Presentare la berlina ultrapopolare a Versailles, la location più fastosa possibile. Che idea, eh? Molto, molto snobisticamente francese. L’ebbe il gruppo Renault, nell’ormai lontanissimo 2004, per svelare alla stampa internazionale una “minimalistissima” tre volumi chiamata Logan e prodotta dalla Dacia (acquisita nel 1999) in Romania. Davanti a centinaia di reporter in arrivo da mezzo mondo, soprattutto da Paesi ancora economicamente acerbi, l’allora presidente del gruppo francese Louis Schweitzer probabilmente non immaginava di dare il via a una storia di successo destinata a finire sui libri.

E già, perché la macchina destinata ai poveri, e poi venduta in Francia a 7.500 euro senza bisogno neppure di spendere i soldini di una modesta campagna pubblicitaria, è risultata essere l’apripista per una marca divenuta il sinonimo del mantra “buon rapporto prezzo/qualità”. La city car Sandero e la B-Suv Duster sono ormai il “benchmark” indiscusso dell’accessibilità.

Adesso il brand rumeno prova ad aggiungere un altro tassello al suo puzzle, la Bigster. In pratica, la sorella maggiore della Duster, in vendita dalla primavera a partire dai 25 mila euro scarsi. E’ una C-Suv lunga ben 4,57 metri (25 centimetri in più della Duster), pronta a battagliare in un segmento di mercato dai volumi importanti e pieno di concorrenza occidentale e asiatica. La Bigster si prepara alla sfida con le classiche frecce della faretra Dacia: prezzo abbordabile, contenuti essenziali, linea piacevole senza strafare.

Tuttavia non può puntare tutto sull’accoppiata “risparmio & spartanità”. Scendendo in campo in un segmento frequentato da una clientela più esigente, infatti, la Bigster esibisce persino cerchi da 19” e una motorizzazione ibrida da 155 cavalli mai usata sinora nel gruppo Renault: finezze “da sciuri” come l’apertura elettrica del portellone azionabile col piede. Oltre all’ibrido da 155 cavalli, con cambio automatico, la gamma dei propulsori disponibili comprende il Tce mild hybrid a benzina e un’altra chicca in perfetto stile Dacia: l’a l’Eco-G 140, che per la prima volta abbina il sistema bifuel GPL / benzina a un mild-hybrid da 48 V, regalando al tre cilindri di 1,2 litri un’autonomia complessiva di 1.450 km. Quarta opzione: il Tce 130 4X4 con trazione integrale e cambio manuale da 6 rapporti. ul fondamentale fronte dei prezzi tutto si gioca tra i 24.800 euro della Tce 140 nella configurazione basica, detta Essential, ai 31.300 degli allestimenti Journey ed Essential.

Il 2024, poi, è stato l’ennesimo anno buono per la Dacia. In Italia la marca è leader assoluta nel bifuel benzina-Gpl, ha la macchina più venduta tra i privati (la Sandero) e la elettrica preferita tra le piccole (la Spring). La Duster è quarta tra le B-Suv, un mercato affollato da pezzi da novanta. Ce la farà la sorellona a ben piazzarsi in un campionato per…”ricchi”? E’ questa la grande sfida. Convincere il pubblico italiano a spendere 30 mila euro per una Dacia. Ai tempi della mitica Logan di Schweitzer a Versailles l’ipotesi sarebbe stata giudicata una boutade. Ma dopo un quarto di secolo i prezzi sono lievitati e, soprattutto, le spalle della Dacia sono decisamente più larghe.

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