di Giovanni M.

Tutto partì tanto tempo fa. Quando da una cittadina piemontese, durante le olimpiadi, venne annunciato l’arrivo di un nuovo operatore sulla rete ferrata del Nord Italia.

Correva l’anno 2009 quando diedero ad Arenaways i permessi necessari alla circolazione dei suoi treni. Il servizio s’inseriva in un contesto di servizio saturo con una proposta a dir poco elettrizzante: si partiva con la tratta Torino Porta Nuova-Milano Porta Garibaldi con solo una fermata intermedia, quella di Torino Porta Susa. Il servizio, ricordiamo, classificato sul quadro orari e nei display del gestore dell’infrastruttura come “Regionale“, ma il materiale impiegato diceva tutt’altro, era puntuale ed era in fase di decollo con un altro progetto laterale: quello di creare una sorta di “circolare” ferroviaria che doveva percorrere la tratta Milano-Alessandria-Asti-Torino e tornare nella città meneghina via Chivasso-Novara.

Non è tutto. Arenaways, nel frattempo, attua una collaborazione con l’operatore spagnolo “Renfe” da cui acquisisce , per chi se lo ricorda, i famosi “Trenhotel” che operavano fino a qualche anno prima sulla tratta Barcellona Sants-Milano tramite “Elipsos” compagnia ancora operativa compartecipata dal gestore ferroviario spagnolo e SNCF (Francia) per operarli in un servizio notturno Nord – sud che ormai , con l’arrivo dell’alta velocità, Trenitalia stava sempre di più abbandonando.

Arenaways è stato il primo operatore privato concorrente dell’impresa statale, una cosa che a quei tempi non si era ancora sentita (NTV – Italo – seppur fondata nello stesso anno di Arenaways – arrivò sui binari nel 2012). Trenitalia-Rfi, su una delle tratte più importanti della pianura padana, si è messa di traverso osteggiando il servizio tanto da pagare pegno a seguito della sentenza della Corte di Cassazione che determinava il dolo da parte dei gestori statali nei confronti della società di Arena. Seppur successivamente le stesse presentarono ricorso al Consiglio di Stato sulla sentenza, questo fu respinto e bollato come “inammissibile”.

Ora Giuseppe Arena, ex capostazione poi diventato dirigente di Trenitalia, ce l’ha fatta: ha rimesso in piedi un progetto che per anni è stato osteggiato. Dal 27 gennaio la linea Cuneo-Saluzzo-Savigliano e, più avanti, la ferrovia Ceva-Ormea – chiuse ormai da anni, saranno percorse da nuovi treni con livrea Gialla “AW” tramite la nuova “Longitude Holding” di cui Arenaways e Renfe sono i maggiori partners. Non solo, Longitude ha ottenuto i permessi dall’ANSF a circolare prossimamente con servizi Intercity a lunga percorrenza e , fuoco alle polveri, a successivi servizi all’estero. Senza dimenticare i già presenti servizi bus.

Insomma, una fenice che dopo anni di ingiusto fermo torna sui binari e promette una buona concorrenza vista anche la presenza più incisiva del gestore nazionale spagnolo il quale, attraverso Longitude, mira a espandersi su più linee. Con la sua presenza si spera che faccia tornare “abordabili” i prezzi delle tratte più gettonate durante i periodi di maggior spostamento delle persone (soprattutto nella tratta Nord-Sud).

Come molte altre cose, questa è un’ulteriore lezione da cui si spera s’impari qualcosa. Utilizzare il proprio dominio con i tempi che corrono, è solo un harakiri contro sé stessi. La questione è che, a volte, si è talmente acciecati dalla presunzione che nulla può cambiare che quando il cambiamento avviene, ormai è troppo tardi per tornare indietro. Il mio in bocca al lupo ad Arenaways.

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