Sette persone sono state arrestate per associazione a delinquere, truffa e falso nell’ambito di un’indagine della Procura di Potenza – pm Vincenzo Montemurro e Giorgio Guadagno – su un presunto sistema di esami truccati che secondo l’accusa ruotava intorno al centro studi Galotta, istituto con sede nel capoluogo lucano. Dall’indagine è emerso come grazie a un software apposito, chiamato Iperius, ragazze pagate dieci euro l’ora sostenessero gli esami da remoto al posto dei clienti del centro, garantendo loro la “certezza” di conseguire titoli utili a scavalcare le graduatorie del personale scolastico per la qualifica di operatore socio-sanitario. Gli arrestati sono stati sottoposti a custodia cautelare ai domiciliari: i titoli e le abilitazioni sono stati sequestrati. Gli indagati sono in tutto 117.

Dalle intercettazioni agli atti dell’inchiesta, riportate nelle quasi trecento pagine dell’ordinanza del Gip Salvatore Pignata, si capisce perché i clienti del centro – reclutati anche attraverso altre strutture simili in Campania tra Nola, Pompei e Polla – fossero ben contenti di versare la quota. “Esame procediamo noi”. “E se poi non dovrebbe andar bene?”. “No, l’esame procediamo noi”. “Ah ok!”.” Risate, e non per il verbo sbagliato. “Sì, appositamente”, proseguiva la conversazione, “proprio perché sono sette moduli e non sono semplici! Dal terzo modulo in poi sono molto molto complicati quindi chi viene bocciato poi insomma… è costretto a ripagare di nuovo la certificazione. Per eliminare questa cosa procediamo noi”. Insomma, ti facevano anche un piacere: pagavi una volta sola. La “certezza” di successo valeva anche per gli esami dell’università telematica ‘E-Campus’ (vittima di questo sistema). Università che nelle intercettazioni veniva definita come “quella di Ronaldo” (che ne fu testimonial) e che il centro studi Galotta spingeva nelle sue promozioni commerciali perché “ci permette di fare ancora gli esami online…” mentre con la concorrenza “si sta tornando in presenza”.

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