip. E il volto di Casa a Prima Vista che ricomincia il 17 febbraio su Real Time si è raccontato in un’intervista a Vanity Fair a cominciare dalla fatidica domanda, se esista o meno la casa perfetta: “Assolutamente no, soprattutto perché non troveremo mai una casa che soddisfi al 100% i nostri gusti. La vera casa perfetta, però, è quella di cui conserviamo i ricordi più belli, ed è anche per questo che sono stato contento di mettermi alla prova in questo podcast in cui ho cercato di mettere a loro agio i miei ospiti”.
Figlio unico, da bimbo pensava che da grande avrebbe fatto il muratore: “(…) Volevo costruire le case mattone su mattone. Vicino alla casa sul lago di Como dei miei nonni sorgeva un cantiere, e li obbligavo a portarmici perché ero affascinato da quello che stavano per costruire. Dopo, però, ho pensato di fare il dottore, più precisamente il chirurgo trapiantologo. Ero affascinato da Barnard, che all’epoca fece il primo trapianto di cuore della storia”. Ma la realtà è che Torre ha cominciato da pubblicitario ed è poi diventato agente immobiliare. La prima casa che ha venduto? “La casa della mamma di un mio amico in zona Porta Romana: un trilocale molto carino che abbiamo venduto in due giorni”.
E se nel programma di RealTime Torre è un vero ‘ciclone’, nella vita non è sempre così: “Ho le mie ansie e le mie paure: ci sono delle mattine in cui faccio fatica ad alzarmi dal letto, ma penso che sia qualcosa molto comune. Cerco, però, di rimboccarmi le maniche e di darmi da fare per cercare di portare qualcosa di positivo a casa”. La sua paura? “La morte dei cari, perché è irrisolvibile e non puoi fare altro che accettarla. L’ho purtroppo provata sulla mia pelle sia per il papà che per la mamma, che oggi non sono più con me”. Lui, 56enne, non ha ancora una famiglia in senso tradizionale: “Negli anni in cui normalmente ci si sposa, quindi tra i 30 e i 40, le relazioni che avevo non hanno funzionato nella maniera adeguata: il progetto di sposarsi e di avere dei figli c’era, ma non si è mai realizzato. Se li avessi avuti probabilmente non avrei potuto fare certi azzardi come cambiare carriera, ma l’unico vero cruccio è non aver dato dei nipotini ai miei genitori. Con i figli avrei avuto una vita diversa, ma è andata benissimo lo stesso”.