L’Ungheria, alla fine, ha tolto il veto. Così l’Unione europea ha potuto rinnovare le sanzioni alla Russia, in scadenza il 31 gennaio, per altri sei mesi. Viktor Orban aveva chiesto garanzie energetiche per potersi allineare agli altri Paesi europei e le ha ottenute nel corso del Consiglio Affari Esteri in corso a Bruxelles. Da quanto si apprende, la Commissione Ue, nella riunione dei rappresentanti permanenti di lunedì mattina, si è detta “pronta a proseguire le discussioni con l’Ucraina sulla fornitura di gas all’Europa attraverso il sistema dei suoi gasdotti, in linea con gli obblighi internazionali dell’Ucraina. In questo contesto, la Commissione è pronta ad associare l’Ungheria al processo (insieme alla Slovacchia). La Commissione si rivolgerà poi all’Ucraina per chiedere garanzie sul mantenimento dei trasferimenti degli oleodotti verso l’Ue”.

C’era attesa e anche nervosismo a Bruxelles per l’esito delle consultazioni tra i ministri degli Esteri dei 27. Solo pochi giorni fa, in occasione del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper), gli sherpa non erano arrivati a un punto d’incontro considerato soddisfacente per Budapest. Tanto che si era temuto di non riuscire a ottenere rinnovo, necessario ogni sei mesi, per impedire il ripristino dei rapporti commerciali con la Russia e che i beni congelati dall’Europa tornassero a disposizione dei loro proprietari. Il premier magiaro aveva così fatto sapere che per avere il suo via libera l’Ue avrebbe dovuto convincere l’Ucraina, che non ha rinnovato il contratto per il transito del gas russo nel suo territorio, a ripristinarlo: “La questione delle sanzioni è all’ordine del giorno e ho tirato il freno”, le sanzioni danneggiano l’economia europea, “non si può continuare così”, aveva dichiarato.

L’Alto rappresentante per la Politica Estera, Kaja Kallas, in mattinata mostrava tranquillità, nonostante si fosse arrivati all’ultimo appuntamento utile per trovare un accordo: “Mi aspetto che oggi sia presa la decisione di rinnovare le sanzioni alla Russia”, aveva commentato a margine del vertice. Dopo il voto, su X ha mostrato la sua soddisfazione per il risultato ottenuto: “L’Europa mantiene la promessa. I ministri degli Esteri dell’Ue hanno appena deciso di estendere nuovamente le sanzioni alla Russia. Questo continuerà a privare Mosca delle entrate per finanziare la sua guerra. La Russia deve pagare per i danni che sta causando”. Sulle stesse posizioni anche il presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa: “La decisione unanime presa oggi di estendere le sanzioni dell’Ue contro la Russia è cruciale. Finché la Russia continuerà la sua brutale guerra di aggressione contro l’Ucraina sarà essenziale aumentare la pressione”.

Questo nonostante le premesse non proprio positive dal punto di vista dell’Ue. In un post su Facebook, ad esempio, il ministro degli esteri di Budapest, Péter Szijjártó, era tornato a definire “inutili” le sanzioni a Mosca: “A distanza di tre anni, è (dovrebbe essere) chiaro, le sanzioni contro la Russia hanno fallito miseramente – ha scritto il capo della diplomazia del governo ungherese – Queste misure hanno causato danni enormi all’Europa, compresa l’Ungheria. L’economia ungherese ha subìto danni per 19 miliardi di euro, pari a circa 7.500 miliardi di fiorini. Parallelamente, l’Ucraina continua a compiere passi che minacciano la sicurezza energetica dell’Ungheria (e dell’Europa centrale)”. E ha poi aggiunto: “Non si può continuare così! E la Commissione europea deve smettere di rappresentare non gli interessi degli Stati membri dell’Ue, ma quelli del Paese candidato Ucraina”, il voto odierno “deciderà se la Commissione europea garantirà di agire in futuro in tutti i casi in cui la sicurezza energetica degli Stati membri dell’Ue è minacciata dall’esterno dell’Unione europea”.

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