La figlia di Matteo Messina Denaro non vuole che siano pubblicati i diari di suo padre. Per questo motivo ha diffidato la casa editrice Rizzoli e il giornalista Lirio Abbate, autore del libro I diari del boss: parole, segreti e omissioni di Matteo Messina Denaro. Nel saggio, in libreria dal 21 gennaio, sono riportati ampi stralci dei diari dell’ultimo superboss di Cosa nostra. Arrestato il 16 gennaio del 2023 dopo quasi trent’anni di latitanza, Messina Denaro è stato ucciso da un tumore al colon dopo appena nove mesi trascorsi in carcere. Durante le perqusizioni nel suo ultimo covo, la procura di Palermo – guidata da Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido – ha trovato anche quelli che il boss definiva i “libricini“: due quaderni in cui Messina Denaro ha appuntato le sue annotazioni per tredici anni. Si tratta di scritti risalenti al periodo compreso tra il 2003 e il 2016, destinati alla sua unica figlia, Lorenza.

Nata dall’unione del capomafia con Franca Alagna il 17 dicembre del 1996, quando Messina Denaro era già latitante da tre anni, la giovane non ha mai incontrato il genitore fino all’arresto. Poi lo ha visto durante alcuni colloqui nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila. Infine, nel settembre del 2023, ha assunto il cognome Messina Denaro. Il boss, arrestato nove mesi prima, si trovava ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale della città abruzzese, quando ha firmato il riconoscimento davanti a un ufficiale di stato civile. La figlia, dunque, ha deciso di prendere formalmente il pesantissimo cognome paterndo: un gesto che gli investigatori considerano molto rilevante.

Adesso, tra i primi atti ufficiali compiuti da Lorenza col suo nuovo cognome c’è proprio la diffida alla Rizzoli e ad Abbate. Secondo la ragazza, assistita dall’avvocato Franco Lo Sciuto, la pubblicazione dei diari lede la sfera della riservatezza, della privacy, dell’onore e della reputazione, sia sua che del suo genitore. Per questo motivo chiede di non diffondere il libro, riservandosi in alternativa ulteriori iniziative legali. Abbate conferma l’esistenza dell’atto giudiziario, spiegando che la questione è in mano ai suoi legali e a quelli della casa editrice.

Caporedattore di Repubblica e in passato direttore de L’Espresso, il giornalista ha dedicato altri libri d’inchiesta alla figura di Messina Denaro. Ora pubblica i diari dell’ultimo boss autore delle stragi di mafia. Negli scritti di Messina Denaro non c’è un unico filo conduttore, a parte il complicato rapporto con la figlia. Dopo aver compiuto la maggiore età la ragazza aveva lasciato la casa delle zie e della nonna paterna. All’epoca si disse che era una mossa per prendere le distanze dalla famiglia Messina Denaro. In molti appunti, in effetti, il genitore dimostra effettivamente di nutrire livore per la figlia, insultata a più riprese: “Degerenata nell’infimo“, la definiva. Per Lorenza, che nel 2021 l’ha reso nonno, il capomafia ha anche meticolosamente preparato quei diari: “Solo io potevo dirle la verità sulla mia vita, nuda e cruda quale è stata, perché solo io conosco la mia vita e non gli altri che hanno sempre abusato di parlare di me e su di me. Pensavo che glielo dovevo”, annota. Tra le pagine, l’ex latitante di Cosa nostra allegava anche alcune sue foto, scattate nel maggio del 2006 davanti all’Arena di Verona. In Sicilia era appena stato arrestato Bernardo Provenzano e lui, l’ultimo inafferrabile, si faceva fotografare tranquillamente nella città di Giulietta e Romeo, come fosse un turista. Evidentemente aveva buoni motivi per stare tranquillo.

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