Rinascere come l’araba fenice. Jovanotti ha superato tutti i suoi limiti per recuperare fisico, cuore e mente dopo il terribile incidente in bici, a Santo Domingo nel 2023, che l’ha bloccato letteralmente per la rottura di clavicola e femore. Non è un caso che, quindi, il suo nuovo disco si intitoli “Il corpo umano Vol.1”, scritto in oltre due anni. Questo è sicuramente tra i progetti più belli della discografia dell’artista.
Brani ispirati come non mai e con al centro il sentire, l’amore, ma anche la forza degli esseri umani. “Grande da far paura”, “Un mondo a parte” e “Universo” sono tra i piccoli gioielli incastonati in un disco che restituisce un artista al pieno della sua ispirazione. In attesa di partecipare come super ospite la prima serata del Festival di Sanremo 2025 con una esibizione live ad hoc, da marzo parta PalaJova con già 26 sold-out in calendario.
La copertina del disco evoca il gioco L’allegro chirurgo. Qual è la parte del tuo corpo a cui tieni particolarmente e perché?
Ma non è che si tiene a una parte del corpo, cioè il corpo funziona se tutte le parti funzionano in concerto. Per cui non c’è una parte a cui tengo di più. Io pensavo fossero le gambe, devo dire, perché poi mi sono accorto che le gambe non erano così invulnerabili come pensavo. Quindi oggi ci sto attento sono diventate forse come la pecorella smarrita quando poi quindi ho mollato tutto il resto per andare a ritrovare le gambe e grazie al cielo sono tornate!
“Tutti solo pensano a se stessi. Se mi intervistasse il tizio alla tv. Io direi che siamo tutti fessi” da “Un Mondo a parte”. Perché diresti che siamo tutti fessi?
Non lo so, io speravo che nessuno mi facesse questa domanda (ride, ndr). Io farei proprio una legge, un decreto, che impedisca ai cantanti di parlare delle loro canzoni, perché è proprio una cosa che i cantanti io per primo non sanno proprio fare, cioè non la devono fare, è proibito parlare delle proprie canzoni.
Perché?
Perché il verso di una canzone sta dentro una canzone, se lo spieghi è un disastro. Cioè se tu mi citi questo verso io mi imbarazzo. Un verso ha senso dentro la canzone e lì dentro mi piace… Quindi è chiaro che siamo tutti fessi, è normale, Per cui, insomma, però già vedi, sto dicendo, sto già rovinando tutto, per cui non chiedete ai cantanti di spiegare le canzoni, chiedete gli altri che vanno in vacanza, cosa mangiano, che cosa gli piace, ma non di spiegare le canzoni, quello lo dovete fare voi, cioè lo dovete fare quelli che li ascoltano le canzoni, non quelli che le fanno.
“Grande da far paura” sembra un omaggio a Battiato. C’è la celebrazione della natura e della sua forza. Chi o cosa ti ha ispirato questo brano?
Me l’ha proprio ispirato la mia stessa vita, quello che stavo vivendo in quel momento. Forse di tutte le canzoni del disco è quella che io ho scritto all’apice della mia situazione post incidente, c’è stato un momento in cui proprio non riuscivo a svoltare. Non non si sbloccava a questa situazione, non riuscivo a riprendere il passo e sono andato a fare un giro con i bastoni…
Come mai?
Perché il dottore mi ha detto di camminare con le bacchette, quelle da trekking, quindi sono andato a fare un giro in un bosco, vicino a dove abito, da solo. Avevo il telefono con me e ho cantato quell’appunto nel telefono. Mi fa piacere che venga associata in questa domanda a Battiato, perché Battiato è stato uno degli artisti che ho ascoltato di più durante questi, sempre nella vita. Ma soprattutto ho intensificato il mio ascolto di questo grande artista proprio recentemente.
In “Universo” c’è un Jovanotti che ci piace con piglio sexy e inedito “Mi piace accarezzarti al buio. “Come se fossimo io e te (…) Mamacita Te quiero”. Come mai hai voluto esporti?
Ma mi espongo sempre, non è che nascondo cose di me o per lo meno potete credermi o no (ride, ndr). Generalmente le canzoni soprattutto quelle che poi vedo che volano e funzionano e piacciono, di solito hanno sempre una componente molto autentica, autobiografica, reale, per cui non ho problemi a espormi. Non mi occupo di contenuti, mi occupo di forme, dare forma alle cose che sento e che penso. E quindi lì, sì, certo, c ‘è questa idea sensuale, che comunque è parte delle mie canzoni da sempre insomma, non mi sembra di aver fatto niente di nuovo con quel pezzo lì.
Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo ritorno live nei palazzetti?
Dovete aspettarvi qualcosa di fantastico, davvero, guarda, io sono reduce dalle prove musicali. Adesso stiamo costruendo tutta la parte visual su questa struttura che abbiamo inventato che è fantastica. Dovete aspettarvi una roba forte, nuova, grossa, bella, agile, divertente, molto divertente, molto festosa e saranno feste. Saranno feste barocche, funk, un po’ soul. Mi vengono in mente certe performance Motown… Mi viene in mente Prince, avevo in mente queste cose qui quando costruivano il concept dello spettacolo.