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Biden teme la vendetta di Trump: grazia preventiva a Fauci, Cheney e i familiari. Il tycoon verso il perdono degli assalitori del 6/1

Stesso provvedimento anche per l’ex capo di Stato Maggiore, Mark Milley, per i membri e lo staff della commissione che ha indagato sull'assalto al Congresso
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Teme ritorsioni nei loro confronti, che si tradurrebbero in azioni penali da parte di Donald Trump e della nuova amministrazione. Per questo il presidente uscente Joe Biden ha concesso grazie preventive a tutti i suoi familiari, all’ex capo di Stato Maggiore Mark Milley, ad Anthony Fauci, ex responsabile della risposta della Casa Bianca al Covid, e ai membri e allo staff della commissione della Camera che ha indagato sull’assalto al Congresso, inclusi gli agenti della polizia del Campidoglio e della capitale che hanno testimoniato nell’inchiesta. Un episodio, quello dell’attacco a Capitol Hill, che è anche al centro delle prime decisioni di Trump che, secondo Cnn, si è detto pronto a firmare una serie di grazie agli assalitori tra le sue prime azioni, come aveva promesso in campagna elettorale. Le persone accusate per le violenze del 6 gennaio 2021 sono quasi 1.600, di cui almeno 600 per reati gravi come aggressione alla polizia o uso di armi. Circa l’80% di tutti i casi si è concluso con dichiarazioni di colpevolezza o condanne a processo e circa 200 imputati sono attualmente in prigione, secondo le stime del Dipartimento di Giustizia.

“La nostra nazione si affida ogni giorno a pubblici ufficiali dedicati e altruisti, sono la linfa della nostra democrazia. Ma in modo allarmante, i pubblici ufficiali sono oggetto di minacce e intimidazioni per aver svolto in modo fedele il proprio dovere”, ha dichiarato Biden che ha coinvolto nel perdono preventivo anche il fratello, la sorella e i cognati. “C’è chi è stato minacciato di incriminazioni penali – aggiunge il presidente uscente, riferendosi alle persone a cui ha concesso la grazia – Questi servitori pubblici hanno servito la nostra nazione con onore e distinzione e non si meritano di essere target di ingiustificate e politicamente motivate persecuzioni giudiziarie”. Biden precisa che “le misure di grazia non devono essere erroneamente intese come un riconoscimento di comportamenti sbagliati, né essere intese come un’ammissione di colpa. La nostra nazione deve a questi servitori dello Stato un debito di gratitudine per il loro impegno senza sosta per il nostro Paese”. Nella sua lunga dichiarazione, per quanto riguarda l’ex direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), Biden afferma che “gli Stati Uniti sono più sicuri e sani grazie a lui”, ricordando che “ha salvato innumerevoli vite gestendo la risposta del governo nel gestire crisi sanitarie, compreso Hiv/Aids, Ebola e Zika”, e infine “aiutando il Paese ad affrontare la pandemia del secolo” del Covid. Target di odio e minacce del movimento novax, il virologo italoamericano è da tempo oggetto di indagini e accuse da parte di repubblicani e alleati di Trump che minacciano azioni penali.

Biden richiama alla memoria l’assalto al Congresso, quando “la democrazia americana è stata messa alla prova da una folla insurrezionalista nel tentativo di rovesciare elezioni eque con la forza e la violenza”. E sottolinea come la commissione bipartisan della Camera – in cui sedevano solo due repubblicani, una delle quali Liz Cheney, anche lei minacciata più volte di azioni penali – abbia svolto “la sua missione con integrità e impegno a scoprire la verità”. “Invece di accettare le responsabilità, chi ha compiuto l’attacco del 6 gennaio ha colto ogni opportunità di minacciare e intimidire chi ha partecipato alla commissione nel tentativo di riscrivere la storia”, conclude il presidente uscente con parole che appaiono dirette a Trump.

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