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Germania, si consegnano 7 antifascisti accusati di scontri con l’estrema destra in Ungheria. “Non estradateli, lì la detenzione è disumana”

I sette - che risultavano latitanti - erano ricercati con mandato di arresto internazionale. "Vogliono difendersi da queste accuse in Germania", hanno spiegato i loro legali
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Accusati di aver partecipato agli attacchi contro estremisti di destra a Budapest nel febbraio del 2023, sette cittadini tedeschi – antifascisti ed esponenti della sinistra radicale – si sono consegnati volontariamente alle autorità tedesche in diverse città della Germania. I sette – che risultavano latitanti – erano ricercati con mandato di arresto internazionale. “Vogliono difendersi da queste accuse in Germania”, hanno spiegato i loro legali sottolineando che si sono consegnati “nonostante la minaccia di estradizione in Ungheria”.

In circostanze simili, riferite agli stessi giorni, era arrivato l’arresto in Ungheria dell’italiana Ilaria Salis. Non solo, i legali ricordano che nella stessa vicenda è stata coinvolta anche “la cittadina tedesca Maja T. è stata estradata in Ungheria” lo scorso 28 giugno “in circostanze contrarie allo stato di diritto”. Gli avvocati sottolineano che i sette tedeschi rischiano una condanna fino a 24 anni di carcere in Ungheria “in un processo penale che non rispetta lo stato di diritto”.

Le condizioni carcerarie in Ungheria sono state definite “disumane” e i legali sottolineano che la Procura federale “può impedire l’estradizione” avviando un procedimento penale in Germania. Gli avvocati chiedono, quindi, che “le autorità tedesche non consegnino i giovani antifascisti al regime autoritario di destra ungherese” e giudicano l’eventuale estradizione come “una palese violazione dei diritti fondamentali e umani”.

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