Ursula von der Leyen ha presentato la nuova Bussola strategica dell’Ue ispirata al report sulla competitività commissionato a Mario Draghi. Lo ha fatto spendendo parole di entusiasmo per le “eccellenti raccomandazioni” fornite dall’ex presidente del Consiglio italiano e ribadendo che l’Ue “sta mantenendo la rotta sulle ambizioni del Green Deal“. Più semplice, più leggero, più veloce, come si legge nella bozza consultata anche da Ilfattoquotidiano.it, ma senza tradire le promesse green del 2019, sostiene la presidente della Commissione. Ma i suoi alleati non sono d’accordo e dai Socialisti è stata pubblicata una nota nella quale si criticano alcuni punti della nuova roadmap europea. La Bussola “non riesce a fornire soluzioni alle sfide attuali e future e si nasconde dietro il mantra della semplificazione, un potenziale passo indietro rispetto agli standard europei”, ha dichiarato la capogruppo di S&D Iratxe Garcia Perez. E ha poi aggiunto che serve “una vera strategia al servizio della nostra economia, dei cittadini e dell’ambiente, invece di smantellare i pilastri fondamentali del progetto Ue. Tra gli elementi mancanti, una strategia combinata per stimolare gli investimenti e raggiungere un’agenda molto impegnativa in un contesto geopolitico altamente impegnativo”.

Una partenza tutt’altro che positiva per la rieletta presidente della Commissione che, nel nome degli interessi partitici collegati anche alle imminenti elezioni in Germania, ha dovuto rivedere sensibilmente le sue posizioni sulla sua creazione più importante, quel Green Deal europeo che nel 2019 definì “il nostro momento uomo sulla Luna”. Perché per trasformare la roadmap europea in riforme concrete c’è bisogno della maggioranza in Parlamento, difficile da raggiungere senza il supporto del principale alleato all’interno della maggioranza Ursula: i Socialisti. In una nota, il gruppo di S&D ha scritto che alcuni elementi di massima ereditati dal Green Deal Eu, come l’obiettivo della riduzione del 90% delle emissioni nette di gas serra entro il 2040, rimangono aspetti positivi del nuovo programma prodotto dal Berlaymont, “ma non abbiamo alcuna garanzia che non ci saranno arretramenti sugli standard ambientali e sociali, come i diritti dei lavoratori, la neutralità climatica, la sostenibilità e la transizione giusta, in particolare rispetto agli altri obiettivi del Green Deal”, afferma Iratxe Garcia Perez. La capogruppo aggiunge che “questa comunicazione è un’interpretazione ideologicamente faziosa e molto selettiva dei rapporti Draghi e Letta. Esclude volutamente elementi chiave come la coesione sociale, la riduzione delle disuguaglianze e una tassazione equa, senza i quali la competitività sarà impossibile da raggiungere. La presidente della Commissione dovrebbe capire che la competitività non deve essere considerata un fine a sé, ma piuttosto un mezzo per preservare e migliorare il benessere di tutti. Ciò di cui le imprese e le industrie europee hanno bisogno è stabilità, prevedibilità e più strumenti per gli investimenti. Riaprire la legislazione creerà un caos normativo inutile e non servirà ai loro obiettivi”. E sul finale della nota fa capire che di stravolgimenti, rispetto a cinque anni fa, ce ne sono stati eccome: “Non possiamo chiedere loro di fare il contrario di ciò che gli abbiamo detto pochi mesi fa. Mettiamo fine ai doppi standard. Se condanniamo l’amministrazione Trump per aver abbandonato gli impegni e i trattati internazionali, non possiamo ora essere noi a promuovere una corsa al ribasso“.

Nonostante questi contrasti, von der Leyen presenta la sua Bussola come un cambio di marcia concreto per l’Europa. “Il cambiamento climatico è una realtà e in questi giorni vediamo che distrugge la ricchezza in tutto il mondo. Ci sono molte, molte buone ragioni per combattere il cambiamento climatico, per proteggere la natura, per lavorare su un’economia circolare. E voglio sottolineare di nuovo che l’Europa manterrà la rotta assolutamente necessaria. Stiamo mantenendo la rotta sugli obiettivi del Green Deal europeo e dobbiamo ricordare l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e meno 55% almeno entro il 2030. Questa transizione non è mai stata fatta prima. Quindi dobbiamo rimanere sulla buona strada, flessibili e pragmatici. Quando si verificano nuove situazioni, dobbiamo essere in grado di adattarci. Dobbiamo anche essere in grado di dire ‘Ok, questo non era abbastanza, dobbiamo farlo in un modo diverso’, o ‘questo era troppo‘”.

X: @GianniRosini

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