Nella “fossa dei leoni”, terra verdiana d’elezione, Emma Dante se l’è cavata alla grande. E Alessio Vlad, direttore artistico del Teatro Regio, ha vinto la sua scommessa. Opera affascinante e molto particolare per la capacità di far convivere elementi tra loro contrastanti: mondo terreno e mondo ultraterreno, sacro e demoniaco, serenità bucolica e violenza della guerra. Un invito a nozze per la visionaria Emma Dante che ne fa “una sacra rappresentazione in chiave pop”, spiega il maestro Vlad che, negli ultimi giorni, era impegnatissimo a dover rispondere alle richieste di biglietti, sold out per la Prima e le repliche. Intanto, per avvicinare la lirica ai giovani, ha voluto una prova generale per gli under 30, allietati anche dall’aftershow con aperitivo e dj set con musica tecno nelle sale del ridotto.
Una donna che diventa un simbolo (e si è fatta santa), in un’epoca di conflitti spaventosi: la “Guerra dei cent’anni” che è come il Medioriente in fiamme. Giovanna viene accusata di eresia, in lotta con se stessa, indomita e vulnerabile, come è stata raccontata tante volte al cinema. C’è il tema padre-figlia, quasi un’ossessione per Verdi. Il padre la denuncia e la accusa di essere strega, lei sopporta quelle angherie e alla fine lo perdona, ma compie un gesto molto femminista: se ne va via di casa.
Dramma lirico in tre atti su libretto di Temistocle Solera, da Die Jungfrau von Orléans di Friedrich Schiller. E musica trascinante, fin dalla celebre ouverture, e coinvolgente dall’afflato patriottico. Scene di Carmine Maringola, i costumi di Vanessa Sannino, le luci di Luigi Biondi, le coreografie di Manuela Lo Sicco, tutto funziona, non una sola nota stonata.
“Nella mia idea di messa in scena dalle ferite nascono i fiori”, spiega Emma Dante, regista di teatro, di opera e di cinema, pluripremiata, amata, discussa. E già nell’overture, infatti, i soldati francesi torneranno dalla guerra mutilati ma ri/fioriti. Alcuni senza una gamba, altri senza un braccio, ma nei punti del corpo in cui sono feriti sbocceranno i fiori. Sfila un’umanità devastata dalla guerra, lentamente si accasceranno, uno sopra l’altro. Una preghiera accoglierà le loro anime, e una volta liberati dalle bende insanguinate, i corpi verranno lavati e ricomposti in una piccola processione funebre da cui affiora una Madonnina mitragliata, dai cui fori uscirà la luce. Dal mucchio dei cadaveri nascerà il grande albero dove il re deporrà le armi, dopo aver sognato la Vergine che gli ordina di abdicare. Il grande albero pieno di rami e radici accoglierà il sogno di Giovanna.
Repliche giovedì 30 gennaio e sabato 1 febbraio, ore 20.00. Poi in tournée.
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