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Viterbo, 100 alunni della scuola elementare trasferiti in “moduli abitativi” per i lavori Pnrr: “Ma non chiamateli container”

A preoccupare sono anche i tempi lunghi. "Si tratta di lavori strutturali di efficientamento antisismico, la cui durata supera il periodo estivo”, dice la scuola
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A Viterbo, dal 20 gennaio, dodici classi dell’istituto comprensivo “Ellera” hanno abbandonato la loro scuola per fare lezione in ventiquattro moduli abitativi. Così li chiamano l’assessore ai servizi sociali e all’educazione Rosanna Giliberto e il collega al patrimonio Giancarlo Martinengo che hanno coordinato le operazioni di trasferimento.

Un’iniziativa che ha suscitato polemiche tra alcuni genitori che, invece, parlano di “container”. Di fatto cento alunni fino al termine dell’anno scolastico dovranno vivere in questi nuove aule per dei lavori antisismici finanziati con i fondi del Pnrr. Quattro classi sono state collocate nelle strutture posizionate nella parte esterna adiacente l’ingresso su strada Friuli Venezia Giulia; mentre altre otto classi sono sul lato della palestra su piazza Gustavo Adolfo. Una soluzione obbligata secondo l’amministrazione comunale. Gli assessori Giliberto e Martinengo contattati dal “Il Fatto Quotidiano.it” spiegano: “La proposta individuata per le dodici classi è l’unica che permette agli studenti di conciliare la continuità didattica con le esigenze logistiche delle famiglie, garantendo contemporaneamente il regolare svolgimento dei lavori entro i termini previsti. Questi moduli abitativi rappresentano quanto di meglio è disponibile per far fronte a questo tipo di esigenze e sono già stati utilizzati con successo in altre città dove sono in corso analoghi lavori finanziati con il Pnrr. Sono strutture perfettamente a norma, fornite di climatizzazione e riscaldamento, bagni con acqua calda e linea internet”.

E a chi solleva una questione temporale la giunta risponde: “Si tratta di lavori strutturali di efficientamento antisismico, la cui durata supera il periodo estivo”. L’amministrazione è convinta d’aver operato nel migliore dei modi possibili ma ci tiene a ribadire che non si tratta di “container”.

In linea con la giunta è anche la dirigente Giovanna Diana che è in reggenza all’ “Ellera” dal primo settembre: “Quando sono arrivata la decisione era già stata presa. Son certa che siano state esaminate tutte le possibilità e che se si è giunti a questi moduli non c’era altro da fare. D’altro canto per accogliere delle classi serve una struttura a norma e quelle che hanno questi requisiti sono già occupate logicamente”. La scelta degli studenti da spostare è avvenuta secondo una serie di criteri: “Sono stati trasferiti nei moduli – sottolinea la preside al nostro giornale – le classi interessate ai lavori ma abbiamo tenuto conto anche del fattore mensa e della presenza dei ragazzi disabili. Sarebbe stato difficile garantire la mensa nelle nuove strutture a chi ha il tempo pieno”. Diana non registra alcuna lamentela di mamme e papà ma c’è chi fino a qualche settimana fa non ne voleva sapere di mandare i figli nei moduli ritenuti troppo “angusti” per fare scuola.

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