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Il sindacato protesta per gli operai sfruttati nell’appalto, Montblanc chiede al tribunale di vietare il presidio vicino al negozio di Firenze

L'azienda vuole che la manifestazione sia a più di 500 metri dal punto vendita del centro storico. Sudd Cobas: "Daspo antisindacale, pericoloso precedente"
Il sindacato protesta per gli operai sfruttati nell’appalto, Montblanc chiede al tribunale di vietare il presidio vicino al negozio di Firenze
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Giorni di tensione a Firenze, tra il brand Montblanc e il sindacato Sudd Cobas Prato-Firenze. La multinazionale del lusso ha richiesto al Tribunale civile di emettere un divieto di manifestare nel raggio di 500 metri dal negozio di via Tornabuoni, prevedendo sanzioni fino a 5.000 euro in caso di violazione. Il 6 febbraio è fissata l’udienza per decidere sulla “domanda di urgenza” presentata dal brand. Il nodo della vertenza risiede nelle condizioni di lavoro denunciate dai dipendenti di Z Production, azienda dell’hinterland fiorentino che per anni ha prodotto borse per Montblanc.

“Abbiamo fatto emergere il super-sfruttamento nella filiera e smascherato la vergognosa delocalizzazione punitiva messa in atto contro la loro sindacalizzazione”, denunciano dal sindacato. I rappresentanti dei lavoratori accusano Montblanc di ignorare le condizioni nelle quali sarebbero state realizzate le loro borse di lusso: turni di 12 ore al giorno con salari di appena 3 euro l’ora. “Montblanc sostiene di non avere alcuna responsabilità, neppure indiretta, nello sfruttamento di chi per anni ha fabbricato migliaia di borse con un trattamento indegno. È inaccettabile”, si legge nella nota dei Sudd Cobas.

La richiesta di Montblanc, definita “Daspo antisindacale” dalla sigla, solleva una questione che va ben oltre quest’ultimo episodio. “Se una richiesta del genere dovesse essere accolta – spiegano – saremmo di fronte a un precedente pericolosissimo, che potrebbe portare a nuovi restringimenti degli spazi di democrazia e di agibilità sindacale ben oltre la specifica vertenza. Per accogliere questo ricorso, bisognerebbe fare carta straccia di mezza Costituzione. Ogni forma di espressione di dissenso pacifica è sotto attacco”.

Secondo i sindacalisti, il ricorso depositato da Montblanc rappresenta un affronto non solo ai lavoratori, ma al diritto stesso al dissenso. Il centro delle accuse mosse dal sindacato riguarda la delocalizzazione delle commesse di Montblanc, argomento anche di un’inchiesta giornalistica di Al Jazeera English. Dopo che i lavoratori di Z Production hanno ottenuto il riconoscimento di alcuni diritti, l’azienda avrebbe trasferito la produzione a pochi chilometri di distanza, dove le condizioni lavorative rimarrebbero precarie e fuori dalle norme di legge.

La vicenda non ha lasciato indifferenti le forze politiche fiorentine. Dmitrij Palagi e Antonella Bundu della lista elettorale Sinistra Progetto Comune hanno espresso solidarietà ai lavoratori: “La reputazione commerciale e la libertà dello shopping non possono valere più dell’Articolo 1 della Costituzione, cioè della dignità del lavoro?”, hanno dichiarato alla testata locale Nove da Firenze e aggiungono “Depositeremo una risoluzione che porti il Comune di Firenze a stigmatizzare la richiesta di Montblanc e parteciperemo all’assemblea convocata per il 2 febbraio”. L’assemblea pubblica, organizzata dal sindacato, si terrà domenica 2 febbraio alle 18 a Firenze ed è aperta a tutta la cittadinanza.

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