Scontro rovente a Coffee break (La7) tra il deputato di Avs Angelo Bonelli e il parlamentare della Lega Nicola Ottaviani sul caso Almasri e sulle indagini per peculato e favoreggiamento a carico di Giorgia Meloni. Il leghista premette polemicamente: “Io non so se in trasmissione siamo in collegamento con qualche paese sudamericano o asiatico, perché potrebbero pensare che questa sia la Repubblica delle Banane rispetto a quello che è il profilo dell’applicazione della legge e del diritto”.
“È vero – commenta il giornalista del Fatto Quotidiano Gianni Barbacetto – a giudicare da come come trattiamo i torturatori“.

Ottaviani critica l’operato dell’operato della Procura di Roma, scomodando un paradosso: “Le iscrizioni nelle indagini si fanno inizialmente contro ignoti che poi diventano noti, se se c’è un minimo di fondatezza. Altrimenti uno di noi potrebbe andare dalla polizia giudiziaria e denunciare il papa per pedofilia, così la Procura di Roma trasmette l’atto con nome e cognome al papa. Ma siamo seri? Ovviamente sto dicendo un’eresia giudiziaria, non religiosa”.
Poi accusa la Corte penale internazionale insinuando sospetti sulla tempistica con cui ha segnalato il torturatore libico: “Stranamente il fatto che questo personaggio scorrazzasse in giro per l’Europa, e soprattutto in Germania, è noto dal 10 di luglio 2024, quando parte la blue notice, quindi l’annotazione all’interno dei registri interni della Germania. Guarda caso, quella nota diventa rossa il 18 gennaio. Perché la Corte penale internazionale non ha trasformato immediatamente quella nota da blu a rossa?”.

Insorge Bonelli: “Ha detto una sciocchezza e una bugia incredibile”.
“Si legga gli atti”, ribatte Ottaviani.
“Ce li ho – risponde il portavoce di Europa Verde – Se vuole mi alzo e vado a prendere le carte, così gliele faccio vedere. La verità è che voi di destra siete specialisti nei complotti. Si legga le carte della Corte Penale Internazionale se è in grado di leggerle”.
“Ce le faremo spiegare da lei con parafrasi da 4 soldi“, ribatte il leghista.
“Volentieri – replica Bonelli – Lei, da essere umano, dovrebbe provare ad avere una coscienza”.
“A vergognarmi, sì – rilancia Ottaviani – Dite sempre lo stesso refrain. Cambiate le parole una volta ogni tanto”.

Bonelli, estenuato dalle interruzioni, sbotta: “E basta! La smetta di farmi il controcanto. Qua abbiamo un torturatore che ha stuprato donne e minori. E il governo si dovrebbe assumere assumere la responsabilità di dire la ragione per la quale lo ha liberato. Ha liberato uno stupratore, d’accordo? E allora di che cosa stiamo parlando? Del complotto dell’Aja? Ma per favore, cercate di non far scandalizzare oltremodo il popolo italiano. Dopodiché – continua – c’è una palese violazione dello Statuto di Roma e una violazione dell’articolo 378 del Codice Penale. Altro che la sciocchezza del papa che le ho sentito dire”.
“Abbiamo un procuratore aggiunto oggi”, commenta Ottaviani.
“Andate a studiare, che è meglio”, chiosa Bonelli.

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