Ha un pedigree quantomeno controverso la Guang Rong, il mercantile che martedì sera, alla fonda di fronte a Marina di Carrara, ha rotto gli ormeggi e perso il controllo, finendo per incagliarsi e arenarsi contro un pontile a Massa. L’equipaggio (quasi tutto di nazionalità ucraina: impiegabile anche se in cabotaggio nazionale perché sotto il limite di viaggi che imporrebbe altrimenti la nazionalità comunitaria) è stato tratto in salvo nelle prime ore dall’incidente e, mentre appare scontata l’apertura di un’inchiesta sulla dinamica e il sequestro della nave, su di essa mentre scriviamo sono in corso accertamenti da parte dell’Autorità marittima per valutare danno (è stata ipotizzata l’apertura di una falla e una conseguente fuoriuscita di carburante) e messa in sicurezza, dello scafo e del carico.
Proprio quest’ultimo merita un approfondimento. Le 9mila tonnellate di pietrisco a bordo, in parte salvatesi, sono destinate al porto di Genova, dove la Guang Rong è ben conosciuta. Da dicembre 2021, infatti, era arrivata nello scalo ligure 226 volte, essendo un’unità impiegata nelle forniture dei due maxiappalti pubblici in corso in porto, entrambi appannaggio della struttura commissariale a tutt’oggi guidata da Marco Bucci, presidente della Regione: la realizzazione del nuovo bacino dello stabilimento Fincantieri e quella della nuova diga foranea. Opere da circa 2 miliardi di euro, completamente finanziati da risorse pubbliche.
In quest’arco di tempo la nave, costruita in Cina nel 2001, è stata ispezionata quattro volte dalla Capitaneria, tre in Toscana e una a Genova. E per tre volte le ispezioni hanno rilevato numerosi problemi di varia natura, anche strutturali e seri, tanto da comportare lunghi periodi di fermo (70 giorni in tutto). “Particolarmente critica”, ricorda Leonardo Deri, Capo Reparto Tecnico-Amministrativo della Capitaneria di porto di Genova, “ci era parsa l’avaria che aveva già da tempo messo fuori uso uno dei due motori. Il registro della nave, però, il Rina (italiano, ndr), che agisce anche da ‘organismo riconosciuto’ da Cipro (rappresenta cioè la bandiera, ndr), aveva rilasciato una notazione che permetteva la navigazione, purché in condizioni meteo ottimali, e l’ha prorogata più volte”.
Rina non ha per il momento risposto alle nostre richieste di chiarimenti, ma va detto che al momento dell’incidente la nave non era in navigazione, ma alla fonda da tre giorni, probabilmente in attesa proprio di una finestra meteo adeguata, anche se andrà accertato il motivo per cui, in vista di un fortunale annunciato, non abbia cercato un riparo più sicuro puntando invece sulla tenuta dell’ancora e su una capacità di manovra minata, come accertato dalle ispezioni.
Alla luce del fatto che si tratta del secondo naufragio (il primo fu rivelato in esclusiva dal Fatto) di imbarcazioni impegnate nei cantieri genovesi, restano tuttavia gli interrogativi sulla sicurezza cui in ambito di appalti pubblici si dovrebbe fare particolare attenzione. A tal proposito vale la pena quindi anche ricordare come molti dei protagonisti della vicenda di appalti pubblici abbiano ricca esperienza.
Se Bucci era il supervisore, ad aggiudicare entrambi i maxiappalti genovesi fu Paolo Emilio Signorini, allora presidente dell’Autorità portuale poi travolto dal Toti-gate. Senza cascami, quest’ultimo aveva già avuto un trascorso giudiziario di rilievo, citato, quale altissimo funzionario ministeriale, nell’inchiesta Mose come beneficiario di un soggiorno di lusso pagato dal Consorzio Venezia Nuova. Di quest’ultimo e dell’inchiesta veneziana era parte pure la Grandi Lavori Fincosit (il vertice Alessandro Mazzi patteggiò due anni), dalle cui ceneri qualche anno fa è rinata Fincosit, primattore di entrambe le cordate aggiudicatarie delle opere genovesi.
Un fil rouge che si ritrova nella Guang Rong. La nave, infatti, appartiene a una società di Chioggia, Sea Commander Srl, che è di sei soci dal medesimo cognome, Boscolo Contadin, tutti, anche, nella compagine proprietaria della concittadina Nuova Coedmar, oggi in concordato preventivo dopo che i suoi patron, Dante e Gianfranco Boscolo Contadin, hanno prima patteggiato l’accusa di false fatture legate al meccanismo di fittizia lievitazione dei costi del Mose e sono poi stati condannati in un filone processuale collaterale per evasione fiscale.
Se si considerano genesi controversa, ritardi, lievitazione di costi e opacità gestionale che hanno fin qui caratterizzato la diga – già oggetto di reprimende Anac e di un’inchiesta della Procura europea in corso –, il revival di quanto accadde a Venezia (dove lo Stato spese quattro volte la cifra preventivata) si fa sempre più concreto al punto che un naufragio senza vittime finisce per apparire un inedito male minore.
Cronaca
La nave arenata a Marina di Massa lavorava per la diga foranea di Genova. Capitaneria: “Aveva un motore guasto e navigava in deroga”
Da dicembre 2021 l'imbarcazione era arrivata nello scalo ligure ben 226 volte ed era stata ispezionata in quattro occasioni
Ha un pedigree quantomeno controverso la Guang Rong, il mercantile che martedì sera, alla fonda di fronte a Marina di Carrara, ha rotto gli ormeggi e perso il controllo, finendo per incagliarsi e arenarsi contro un pontile a Massa. L’equipaggio (quasi tutto di nazionalità ucraina: impiegabile anche se in cabotaggio nazionale perché sotto il limite di viaggi che imporrebbe altrimenti la nazionalità comunitaria) è stato tratto in salvo nelle prime ore dall’incidente e, mentre appare scontata l’apertura di un’inchiesta sulla dinamica e il sequestro della nave, su di essa mentre scriviamo sono in corso accertamenti da parte dell’Autorità marittima per valutare danno (è stata ipotizzata l’apertura di una falla e una conseguente fuoriuscita di carburante) e messa in sicurezza, dello scafo e del carico.
Proprio quest’ultimo merita un approfondimento. Le 9mila tonnellate di pietrisco a bordo, in parte salvatesi, sono destinate al porto di Genova, dove la Guang Rong è ben conosciuta. Da dicembre 2021, infatti, era arrivata nello scalo ligure 226 volte, essendo un’unità impiegata nelle forniture dei due maxiappalti pubblici in corso in porto, entrambi appannaggio della struttura commissariale a tutt’oggi guidata da Marco Bucci, presidente della Regione: la realizzazione del nuovo bacino dello stabilimento Fincantieri e quella della nuova diga foranea. Opere da circa 2 miliardi di euro, completamente finanziati da risorse pubbliche.
In quest’arco di tempo la nave, costruita in Cina nel 2001, è stata ispezionata quattro volte dalla Capitaneria, tre in Toscana e una a Genova. E per tre volte le ispezioni hanno rilevato numerosi problemi di varia natura, anche strutturali e seri, tanto da comportare lunghi periodi di fermo (70 giorni in tutto). “Particolarmente critica”, ricorda Leonardo Deri, Capo Reparto Tecnico-Amministrativo della Capitaneria di porto di Genova, “ci era parsa l’avaria che aveva già da tempo messo fuori uso uno dei due motori. Il registro della nave, però, il Rina (italiano, ndr), che agisce anche da ‘organismo riconosciuto’ da Cipro (rappresenta cioè la bandiera, ndr), aveva rilasciato una notazione che permetteva la navigazione, purché in condizioni meteo ottimali, e l’ha prorogata più volte”.
Rina non ha per il momento risposto alle nostre richieste di chiarimenti, ma va detto che al momento dell’incidente la nave non era in navigazione, ma alla fonda da tre giorni, probabilmente in attesa proprio di una finestra meteo adeguata, anche se andrà accertato il motivo per cui, in vista di un fortunale annunciato, non abbia cercato un riparo più sicuro puntando invece sulla tenuta dell’ancora e su una capacità di manovra minata, come accertato dalle ispezioni.
Alla luce del fatto che si tratta del secondo naufragio (il primo fu rivelato in esclusiva dal Fatto) di imbarcazioni impegnate nei cantieri genovesi, restano tuttavia gli interrogativi sulla sicurezza cui in ambito di appalti pubblici si dovrebbe fare particolare attenzione. A tal proposito vale la pena quindi anche ricordare come molti dei protagonisti della vicenda di appalti pubblici abbiano ricca esperienza.
Se Bucci era il supervisore, ad aggiudicare entrambi i maxiappalti genovesi fu Paolo Emilio Signorini, allora presidente dell’Autorità portuale poi travolto dal Toti-gate. Senza cascami, quest’ultimo aveva già avuto un trascorso giudiziario di rilievo, citato, quale altissimo funzionario ministeriale, nell’inchiesta Mose come beneficiario di un soggiorno di lusso pagato dal Consorzio Venezia Nuova. Di quest’ultimo e dell’inchiesta veneziana era parte pure la Grandi Lavori Fincosit (il vertice Alessandro Mazzi patteggiò due anni), dalle cui ceneri qualche anno fa è rinata Fincosit, primattore di entrambe le cordate aggiudicatarie delle opere genovesi.
Un fil rouge che si ritrova nella Guang Rong. La nave, infatti, appartiene a una società di Chioggia, Sea Commander Srl, che è di sei soci dal medesimo cognome, Boscolo Contadin, tutti, anche, nella compagine proprietaria della concittadina Nuova Coedmar, oggi in concordato preventivo dopo che i suoi patron, Dante e Gianfranco Boscolo Contadin, hanno prima patteggiato l’accusa di false fatture legate al meccanismo di fittizia lievitazione dei costi del Mose e sono poi stati condannati in un filone processuale collaterale per evasione fiscale.
Se si considerano genesi controversa, ritardi, lievitazione di costi e opacità gestionale che hanno fin qui caratterizzato la diga – già oggetto di reprimende Anac e di un’inchiesta della Procura europea in corso –, il revival di quanto accadde a Venezia (dove lo Stato spese quattro volte la cifra preventivata) si fa sempre più concreto al punto che un naufragio senza vittime finisce per apparire un inedito male minore.
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Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - Non è morta per essere caduta dal balcone, come si era appreso in un primo momento, la donna di 80 anni deceduta all'ospedale di Marsala (Trapani). Lo rendono noto i Carabinieri di Marsala (Trapani). La Procura, diretta da Fernando Asaro, ha emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti del figlio 51enne per il reato di omicidio preterintenzionale, commesso ai danni della madre convivente. "Il provvedimento, eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Marsala, scaturisce dalle risultanze delle indagini svolte dai militari dell’Arma e coordinate dalla Procura di Marsala, in ragione del decesso della donna, ricoverata da circa tre giorni presso l’ospedale Paolo Borsellino di Marsala per un asserito avvelenamento da farmaci", spiegano i Carabinieri.
"La ricostruzione dei fatti ha permesso di comprendere che la donna sarebbe morta quale delle gravi lesioni riportate a seguito delle percosse subite dal figlio nei giorni antecedenti dal ricovero- dice l'Arma- Il provvedimento, terminato con la traduzione del 51enne presso il carcere di Trapani, sarà oggetto di convalida dal GIP del Tribunale di Marsala nei prossimi giorni. Le indagini preliminari sono in corso".
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - Una donna è morta precipitando dal balcone di casa. E' successo a Marsala, nel trapanese. I carabinieri hanno fermato il figlio con l'accusa di avere spinto la madre dal balcone, in via Oberdan. L'accusa è di omicidio. Sarà adesso il gip a pronunciarsi sul fermo del figlio. L'inchiesta è coordinata dal Procuratore di Marsala Fernando Asaro.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "C’è una sola parola per le espressioni usate dal Presidente americano nei confronti di Zelensky. Vergogna. Profonda. Totale. Assoluta. Passeranno questi tempi bui, tornerà l’America. Sempre dalla parte dell’Ucraina". Lo scrive il senatore Pd, Filippo Sensi, sui social.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Trump ha detto, tra le altre cose, che Zelensky è un dittatore che ha voluto lui la guerra. Non una parola critica su Putin, che ha pianificato una invasione su larga scala dell’Ucraina libera e democratica, e sul fatto che la sua guerra di invasione totale sia fallita, nonostante la sproporzione delle forze in campo e nonostante gli aiuti militari da parte occidentale siano stati inviati con pesanti restrizioni. Da Trump non una parola di distinzione tra aggredito e aggressore, tra diritto internazionale e arbitrio, tra democrazia e tirannia”. Lo dichiara il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova.
“Ci dovremo abituare al continuo tentativo di Trump di ribaltare la realtà. Ma ciò a cui non possiamo abituarci è il fatto che in Italia ci sia chi plauda alla prepotenza di Trump, condita di retorica antieuropea, anzichè condannarla. Ieri Salvini, oggi Conte. A quanto capisco, fosse per Conte, che non può intestarsi la leadership dell’opposizione, oggi l’intera Ucraina sarebbe una provincia russa, esattamente come lo è diventata la Bielorussia, e Putin sarebbe pronto a schiacciare sotto il suo tallone tirannico altri paesi, anche dell’Unione, in nome della ritorno della grande Russia. Tanto, a noi cosa importa?”, conclude.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Una parlamentare Pd di lungo corso esce dall'aula esclamando: "Se non ci fosse Nordio, qualcuno lo dovrebbe inventare. Guarda, io voterei no alla mozione di sfiducia martedì...". E poi rivolta ai colleghi: "Ma avete visto le facce di quelli di Fdi? Sono sbiancati". Quello che è successo in aula oggi alla Camera al question time è che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha risposto alla domanda di Pd e Iv sulla quale, ieri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi, Alfredo Mantovano, aveva spiegato che non era possibile rispondere in aula in quanto informazione 'classificata'. Insomma, roba da Copasir. Non da riunione dell'aula, trasmessa in diretta.
Un corto circuito di fronte a cui le opposizioni incalzano parlando di "governo allo sbando", di "situazione fuori controllo". "Ma nelle mani di chi siamo? Siamo nelle mani di nessuno. Ieri con un atto gravissimo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano ha secretato, oggi lei ministro Nordio viene in aula e spiattella tutto. Ma non vi siete parlati?", sbotta in aula Davide Faraone di Iv.
La domanda in questione era se la polizia penitenziaria avesse o meno in uso lo spyware di Paragon. E il ministro Nordio - "a braccio", sottolineano dal Pd - ha risposto che no, "la polizia penitenziaria non ha mai usato quel sistema". Commenta Matteo Renzi: "Oggi Nordio ha messo molto in difficoltà Mantovano: ecco perché Mantovano non voleva che Nordio rispondesse in Aula", scrive sui social. Resta il fatto, aggiunge il leader di Iv, che sono state spiati cittadini - tra cui il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e Luca Casarini - sono stati "intercettati in modo illegale: chi è stato?", chiede Renzi annunciando di voler andare fino in fondo alla vicenda: "Noi chiederemo accesso agli atti sulle spese per intercettazione di tutte le Procure della Repubblica. E non ci fermiamo".
Elly Schlein chiama in causa la premier Giorgia Meloni che "ormai si è data alla latitanza": dopo la vicenda Almasri, "ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Sottolinea la segretaria del Pd: "Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".
Anche Riccardo Magi si rivolge a Meloni: "Sul caso Paragon il Governo è in cortocircuito totale. Ieri le informazioni erano secretate, oggi Nordio cambia idea e risponde. Nel frattempo, resta il mistero totale su chi ha utilizzato lo spyware di Paragon per intercettare persino i giornalisti. Giorgia Meloni non ha più alibi: deve venire con urgenza in Parlamento e spiegare se in questa vicenda c'è un coinvolgimento di apparati dello Stato e quali, eventualmente, quelli coinvolti". Mentre Andrea Orlando fa notare un'altra voce 'mancante': "Perché in tutte queste ore il responsabile della struttura del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che ha la responsabilità sulla polizia penitenziaria, non ha ancora detto una parola? Immaginiamo che se domani mattina la Polizia di Stato o i Carabinieri avessero intercettato in maniera illegale, o se ci fosse questo sospetto, il Comandante generale dei Carabinieri o il Capo della Polizia direbbero che è vero o che non è vero o che stanno indagando".
Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, poi, aggiungono anche un altro tassello. "Abbiamo un sacco di interrogativi e il governo continua a non rispondere. E ci siamo posti anche questa domanda: la sera prima che Casarini" scoprisse lo spyware nel suo telefono, "io ero a cena con Luca Casarini e c'erano anche altri parlamentari della Repubblica: mi hanno osservato? Mi hanno spiato?".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Si avvicina l’appuntamento con l’Italian Investment Council by Remind, la piattaforma di dialogo che riunisce istituzioni nazionali, internazionali e Locali, insieme a imprenditori, manager, esperti e professionisti, per affrontare le sfide e cogliere le opportunità di sviluppo per la Nazione. L’incontro, organizzato da Remind (Associazione delle Buone Pratiche dei Settori Produttivi), si terrà il prossimo 25 febbraio a Palazzo Ferrajoli e vedrà la partecipazione di figure di rilievo del panorama istituzionale, economico, industriale con l’obiettivo di delineare strategie efficaci per la crescita sostenibile dell’Italia, un’agenda di rilievo per lo sviluppo della Nazione.
L’iniziativa si propone come uno spazio di confronto tra pubblico e privato, volto a promuovere politiche industriali sugli investimenti e a valorizzare le buone pratiche italiane in Europa e nel mondo. L’IIC verrà aperto dai saluti istituzionali di Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, mentre tra i keynote speaker e i relatori attesi figurano Antonella Sberna, Vicepresidente del Parlamento Europeo, Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della Banca Europea degli Investimenti, Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Vannia Gava, Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Edoardo Rixi, Lucia Albano Sottosegretario dell’Economia e delle Finanze, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – DIPE, Nicola Procaccini Parlamentare Europeo, Renato Loiero, Consigliere per le Politiche di Bilancio del Presidente del Consiglio, Paolo Grasso, Capo di Gabinetto del Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, Serafino Sorrenti Chief Information Officer Presidenza del Consiglio, Ferruccio Ferranti, Presidente Mediocredito Centrale, Stefano Pontecorvo, Presidente Leonardo e Vincenzo Sanasi d’Arpe, Alessandro Moricca Amministratore Unico Pagopa, Amministratore Delegato Consap, Giuseppe Romano Coordinatore Zes Unica, Simona Camerano Responsabile Scenari Economici Cdp, Virgilio Pomponi Vice Capo di Gabinetto Ministero dell’Economia e delle Finanze, Fabrizio Curcio Commissario Straordinario per la Ricostruzione Emilia Romagna, Toscana e Marche, Lamberto Giannini Prefetto di Roma, Pierluigi Biondi Sindaco l’Aquila, Alessandro Dagnino Assessore all’Economia Regione Sicilia, Marco Nardini Cfo Corporate Service GreenIt, Salvatore Corroppolo Direttore Affari Generali Dipartimento Pnrr del Mase e Don Antonio Coluccia.
Nel corso dell'iniziativa ci sarà un keynote speech di Dario Lo Bosco Presidente Rfi - Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane sull’innovazione e la sostenibilità delle infrastrutture e della mobilità.
I temi in discussione spazieranno dalle politiche europee per la crescita economica, alla sicurezza e difesa come pilastri dello sviluppo territoriale, fino alle nuove sfide legate alla transizione energetica, all’innovazione tecnologica ai trasporti sostenibili. Un elemento centrale dell’Italian Investment Council sarà il rafforzamento della collaborazione tra settore pubblico e privato, fondamentale per sviluppare strategie di investimento efficaci e sostenibili. In questa prospettiva, le buone pratiche dei settori produttivi rappresentano un modello di riferimento per la crescita economica dell’Italia con un focus di approfondimento sugli scenari economici da parte di Marco Daviddi (Ey), le testimonianze imprenditoriali sulla rinascita del mezzogiorno a cura di Fabrizio Marchetti (B21) e Gabriele Scicolone (Artelia Italia) e sull’immobiliare allargato con un intervento di Massimiliano Pierini (Rx Italy) e di Luca Dal Fabbro (Iren).
L’evento vedrà la partecipazione di esperti e leader del mondo imprenditoriale, tra cui, Bruno Rovelli (Blackrock Italia) Ivano Ilardo (Yard Reaas), Paolo Vari (Ideare), Francesco Burrelli (Anaci), Giulio Gravina (Italpol), Massimo Ponzellini (Centro Studi Giuseppe Bono), Emiliano Boschetto (eFm), Marta Borri (Galeotti), Michele Stella (Polis Sgr), Giorgio Pieralli (Zurich Group) che porteranno la loro esperienza su innovazione, competitività e sostenibilità nei rispettivi ambiti. Il dialogo tra istituzioni e imprese consentirà di individuare percorsi condivisi per rendere l’Italia più attrattiva per gli investitori, valorizzando al contempo le eccellenze nazionali.
Sottolineando l’importanza di creare un ambiente favorevole agli investimenti, il presidente di Remind e promotore dell’Italian Investment Council, Paolo Crisafi, ha dichiarato: “L’Italia ha un potenziale straordinario che deve essere tutelato e promosso. Stiamo collaborando, Istituzioni e Settori Produttivi, affinché la nostra Nazione diventi sempre più attrattiva per gli investitori, senza però snaturare la nostra identità economica e culturale. L’obiettivo è coniugare sviluppo e tradizione, facendo leva sulle eccellenze del Made in Italy per rilanciare la nostra economia in un’ottica di crescita sostenibile e duratura.”
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "L'approccio imperiale di Donald Trump al negoziato per la pace in Ucraina - che prevederebbe che il 50% delle risorse e delle infrastrutture di Kiev vada agli Stati Uniti, oltre al diritto di prelazione per l’acquisto di minerali esportabili e per la concessione di tutte le future licenze - pone in secondo piano la libertà e la democrazia per l'Ucraina e con esse l'esigenza di sicurezza dell'Europa intera. A noi pare inaccettabile: stiamo con Kiev per i valori che il Presidente Mattarella ha ricordato e per cui è stato attaccato dal Cremlino”. Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“Il vicepremier Salvini, invece che occuparsi di treni, ha fatto sapere che sta con l’invasore russo. A questo punto, non sarebbe il caso che Meloni venisse in Parlamento a rendere nota la sua posizione sul piano Trump, aggiornare le Camere sugli ultimi sviluppi, dando vita a un dibattito parlamentare sulla questione ucraina, fondamentale per il futuro dell’Italia e dell’Europa? Almeno daremmo il segnale di essere ancora in una democrazia parlamentare, cosa non scontata nemmeno più in Europa”, conclude Magi.