“In Italia il sistema dei diritti e delle garanzie è da sempre assai arretrato, anche per responsabilità delle politiche dei governi di centrosinistra. Ma oltre due anni di governo Meloni lo hanno ulteriormente indebolito, incrementando il deficit di protezione sociale e rendendo ancora più fragili le tutele individuali”. A rivendicarlo l’ex senatore Luigi Manconi, presidente di A Buon Diritto Onlus, nel corso della presentazione alla Camera dei deputati del nuovo rapporto sullo Stato dei diritti nel nostro Paese, in occasione del decimo anniversario della sua pubblicazione.

Secondo quanto emerso nel biennio 2023-2024 lo stato dei diritti in Italia ha segnato così un ulteriore arretramento. Il nostro Paese è sceso dal 41esimo al 46esimo posto nella classifica sulla libertà di stampa. Sono state 109 le donne vittime di femminicidio nel corso dell’ultimo anno. Non va meglio sul fronte dell’occupazione, con l’Italia al secondo posto nell’UE per lavoro povero, con oltre 5 milioni di persone che guadagnano meno di 10 euro all’ora e forti disparità generazionali e di genere nell’accesso al lavoro e nelle retribuzioni. Senza contare la stretta sul diritto di asilo e sulle politiche migratorie. “Servirebbero risorse e politiche in materia di sanità pubblica, salute mentale, istruzione, casa, lavoro, ma anche in campo ambientale e in materia di cittadinanza. E invece da anni assistiamo a tagli alle misure sociali e di sostegno. A Buon Diritto, con il lavoro degli sportelli legali, ha modo di vedere quotidianamente cosa viene riservato alle persone in movimento e straniere: politiche criminogene, discriminatorie, prassi illegittime. E ancora: la transizione ecologica non sta funzionando, il cambiamento climatico mostra sempre di più i propri effetti, e mentre studenti e studentesse, attivisti e attiviste reclamano soluzioni la risposta sembra essere solo la criminalizzazione di chi protesta. A tal proposito non possiamo non citare il disegno di legge cosiddetto “sicurezza” in discussione al Senato, che insieme a molti altri chiediamo venga ritirato”, ha spiegato Camilla Siliotti di A Buon Diritto Onlus.

“Il decreto Sicurezza limita la libertà personale, introducendo nuove figure di reato e un inasprimento delle pene che complicano la vita sociale, individuale, politica dei cittadini”, spiega Manconi. Per poi bocciare l’ipotesi -sulla quale lavora l’esecutivo, pur tra la perplessità e i dubbi pure del Colle – di una sorta di scudo penale per agenti o membri delle forze dell’ordine: “Favorirebbe l’omertà, l’oscurità, la copertura delle illegalità. Invece abbiamo bisogno di più trasparenza”, rivendica Manconi.

Alla presentazione del rapporto hanno partecipato anche diversi esponenti delle forze di opposizione, da Nicola Fratoianni (Avs), passando per Riccardo Magi (+Europa) alle parlamentari Cecilia D’Elia e Rachele Scarpa (Pd). Ma se tante delle questioni denunciate nel rapporto – dall’immigrazione e i Cpr, passando per il lavoro precario – sono anche conseguenza delle politiche passate di centrosinistra, ora Manconi invita le opposizioni a un cambio di rotta: “Non sono ottimista, ma non c’è alternativa”.

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