Nicole Daedone, la fondatrice dell’azienda di benessere One Taste e pioniera della meditazione orgasmica (OM), è sotto processo per presunto sfruttamento dei propri dipendenti ma rilancia sostenendo che se sarà condannata porterà la sua pratica di liberazione sessuale nelle carceri femminili. In un lungo articolo di The Wall Street Journal viene esaminato il lavoro pionieristico di Daedone nel settore del benessere psicofisico, la sua filosofia alla base della meditazione orgasmica e la sua battaglia legale in corso mentre si prepara per un processo federale contro di lei che si aprirà a maggio 2025.
La 56enne californiana ha trasformato OneTaste in un’importante azienda di benessere negli ultimi dieci anni, introducendo l’OM come pratica che combina consapevolezza e stimolazione sessuale per promuovere creatività, connessione col proprio corpo e guarigione dai mali psicofisici. Al suo apice, OneTaste ha registrato oltre 35.000 partecipanti ai suoi eventi, 1.500 insegnanti certificati e ricavi annuali superiori a 11 milioni di dollari.
Il messaggio di empowerment di Daedone attraverso l’OM le ha fatto guadagnare cornici pubbliche di tutto rispetto come il TEDx e il podcast Goop, dove ha condiviso la sua convinzione che l’orgasmo femminile potesse rivoluzionare la connessione umana. Come evidenziato dal The Wall Street Journal, Daedone ora deve affrontare l’accusa federale di cospirazione per imporre lavori forzati ai propri dipendenti. I procuratori sostengono che la dirigenza di OneTaste ha creato un ambiente in cui i dipendenti erano sottoposti a richieste intense e pressioni psicologiche. Daedone ha negato le accuse, sostenendo che la partecipazione ai programmi e alle operazioni di OneTaste era volontaria.
L’articolo del WSJ fa luce sulla filosofia organica e ampia di Daedone, incluso il suo riconoscimento delle sfide implicate nell’esplorare le percezioni sociali di potere, desiderio e liberazione sessuale. Nonostante si sia allontanata dalla gestione diretta, Daedone continua a sostenere OM come strumento trasformativo, affermando la sua convinzione che possa diventare un protocollo leader per il recupero dal trauma e la crescita personale, tanto che recentemente ha affermato che nella lontana ipotesi venisse condannata porterebbe il suo metodo anche tra le mura del carcere femminile.