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“Il barboncino Burro potrebbe essere vittima del racket dell’accattonaggio”: la nuova ipotesi sul giallo del cane scomparso a Venezia

Mentre la pista di un rapimento a scopo riproduttivo sembra essere ancora valida, c'è chi ipotizza che il cane possa essere vittima del racket dell'accattonaggio

di F. Q.
“Il barboncino Burro potrebbe essere vittima del racket dell’accattonaggio”: la nuova ipotesi sul giallo del cane scomparso a Venezia

Si infittisce il giallo legato alla scomparsa di Burro, il barboncino toy sparito alcuni giorni fa, a Venezia, in campo San Polo, che inizialmente si è ipotizzato fosse fuggito. Ma dalle prime ricerche, effettuate dall’agenzia AGS, che si occupa della ricerca di animali domestici smarriti attraverso l’uso di droni, era emersa la possibilità che il cane potesse essere stato rapito.

Subito dopo la denuncia della scomparsa da parte della proprietaria, Marta, infatti, il cane sarebbe stato rintracciato in mano a due donne “con sembianze di persone senza fissa dimora”, che lo avrebbero poi passato nelle mani di due uomini: “Hanno raggiunto Mestre e alle 21.38 hanno dato il barboncino a un altro uomo in auto“. Da qui, si arriva, infine, all’ultima presunta traccia di Burro, un casolare “cupo, buio, probabilmente con altri animali all’interno, comunque una situazione non idonea“. Le tracce recuperate dal titolare dell’agenzia, Nicolò Simioni, si fermano lì, forse in attesa che siano le autorità a svolgere i controlli necessari per verificare la veridicità delle informazioni rilasciate da AGS.

La prima ipotesi, dunque, sarebbe quella di un rapimento a scopo riproduttivo, sfruttato per rivendere successivamente i cuccioli appena nati. Ma quella suffragata dall’agenzia non sarebbe l’unica pista, al momento. Perché c’è chi sostiene che Burro possa essere vittima del racket dell’accattonaggio, in cui la presenza di un animale potrebbe suscitare compassione nei passanti: “Spesso questi cani sono regolarmente di proprietà di chi li sfrutta – spiega Roberto Marano, responsabile dei rifugi Enpa di San Giuliano e Mira a Il Gazzettino -. Ma sono sequestrabili perché usare un cane a scopo di accattonaggio è un reato. Sulla scomparsa di Burro potrebbe esserci anche questa ipotesi, dato che dalle immagini delle telecamere si vede che è stato rapito da borseggiatrici e ceduto ad altri complici che potrebbero appartenere a una di queste organizzazioni”, rivela l’esperto. Che poi torna sulla prima ipotesi: “In Italia non è vietato far riprodurre i propri cani di razza e cederli dietro il rimborso delle spese di vaccinazioni e sverminazione. Diverso è se una persona comincia a far fare diverse cucciolate l’anno e a vendere i cani a centinaia, anche migliaia di euro l’uno, senza registrazione, né fatture, né controlli, perché in quel caso si agisce nell’illegalità”.

Intanto, sui social, si moltiplicano le segnalazioni, come spesso capita quando un caso diventa mediatico a livello nazionale. Ma nei numerosi post sull’argomento spicca quello di Francesco Verdinelli, che sui social denuncia la scomparsa di Burro e fornisce un contatto della proprietaria, Marta, la sua fidanzata. L’uomo, di cui si hanno poche informazioni a disposizione, invita alla calma: “Mentre siamo distrutti per la scomparsa del nostro amato Burro, apprendiamo che su web, stampa e TV stanno girando informazioni diffuse da sedicenti detective di animali non autorizzati ad occuparsi del caso, che stanno strumentalizzando la scomparsa come una vetrina per farsi pubblicità“. Non è chiaro a chi si riferisca Verdinelli nel suo post, pubblicato lo scorso 16 gennaio, poche ore dopo la scomparsa del cane, ma l’augurio è che Burro possa essere ritrovato, sano e salvo, al più presto.

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