La norma è snella, il criterio racchiuso in soli tre articoli: se passi in un altro gruppo, perdi l’incarico. Un principio talmente lineare che sono bastati sedici minuti alla commissione Riforme istituzionali della Regione Puglia per affossare la legge. Il centrosinistra con la mano tesa della Lega blinda i cambi di casacca. Questi i fatti: la legge è stata presentata da Fratelli d’Italia e nasce dalla volontà di mutuare quanto già disposto sia in Senato che nella Regione Marche. I consiglieri regionali che cambiano gruppo rispetto a quello nel quale sono stati eletti, decadono dall’incarico che ricoprono.
Il motivo di proporre una legge che blinda gli andirivieni nei vari gruppi nasce dal fatto che, spesso, i passaggi modificano gli equilibri tra le forze politiche, tanto tra i vari schieramenti che all’interno della stessa coalizione. Ma gli incarichi come quelli nell’ufficio di presidenza o nelle commissioni sono scelti dai consiglieri stessi in base alla forza dei vari gruppi e all’equilibrio tra le parti. Di qui la necessità dei proponenti di evitare sbilanciamenti improvvisi, tra sovraesposizione di gruppi divenuti più popolosi ma partiti con una pattuglia più ridotta di eletti e sottodimensionamento di quelli che, al contrario, partivano con truppe più corpose. Nasce da questo l’intenzione di inserire un deterrente a questi continui passaggi: la perdita immediata dell’incarico nelle commissioni e nell’ufficio di presidenza. E il deterrente si traduce anche nella perdita del benefit economico che ne deriva: 1.200 euro in più al mese.
Al momento del voto, però, è risultato solo un favorevole alla proposta di legge. Lega e Movimento 5 Stelle si sono astenuti, i tre consiglieri di maggioranza presenti – espressione di Pd e della civica Per la Puglia – si sono detti contrari. Se ne riparlerà in aula quando la legge sbarcherà per essere valutata dall’assise ma, risultando spaccato anche lo stesso centrodestra, è semplice immaginare che la corsa si fermerà sul nascere.
“La volontà era quella di evitare che nella prossima legislatura si verificassero situazioni come in quella in corso – spiega a Ilfattoquotidiano.it Luigi Caroli, il primo firmatario della legge – Serve a dare linee guida ben precise e mettere dei paletti, come del resto hanno fatto in Senato e in altre Regioni, a dimostrazione del fatto che le preoccupazioni sono condivise”. Aggiungono dal gruppo di Fdi in Consiglio regionale: “Siamo stati gli unici a sostenere una legge contro i trasformismi, l’obiettivo era scoraggiare proprio quel trasformismo imperante nella politica regionale, soprattutto negli ultimi anni sotto il governo di Emiliano”.
Il riferimento è a due vicende che hanno mandato in corto circuito la maggioranza per mesi, entrambe determinate dal passaggio nel gruppo di Azione di due consiglieri regionali eletti in altri gruppi: Sergio Clemente, eletto nei Popolari per Emiliano, e Fabiano Amati, arrivato dal Pd. Il primo occupava (e occupa) il posto di segretario d’aula del Consiglio regionale, il secondo (oggi assessore) al tempo era presidente della commissione Bilancio. Per mesi la maggioranza ha tentato di disarcionarli perché, appunto, non più rappresentanti del gruppo al quale spettava quella postazione. Amati, tra l’altro, era presente in commissione Riforme istituzionali al momento del voto della legge e ha mostrato l’altolà.
Ma per capire quanto sia necessaria una legge che argini il fenomeno, basta ripercorrere i vari spostamenti registrati nella legislatura in corso. Sono dieci i consiglieri regionali – su 50 – che hanno cambiato gruppo rispetto a quello nel quale si sono candidati e sono stati eletti. Prima di vedere i casi specifici, una premessa: non tutti hanno ricoperto ruoli che avrebbero perso se la legge fosse stata in vigore, ma certamente fa capire quale sia la dimensione della vicenda. E dunque: i già citati Amati e Clemente sono rimasti – dopo travagliate trattative – comunque nel perimetro della maggioranza, così come Ruggiero Mennea passato da Pd ad Azione e Pierluigi Lopalco, eletto nel gruppo civico Con e passato nel Pd. Così ha fatto il dirimpettaio Paolo Dell’Erba, eletto nella civica legata a Raffaele Fitto (che nel 2020 si candidò a presidente) La Puglia Domani ma poi approdato in Forza Italia. Hanno, invece, attraversato l’emiciclo regionale per trasferirsi dalla parte opposta Stefano Lacatena – eletto in Forza Italia e ora in Con – che è stato nominato consigliere delegato all’Urbanistica dal governatore Michele Emiliano; Saverio Tammacco – anche lui presente in commissione al momento del voto – eletto nel centrodestra ne La Puglia Domani, transitato nel gruppo Misto, ora componente del gruppo di maggioranza Per la Puglia del quale è stato anche capogruppo.
E ancora: Massimiliano Stellato, anche lui arrivato in Consiglio con i Popolari con Emiliano, dopo un passaggio nel gruppo Misto, è approdato in Italia Viva dichiarandosi all’opposizione. Finita? Macché. Stellato ha rotto con i renziani e ha ufficializzato il ritorno in maggioranza, nuovamente nel gruppo Misto. Anche Francesco La Notte arriva in Consiglio regionale nel 2020 nella lista dei Popolari con Emiliano, diventandone capogruppo, salvo poi, dopo un passaggio nel gruppo Misto che come un limbo traghetta gli indecisi, approdare in Forza Italia. Giuseppe Tupputi ha abbandonato la creatura civica di Emiliano, Con, per sposare anche lui il partito di Berlusconi. Una percentuale di migrazioni non proprio ininfluente, insomma. Eppure il centrosinistra, della necessità di rispettare la spartizione degli incarichi tra i vari gruppi, se ne è ricordato non solo quando ha tentato di sostituire gli esponenti di Azione, ma anche quando Antonio Tutolo, eletto nei Popolari con Emiliano, è passato nel gruppo Misto pur restando saldamente nella maggioranza. Era presidente della commissione Affari Generali. Oggi, non lo è più. Il suo posto lo ha preso il Pd.
Politica
Dieci cambi di casacca su 50 consiglieri. Ma la Puglia boccia (unita) la legge che li contrasta
Il centrosinistra con la mano tesa di Lega e M5s affossa la proposta di Fdi per disincentivare l'addio alle forze con cui si viene eletti. Tutti i casi recenti
La norma è snella, il criterio racchiuso in soli tre articoli: se passi in un altro gruppo, perdi l’incarico. Un principio talmente lineare che sono bastati sedici minuti alla commissione Riforme istituzionali della Regione Puglia per affossare la legge. Il centrosinistra con la mano tesa della Lega blinda i cambi di casacca. Questi i fatti: la legge è stata presentata da Fratelli d’Italia e nasce dalla volontà di mutuare quanto già disposto sia in Senato che nella Regione Marche. I consiglieri regionali che cambiano gruppo rispetto a quello nel quale sono stati eletti, decadono dall’incarico che ricoprono.
Il motivo di proporre una legge che blinda gli andirivieni nei vari gruppi nasce dal fatto che, spesso, i passaggi modificano gli equilibri tra le forze politiche, tanto tra i vari schieramenti che all’interno della stessa coalizione. Ma gli incarichi come quelli nell’ufficio di presidenza o nelle commissioni sono scelti dai consiglieri stessi in base alla forza dei vari gruppi e all’equilibrio tra le parti. Di qui la necessità dei proponenti di evitare sbilanciamenti improvvisi, tra sovraesposizione di gruppi divenuti più popolosi ma partiti con una pattuglia più ridotta di eletti e sottodimensionamento di quelli che, al contrario, partivano con truppe più corpose. Nasce da questo l’intenzione di inserire un deterrente a questi continui passaggi: la perdita immediata dell’incarico nelle commissioni e nell’ufficio di presidenza. E il deterrente si traduce anche nella perdita del benefit economico che ne deriva: 1.200 euro in più al mese.
Al momento del voto, però, è risultato solo un favorevole alla proposta di legge. Lega e Movimento 5 Stelle si sono astenuti, i tre consiglieri di maggioranza presenti – espressione di Pd e della civica Per la Puglia – si sono detti contrari. Se ne riparlerà in aula quando la legge sbarcherà per essere valutata dall’assise ma, risultando spaccato anche lo stesso centrodestra, è semplice immaginare che la corsa si fermerà sul nascere.
“La volontà era quella di evitare che nella prossima legislatura si verificassero situazioni come in quella in corso – spiega a Ilfattoquotidiano.it Luigi Caroli, il primo firmatario della legge – Serve a dare linee guida ben precise e mettere dei paletti, come del resto hanno fatto in Senato e in altre Regioni, a dimostrazione del fatto che le preoccupazioni sono condivise”. Aggiungono dal gruppo di Fdi in Consiglio regionale: “Siamo stati gli unici a sostenere una legge contro i trasformismi, l’obiettivo era scoraggiare proprio quel trasformismo imperante nella politica regionale, soprattutto negli ultimi anni sotto il governo di Emiliano”.
Il riferimento è a due vicende che hanno mandato in corto circuito la maggioranza per mesi, entrambe determinate dal passaggio nel gruppo di Azione di due consiglieri regionali eletti in altri gruppi: Sergio Clemente, eletto nei Popolari per Emiliano, e Fabiano Amati, arrivato dal Pd. Il primo occupava (e occupa) il posto di segretario d’aula del Consiglio regionale, il secondo (oggi assessore) al tempo era presidente della commissione Bilancio. Per mesi la maggioranza ha tentato di disarcionarli perché, appunto, non più rappresentanti del gruppo al quale spettava quella postazione. Amati, tra l’altro, era presente in commissione Riforme istituzionali al momento del voto della legge e ha mostrato l’altolà.
Ma per capire quanto sia necessaria una legge che argini il fenomeno, basta ripercorrere i vari spostamenti registrati nella legislatura in corso. Sono dieci i consiglieri regionali – su 50 – che hanno cambiato gruppo rispetto a quello nel quale si sono candidati e sono stati eletti. Prima di vedere i casi specifici, una premessa: non tutti hanno ricoperto ruoli che avrebbero perso se la legge fosse stata in vigore, ma certamente fa capire quale sia la dimensione della vicenda. E dunque: i già citati Amati e Clemente sono rimasti – dopo travagliate trattative – comunque nel perimetro della maggioranza, così come Ruggiero Mennea passato da Pd ad Azione e Pierluigi Lopalco, eletto nel gruppo civico Con e passato nel Pd. Così ha fatto il dirimpettaio Paolo Dell’Erba, eletto nella civica legata a Raffaele Fitto (che nel 2020 si candidò a presidente) La Puglia Domani ma poi approdato in Forza Italia. Hanno, invece, attraversato l’emiciclo regionale per trasferirsi dalla parte opposta Stefano Lacatena – eletto in Forza Italia e ora in Con – che è stato nominato consigliere delegato all’Urbanistica dal governatore Michele Emiliano; Saverio Tammacco – anche lui presente in commissione al momento del voto – eletto nel centrodestra ne La Puglia Domani, transitato nel gruppo Misto, ora componente del gruppo di maggioranza Per la Puglia del quale è stato anche capogruppo.
E ancora: Massimiliano Stellato, anche lui arrivato in Consiglio con i Popolari con Emiliano, dopo un passaggio nel gruppo Misto, è approdato in Italia Viva dichiarandosi all’opposizione. Finita? Macché. Stellato ha rotto con i renziani e ha ufficializzato il ritorno in maggioranza, nuovamente nel gruppo Misto. Anche Francesco La Notte arriva in Consiglio regionale nel 2020 nella lista dei Popolari con Emiliano, diventandone capogruppo, salvo poi, dopo un passaggio nel gruppo Misto che come un limbo traghetta gli indecisi, approdare in Forza Italia. Giuseppe Tupputi ha abbandonato la creatura civica di Emiliano, Con, per sposare anche lui il partito di Berlusconi. Una percentuale di migrazioni non proprio ininfluente, insomma. Eppure il centrosinistra, della necessità di rispettare la spartizione degli incarichi tra i vari gruppi, se ne è ricordato non solo quando ha tentato di sostituire gli esponenti di Azione, ma anche quando Antonio Tutolo, eletto nei Popolari con Emiliano, è passato nel gruppo Misto pur restando saldamente nella maggioranza. Era presidente della commissione Affari Generali. Oggi, non lo è più. Il suo posto lo ha preso il Pd.
Articolo Precedente
Il governo italiano snobba la Corte dell’Aja: non arresterà Netanyahu qualora dovesse visitare il Paese. Tajani: “Ha l’immunità”
Articolo Successivo
Modello Caivano a Roma: Meloni ignora le richieste del ‘suo’ minisindaco e commissaria un altro municipio (di sinistra)
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Politica
Caso Almasri, Meloni attacca i giudici: “Indagarmi è un danno alla nazione. Da Lo Voi un atto chiaramente voluto, le Procure hanno una loro discrezionalità”
Mondo
L’ex eurodeputata Luisa Morgantini e l’inviato del Sole Bongiorni arrestati e poi rilasciati da Israele
Giustizia & Impunità
Caso Visibilia, l’inchiesta su Santanchè resta a Milano. La Russa: “Se la sentenza influisce sulle dimissioni? È elemento di valutazione”
Roma, 30 gen. (Adnkronos) - "Della vicenda Almasri, un trafficante di esseri umani, un torturatore che il governo ha liberato e riaccompagnato a casa, Giorgia Meloni dovrebbe riferire al Paese nelle sedi istituzionali e non ai propri follower. E invece oggi, come ieri, Meloni continua ad attaccare i giudici e a fare dirette sui canali social". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Il Parlamento, non Instagram, è il luogo in cui le opposizioni hanno chiesto alla Presidente del Consiglio di chiarire il suo operato, ma continua a evitarlo, a scappare".
Roma, 30 gen. (Adnkronos) - "Con quali criteri vengono concessi i voli di Stato ai magistrati, a quali si e a quali no? Il presidente del consiglio fornisca una lista di tutti i voli di Stato autorizzati - ministri inclusi - dal sottosegretario Mantovano da novembre 2022 a dicembre 2024”. Lo chiede una interrogazione del deputato di Italia Viva Francesco Bonifazi , rivolta al presidente del consiglio Giorgia Meloni.
“È importante che Giorgia Meloni chiarisca quali sono i criteri con i quali vengono autorizzati i voli di Stato, nonché quali siano stati quelli autorizzati dal sottosegretario Mantovano. Sono certo che avremo presto una risposta, si tratta di trasparenza”, commenta Bonifazi.
Roma, 30 gen. (Adnkronos) - "Per Giorgia Meloni indagarla è un danno alla nazione: siamo ai deliri di onnipotenza di una premier che si sente al di sopra della legge e che continua a fuggire dalle proprie responsabilità pur di non ammettere che è sotto ricatto della Libia e per questo ha fatto riaccompagnare a casa un noto torturatore come Almasri. Invece di andare sul comodo palco dell’amico Nicola Porro, perché Meloni non viene in aula alla Camera? Quello è il luogo della democrazia, che Meloni sta piegando ogni giorno di più”. Lo scrive sui social il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
Roma, 30 gen. (Adnkronos) - "Meloni dice che vuole un paese normale , ma perché è normale non andare in Parlamento a rendere conto della vicenda Almasri, come è stato chiesto dalle opposizioni, e fare invece un comizio sui social?". Lo ha detto l’eurodeputata del Pd Irene Tinagli a Skytg24.
"Ci vuole rispetto della democrazia e dell’equilibrio dei poteri , ci vuole accountability , non si fa nessuna chiarezza con questi siparietti concordati . Le opposizioni hanno chiesto più volte di ascoltarla , e questa è la risposta ? Entrando nel merito di ciò che ha detto , Meloni sfoglia un libro dei sogni che non esiste : non c’è ripresa economica , il Pil è di nuovo sotto le stime, non c’è alcuna strategia di crescita e di investimenti , non ci sono politiche industriali. Servono risposte serie perché l’Italia è ferma e lei ormai governa da due anni”.
Roma, 30 gen. (Adnkronos) - "Giorgia Meloni va a un evento organizzato da Porro e parla del caso Almasri. È la stessa Giorgia Meloni che ha fatto sconvocare il Parlamento per una settimana pur di non venire a riferire sul caso Almasri.Curioso no?". Lo scrive Matteo Orfini del Pd sui social.
Milano, 30 gen. (Adnkronos) - "La consapevolezza del corretto percorso istituzionale da suggerire a Paolo Storari" per superare la presunta situazione di stallo sulle rivelazioni di Piero Amara rese alla procura di Milano, "il contenuto normativo, di non particolare complessità, della disciplina regolamentare dettata dallo stesso Consiglio superiore della magistratura" costituiscono per i giudici della Cassazione elementi che "danno piena ragione giustificativa della correttezza della decisione assunta dai giudici del merito". E' quanto si legge nelle motivazioni con cui i giudici di piazzale Clodio hanno stabilito un appello bis per l'ex componente del Csm e magistrato simbolo di Mani Pulite Piercamillo Davigo accusato di rivelazione del segreto d’ufficio in relazione ai verbali resi dall'avvocato Piero Amara sulla presunta 'Loggia Ungheria'.
Lo scorso 4 dicembre, i giudici della sesta sezione penale della Cassazione hanno annullato con rinvio la parte della sentenza d’appello sulla rivelazione a terzi dei verbali mentre hanno dichiarato irrevocabile la responsabilità per quanto riguarda la condotta contestata in concorso. Il nuovo processo d’Appello si terrà davanti a un’altra sezione della Corte d’Appello di Brescia.
Roma, 30 gen. (Adnkronos) - A un anno dalla Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026, un nuovo studio di Deloitte ha stimato le possibilità di guadagno delle famiglie italiane che decidessero di condividere i propri immobili su Airbnb durante le competizioni. L’analisi contiene anche alcune previsioni sull'impatto positivo che l’ospitalità in casa potrà avere sull'economia italiana, evidenziando come la piattaforma consentirà a un maggior numero di ospiti di soggiornare vicino ai luoghi di gara. Più di 2 milioni di persone provenienti da tutto il mondo sono attese per Milano Cortina 2026, che saranno le Olimpiadi invernali più diffuse di sempre. Dall’analisi emerge come l’offerta di Airbnb - dispersa e meno concentrata rispetto alla ricettività tradizionale - faciliti i pernottamenti in prossimità delle località di gara: mentre gli hotel sono solitamente concentrati nelle mete turistiche più note, Airbnb sarà utile a un maggior numero di comunità - tra cui molti paesi di montagna con pochissime o nessuna struttura ricettiva presente - nel far fronte all'aumento della domanda di alloggi attesa per i Giochi. In assenza di Airbnb, Deloitte stima che i luoghi dei Giochi si troverebbero ad affrontare un gap giornaliero di 52.000 posti letto.
Lo studio stima che l’host tipico guadagnerà circa 2.400 euro su Airbnb durante i Giochi. In base all’indagine, i soggiorni genereranno a livello nazionale un impatto economico totale, incluso il guadagno degli host e la spesa degli ospiti, stimato in 154 milioni di euro. Si prevede che gli ospiti spenderanno in media 150 euro al giorno - di cui la metà per cibo e bevande e quasi un terzo per shopping e intrattenimento - che contribuiranno a sostenere gli esercizi commerciali locali nelle tre regioni ospitanti: Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige.
Con la vendita dei biglietti che prenderà il via la prossima settimana, Airbnb - che conta su annunci in oltre l'85% dei Comuni delle tre regioni ospitanti i Giochi - ha presentato il sito airbnb.com/milanocortina2026, dove i fortunati che riusciranno ad assicurarsi i biglietti potranno individuare soluzioni di alloggio convenienti e disponibili a breve distanza dai luoghi di gara. Deloitte stima che complessivamente il bacino potenziale di posti letto disponibili su Airbnb in questi territori, considerata l’area vasta e la limitata offerta alberghiera, sia quantificabile in 70.000 posti letto.
Deloitte prevede che i Giochi Olimpici Invernali contribuiranno a far conoscere le città e i paesi delle regioni coinvolte a livello mondiale e a creare una domanda turistica duratura. Nei 18 mesi successivi alle Olimpiadi e Paralimpiadi, lo studio stima che l'impatto economico totale dei soggiorni nelle regioni ospitanti sarà di circa 140-160 milioni di euro, potenzialmente eccedente a quello generato durante i Giochi Olimpici Invernali. I soggiorni legati ai Giochi genereranno oltre 33 milioni di euro di imposte e tasse, che andranno a contribuire alle finanze locali di numerose località montane, a sostegno di investimenti in servizi e infrastrutture, digitalizzazione e contrasto ai cambiamenti climatici.
In qualità di Worldwide partner dei Giochi Olimpici e Paralimpici, Airbnb è inoltre impegnata in programmi pluriennali con l’obiettivo di supportare gli atleti nella pratica sportiva. In collaborazione con il Comitato Olimpico Internazionale e il Comitato Paralimpico Internazionale, Airbnb mette a disposizione fondi di viaggio ad atleti olimpici e paralimpici selezionati, per sostenere il loro percorso verso Milano Cortina 2026. Due i programmi: Airbnb Athlete Travel Grant (Un fondo per viaggi di 2.000 dollari destinato a 1.000 atleti, da utilizzare per il soggiorno durante i propri viaggi per allenamenti e gare); Airbnb500 (un fondo per viaggi di 500 dollari a onorare gli sforzi e i risultati degli atleti olimpici e paralimpici, da sfruttare per rilassarsi e ricaricare le batterie ovunque nel mondo).
Da quando sono stati attivati, nel 2021, i due fondi hanno complessivamente stanziato oltre 30 milioni di dollari, a sostegno di una comunità di 30.000 atleti che ha prenotato complessivamente 20.000 soggiorni in oltre 100 Paesi al mondo. Le candidature per l'edizione 2025 dell'Airbnb Athlete Travel Grant sono attualmente aperte a tutti gli atleti idonei su athlete365.org/AirbnbAthleteTravelGrant fino a venerdì 14 febbraio 2025, ore 08:59 Cet. "A un anno dalla Cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali e con la vendita dei biglietti alle porte, per gli italiani è il momento ideale per condividere la propria casa su Airbnb e ricavarne un’entrata", sottolinea Emmanuel Marill, Regional Director di Airbnb. "Milano Cortina 2026 è stata pensata per essere l’edizione delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali più diffusa di sempre, e includerà località di montagna dove l’offerta alberghiera è limitata o inesistente. Airbnb potrà quindi rivelarsi una risorsa per i visitatori che vorranno soggiornare vicino alle competizioni sportive e per famiglie, imprese e comunità locali che solitamente non beneficiano di una forte domanda turistica, ma potranno invece contare su un reddito extra".