“Quattro persone sono state improvvisamente lasciate a casa, senza preavviso e senza rispetto per la loro dignità”. È quanto hanno denunciato le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil durante il presidio di mercoledì 22 gennaio davanti alla sede Maersk ai Magazzini del Cotone, dove oltre cento lavoratori, compresi i quattro dipendenti licenziati, si sono radunati per protestare contro quella che definiscono una “decisione ingiustificata” da parte della multinazionale danese. I quattro lavoratori, con un’anzianità di servizio che varia dagli 8 ai 25 anni, sono stati convocati venerdì scorso per un presunto “meeting sulla performance”, durante il quale hanno ricevuto le lettere di licenziamento e l’ordine di lasciare immediatamente l’ufficio. Secondo le organizzazioni sindacali, “le loro mansioni sono state trasferite nelle Filippine, mentre altre sono state sostituite dall’intelligenza artificiale”.
I sindacati, che questa mattina hanno proclamato un primo sciopero di otto ore, chiedono il reintegro immediato dei lavoratori e accusano l’azienda di non aver cercato soluzioni alternative: “Maersk non ha provato nemmeno a ricollocarli in altri reparti, nonostante la loro esperienza e professionalità; è scandaloso che una società con un utile netto di 208 milioni di euro nel primo trimestre 2024 decida di tagliare personale in questo modo”.

La preoccupazione dei lavoratori riguarda anche il futuro occupazionale del settore, sempre più minacciato dall’automazione e dalle delocalizzazioni: “Non siamo contrari alle innovazioni – spiegano dal presidio – ma non possiamo accettare che si calpesti la dignità delle persone per mere logiche di profitto”. Maersk, che a Genova impiega circa 220 persone, è la seconda compagnia di navigazione container più grande al mondo e ha registrato per il terzo anno consecutivo i migliori utili nei suoi cento anni di storia. “Eppure – sottolineano i sindacati – come in altre agenzie marittime e aziende portuali i posti di lavoro continuano a calare. Il pubblico investe senza fondo su infrastrutture come la diga, senza alcuna garanzia che i maggiori profitti garantiti a queste società comportino aumento di occupazione e reali benefici per la città”. Secondo quanto riferito dai partecipanti al presidio, era prevista per domani la visita del Ceo di Maersk alla sede genovese, ma l’appuntamento sarebbe stato rinviato proprio a causa delle tensioni in corso.

Il Comune di Genova ha annunciato la volontà di avviare un confronto con la dirigenza della multinazionale per cercare una soluzione condivisa, annunciando un primo incontro per venerdì. “Diremo chiaramente che le lettere di licenziamento devono essere ritirate – scandiscono i delegati sindacali – altrimenti quello di oggi sarà solo il primo passo della mobilitazione da decidere insieme. Non possiamo permettere che passi il messaggio che licenziare sia così semplice”.

Articolo Precedente

Autotrasportatore 64enne precipita dalla scaletta di un’autocisterna e muore nella Bassa Bergamasca

next
Articolo Successivo

Il ddl sulla partecipazione dei lavoratori alle imprese svuotato dalla maggioranza: “Così distrugge la contrattazione collettiva”

next