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“Troppo sesso, babbuini sull’orlo di una crisi di nervi”: ecco cosa sta succedendo

La principale fonte di dispendio energetico e di stress per i babbuini maschi alfa sono le loro compagne

di 30science per Il Fatto
“Troppo sesso, babbuini sull’orlo di una crisi di nervi”: ecco cosa sta succedendo

Da che mondo e mondo i maschi alfa suscitano ammirazione e invidia. Loro sono quelli che comandano, i re delle conquiste. Tuttavia, non è tutto oro ciò che luccica. C’è infatti un lato negativo nell’essere uno stallone alfa forte e potente, almeno se si è un babbuino. Gli studi dimostrano che, nonostante il loro alto rango, i maschi al primo posto nella società dei babbuini sono anche tra i più stressati. Lo dimostrano gli alti livelli di glucocorticoidi, gli ormoni coinvolti nella risposta di “combatti o fuggi”. Ma il carico di stress dei leader deriva anche da una fonte sorprendente. Nuove ricerche rivelano che non è il tempo che trascorrono a combattere con altri maschi ad aumentare i loro livelli di ormone dello stress. Invece, è lo sforzo che mettono con le loro compagne. A scoprirlo è un nuovo studio sui babbuini selvatici in Kenya, condotto da Susan Alberts della Duke University insieme a Catherine Markham della Stony Brook University e al ricercatore senior Laurence Gesquiere della Duke. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the Royal Society B.

I babbuini maschi alfa, a differenza delle loro controparti umane, potrebbero non avere scadenze e impegni lavorativi da rispettare, ma ciò non significa che la loro vita sia priva di stress. Per raggiungere il primo posto e rimanerci, i babbuini maschi devono fare affidamento sulla loro forza e sulle loro abilità combattive. Inoltre, il maschio alfa in un gruppo custodisce gelosamente il suo diritto all’accoppiamento, monitorando attentamente le femmine durante il periodo fertile e seguendole per giorni per assicurarsi di essere lui il padre della prole.

E’ dal 1971 che i ricercatori monitorano quasi quotidianamente i singoli babbuini selvatici nel Kenya meridionale, tenendo traccia con attenzione delle loro interazioni sociali e di altri comportamenti per tutta la loro vita, nell’ambito dell’Amboseli Baboon Research Project. Uno dei primi indizi del duro lavoro del maschio alfa è arrivato da uno studio pubblicato nel 2011, che ha rivelato uno schema sorprendente: rispetto ai non leader, i maschi alfa presentano livelli significativamente più elevati di glucocorticoidi. Quando subentra lo stress, il cervello rilascia ormoni necessari per produrre l’energia indispensabile all’organismo per fronteggiare situazioni difficili. Negli esseri umani, “questa risposta si attiva per ogni tipo di sfida che affrontiamo, che si tratti di correre lungo l’isolato perché siamo in ritardo per una riunione, di correre una maratona o di affrontare una riunione stressante con il nostro capo”, afferma Alberts.

Ma fino ad ora non era chiaro cosa esattamente alimentasse la risposta allo stress dei babbuini. Nel nuovo studio i ricercatori hanno combinato 14 anni di registrazioni comportamentali di 204 babbuini maschi con dati sui loro ormoni dello stress, misurati dagli escrementi lasciati dagli animali. I risultati mostrano, ancora una volta, che la vita è dura per chi sta molto in alto. I livelli di glucocorticoidi erano più alti del 6% nei maschi alfa rispetto al resto della classifica. Ma i ricercatori hanno anche scoperto un nuovo indizio: i maschi alfa hanno anche livelli più bassi di un ormone tiroideo chiamato T3, il che indica che bruciano più calorie di quelle che assumono. “Essere alfa ha davvero conseguenze a livello energetico”, afferma Gesquiere.

Il nuovo studio suggerisce che non è il comportamento aggressivo del maschio alfa, ovvero il tempo che trascorre a litigare e a far sapere a tutti che è lui il capo, a mettere a dura prova le sue riserve di energia. Non importa quanto spesso i maschi alfa facciano i bulli, né ormoni dello stress e né quelli della tiroide sembrano esserne influenzati. “È stata una grande sorpresa”, commenta Gesquiere. Potrebbe darsi che le loro rivalità con altri maschi siano troppo impercettibili o di breve durata per arrivare a influenzare gli ormoni. Oppure che una volta arrivati in cima, i maschi alfa non hanno più bisogno di essere apertamente aggressivi per dimostrare il loro valore.

L’alfa può spaventare gli altri maschi semplicemente alzando un sopracciglio o mostrando le sue zanne. Al contrario, i ricercatori hanno scoperto che la principale fonte di dispendio energetico e di stress per i babbuini maschi alfa sono le loro compagne. Sia gli ormoni dello stress che quelli tiroidei, indicatori del loro fabbisogno energetico, sono direttamente correlati al tempo trascorso a monopolizzare le femmine fertili. “In sostanza, stanno rivendicando un diritto, impedendo ad altri maschi di accedervi”, dice Alberts. Gli studi dimostrano che tutta questa attenzione frammenta il loro tempo e la loro attenzione, rendendo più difficile concentrarsi sulla ricerca del pasto successivo. “Vengono costantemente interrotti”, sottolinea Alberts. Iniziano a scavare o ad aprire un boccone gustoso, “ma poi la femmina si alza e se ne va, e loro devono abbandonarlo”. Con il passare del tempo, queste esigenze potrebbero rivelarsi dannose per la salute.

Studi precedenti sui babbuini hanno scoperto che i maschi di rango più elevato invecchiano più velocemente (come misurato dai cambiamenti chimici nel loro DNA) e vivono vite più brevi rispetto a quelli di rango sociale inferiore. Secondo i ricercatori, le gerarchie umane sono più complesse e quindi le implicazioni per gli esseri umani sono meno chiare. Apparteniamo a più comunità nel corso della nostra vita, ciascuna con le sue dinamiche sociali. Ad esempio, qualcuno che è un peone in ufficio potrebbe essere un giocatore di punta in uno sport. Ma per i babbuini maschi dominanti, “lo stress ha sicuramente conseguenze a lungo termine”, conclude Gesquiere.

Valentina Arcovio

(Credito fotografico: Susan Alberts, Duke University)

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