Truffa o abuso di potere? Intanto Trump festeggia i suoi nuovi soldi nati in blockchain

Chi ricorda il film di Woody Allen Il dittatore dello stato libero di Bananas? Sembra la trama di una commedia grottesca, ma è la realtà americana del 2025. L’uomo più potente del mondo, Donald Trump, e la First Lady Melania, hanno lanciato i loro meme coin personali, simboli $TRUMP e $MELANIA, proprio alla vigilia dell’Inauguration Day. Guadagnando un sacco di soldi. Miliardi. Un conflitto di interessi così spudorato da lasciare sbalorditi persino i più cinici osservatori della politica americana. Peccato che soltanto criticare Trump qui è pericoloso, ti accusano subito di essere comunista e di rimpiangere Biden, che salutava i fantasmi.
Ma il punto non è questo. Gli Stati Uniti, con Donald 47° presidente, sembrano aver perso completamente il senso del limite o della dignità. Non è un caso che il debutto dei due token varati dalla coppia presidenziale sia stato accolto da un boom di acquisti compulsivi, portando la capitalizzazione di mercato di $TRUMP e $MELANIA a vari miliardi in poche ore. Una cifra astronomica per delle cose simili alle criptovalute senza alcun valore intrinseco, senza sottostante, la cui valutazione dipende esclusivamente dalla popolarità dei due meme.
L’aspetto più inquietante è il palese conflitto d’interessi al vertice dell’America. Ma pensate che succeda nulla? Figurarsi. A questa cricca di oligarchi miliardari di estrema destra, guidati dal filo-nazi ketaminico Elon Musk, che vede in Trump il mezzo migliore per arricchirsi sempre di più, è consentito (per ora) tutto. Senza ritegno. Leggi, regolamenti, Costituzione, etica? Niente di tutto ciò. Il Commander-in-Chief, che beneficia direttamente dalla vendita dei token, è lo stesso uomo che definisce le politiche che regolano il mercato delle criptovalute. In altre parole, il Presidente degli Stati Uniti ha trasformato la sua posizione istituzionale, e costituzionale, in un’opportunità di arricchimento.
Alcune figure di spicco del mondo cripto hanno denunciato il gioco delle tre carte digitale gestito dalla Casa Bianca. “C’è un livello generale di disgusto”, ha detto al Wall Street Journal Michael Gayed, gestore di portafoglio e analista di mercato; “credo che questo metta in discussione la credibilità di Trump quando si fa beffe di un intero ecosistema”. Altri si chiedono se il tutto, a parte lo scandalo di un Presidente in carica che specula con la sua First Lady come il più bieco dei trader e gonfia i conti in banca nelle ore dell’Inauguration Day, non sia, per dirla nuda e cruda, una gigantesca truffa. Potrebbe essere un “rug pull”, termine che indica un progetto che viene lanciato e rapidamente abbandonato, lasciando gli investitori (trumpiani) con forti perdite.
My NEW Official Trump Meme is HERE! It’s time to celebrate everything we stand for: WINNING! Join my very special Trump Community. GET YOUR $TRUMP NOW. Go to https://t.co/GX3ZxT5xyq — Have Fun! pic.twitter.com/flIKYyfBrC
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 18, 2025
Ricordiamolo, è un mondo di pirati. L’80% della fornitura del token $TRUMP è di proprietà di Fight Fight Fight e CIC Digital, affiliate della Trump Organization. Inoltre i termini d’uso dei memecoin, si legge sul sito, proteggono il progetto da qualsiasi reclamo legale o denuncia. In pratica, Trump e il suo cerchio magico hanno messo in piedi una macchina per fare soldi rapidi con un doppio vantaggio: incassano dalla vendita iniziale dei coin e possono guadagnare ulteriormente rivendendo le loro quote man mano che il prezzo aumenta, se più fan ed elettori abboccano. La volatilità è assicurata, vanno su e giù anche del 30-50% in un giorno.
Bella democrazia, quella che consente un tale abuso di potere e corruzione. Va da sé che le proteste di esperti presidenziali e costituzionali, secondo cui i due coin, $TRUMP e $MELANIA, rappresentano un “vergognoso” conflitto di interessi, contano niente. Men che zero. Questa amministrazione, forte ed eletta dal popolo, per ora se ne frega delle critiche di sparuti e nostalgici liberal vetero-socialisti, come la senatrice dem esperta in mercati finanziari Elizabeth Warren. Poveretta, non capisce il trumpmuskismo. Ma dire che l’episodio è il simbolo di una nazione che ha smarrito la propria bussola etica, equivale ad essere anticapitalisti? E se il Presidente degli Stati Uniti può monetizzare la sua carica senza conseguenze, cosa rimane del concetto di servizio pubblico? Infine, il sistema americano è ancora una democrazia o già oggi è un’oligarchia di supermiliardari che circonda, come uno scudo protettivo, il nuovo Re d’America?
Nel frattempo, Trump festeggia i suoi nuovi soldi nati in blockchain. E noi, poveri europei ingenui e sprovveduti, sempre indietro e rappresentati a Bruxelles dall’inconsistente Ursula von der Leyen, non possiamo far altro che aspettare il prossimo atto. Magari un token dedicato al muro col Messico? Viva il Messico, davvero.