L’economia italiana è ferma. Nel quarto trimestre del 2024 il Prodotto interno lordo risulta invariato rispetto ai tre mesi precedenti (+ 0,5% il confronto con lo stesso periodo del 2024 che aveva avuto però meno giornate lavorative). Questo fa si che si sia entrati nel 2025 senza nessuna inerzia, pertanto, segnala l’Istat, la variazione acquisita per quest’anno è pari a zero. Nell’intero 2024 l’economia è cresciuta di un modesto 0,5%, ovvero la metà di quanto messo a bilancio dal governo nel Piano strutturale di bilancio.

La variazione congiunturale sul terzo trimestre è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel settore agricolo, di un aumento in quello dell’industria e di una diminuzione in quello dei servizi (quello che percentualmente incide di più, ndr). Dal lato della domanda, cala la domanda interna mentre aumentano le esportazioni. I risultati dei conti nazionali annuali per il 2024 saranno diffusi il prossimo 3 marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 5 marzo.

In Germania, il quarto trimestre si è chiuso con un calo dello 0,2% sul periodo giugno-settembre. Mercoledì il governo tedesco ha ridotto le sue stime per il 2025 e il 2026. Per quest’anno è ora indicata una crescita di appena lo 0,3% rispetto all’1,1% ipotizzato in autunno. Per il 2026 le stime sono di una crescita di 1,1% mentre nelle precedenti valutazioni erano dell’1,6%.

Difficile dire mal comune mezzo gaudio, come si ostina a fare qualcuno. La Germania è il primo partner commerciale dell’Italia e l’industria del nord del paese è fortemente integrata con le filiere tedesche. Circostanza su cui ieri è intervenuto anche il quotidiano economico francese Les Echos, in un commento dal titolo “L’Italia festeggia troppo presto la crisi tedesca”. Si legge poi “Le imprese italiane moltiplicano il loro shopping in una Germania in preda ai dubbi. Ma la ‘gioia maligna del Paese trova ben presto i suoi limiti nell’interdipendenza della sua economia”.

Nel frattempo il Pil francese del quarto trimestre si è però contratto a sua volta dello 0,1% trimestre su trimestre mentre è cresciuto dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Il dato, diffuso dall’ufficio di statistica francese, è inferiore alle attese degli economisti, che si attendevano una stagnazione rispetto al terzo trimestre e una crescita dello 0,8% rispetto al 2023. Nel corso del 2024 la crescita del Pil è stata dell’1,1% (più del doppio dell’Italia, ndr), in linea con il 2023 e in frenata rispetto al +2,6% del 2022.

Riguardo all’intera zona euro la crescita dell’intero 2024 è stata dello 0,7%, comunica Eurostat. Nel solo quarto trimestre si registra una stagnazione. Italia tra i peggiori, insieme a Francia, Germania ed Irlanda. Si distingue, viceversa, in positivo la Spagna con una crescita del 3,2%, oltre sei volte l’Italia.

“Di fronte a un Pil fermo sia nel terzo che nel quarto trimestre e una legge di bilancio che non contiene un solo provvedimento in grado di invertire il declino in corso, è facile prevedere cosa ci aspetta nel prossimo futuro”, afferma il segretario confederale della Cgil Christian Ferrari. “L’economia italiana è ferma. Anche dal mercato del lavoro arrivano segnali meno dinamici, con l’occupazione stabile che potrebbe riflettere la crescita zero in atto. Le prospettive per il 2025 non lasciano al momento intravedere la possibilità di un’accelerazione significativa e anche gli obiettivi di crescita attesi dal Governo dell’1,2% nell’anno in corso non saranno raggiunti”, scrive Confesercenti in una nota.

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