Tutte le 43 domande d’asilo presentate dai migranti arrivati martedì in Albania sono state respinte. Dopo che un vulnerabile e 4 minori sono stati portati in Italia e a un’altra persona è stata riscontrata una vulnerabilità medica, per tutti gli altri il responso del video collegamento con la commissione territoriale è stato “manifesta infondatezza” della domanda. Esito previsto dalla legge e la ragione è la stessa che giustifica l’esame accelerato: la provenienza da Paese d’origine che il governo italiano considera sicuro ai fini della procedura d’asilo. A quanto racconta la delegazione del Tavolo Asilo e Immigrazione (Tai), presente a Gjader con i parlamentari del gruppo di contatto, tutte le persone sbarcate martedì in Albania hanno chiesto l’avvocato d’ufficio che dovrebbe assisterli nell’udienza di convalida del trattenimento, ora di competenza della Corte d’appello di Roma che dovrà pronunciarsi entro domani.
L’assistenza legale non è obbligatoria in sede di esame della domanda, che in Albania significa video collegamento (nello foto la stanza dedicata). Così, in assenza di una qualunque consulenza, è possibile solo immaginare il grado di approfondimento e di reale interlocuzione tra i migranti e una commissione che in meno di 48 ore ha bocciato 43 richieste di protezione internazionale di altrettanti egiziani e bangladesi. “Si tratta di decisioni che riguardano la vita dei richiedenti asilo, di persone che hanno alle spalle storie terribili di violenze e torture e non possono essere prese in poco tempo e senza alcuna possibilità di essere assistiti”, denuncia il Tai in un comunicato stampa di oggi, giovedì 29 gennaio. “Siamo di fronte ad una procedura di fatto illegittima per l’assenza delle tutele previste dalla normativa in vigore”.
Nel frattempo, mercoledì la Questura di Roma ha inviato alla Corte d’appello romana le richieste di convalida dei trattenimenti. Con altre 48 ore di tempo per decidere, la Corte è già al lavoro per esprimersi entro domani. Visti i rinvii alla Corte di giustizia europea sulla questione dei “Paesi sicuri”, da cui dipende la sindacabilità delle procedure accelerate in Albania da parte dei giudici, è alta la probabilità che i magistrati incaricati sospendano il giudizio in attesa della Corte Ue, con conseguente rilascio dei migranti e immediato trasferimento in Italia. Del resto, il repentino passaggio di competenze deciso a novembre dal governo, ha costretto la Corte d’appello ad arruolare sei giudici del tribunale, gli stessi specializzati in immigrazione che avevano bocciato e poi rinviato in Europa le norme di Meloni e Piantedosi. Diversamente dall’esame della domanda, però, l’udienza di convalida prevede l’assistenza legale perché in gioco c’è la libertà personale. E infatti viene messo a disposizione un avvocato d’ufficio.
Peccato che stamattina, risulta al Fatto, nessuno dei migranti avesse ancora conferito con un legale, alla faccia del diritto alla difesa, che sarebbe inviolabile. Per non parlare del diritto a un ricorso effettivo, riconosciuto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue oltre che dalla Costituzione italiana. Il governo ha ridotto i termini di impugnazione della decisione della commissione territoriale. “Adesso le persone, sottoposte a procedure che negano in radice il diritto alla protezione, avranno 7 giorni per rivolgersi al Tribunale e cercare giustizia, se i giudici della Corte d’appello di Roma convalideranno il fermo e quindi la procedura accelerata. Come faranno, tuttavia, i richiedenti asilo a nominare un/una avvocato/a di fiducia per fare il ricorso, visto che sono confinati fuori dall’Italia? Anche sotto questo profilo è eclatante la violazione del diritto di difesa e dunque una violazione della Costituzione”, denuncia il Tai, che accusa il governo di “violazione dello stato di diritto”. Va inoltre ricordato che l’eventuale mancata convalida del trattenimento non produce effetti sull’esito dell’esame della domanda che, se non viene impugnato entro 7 giorni mettendo in discussione la stessa procedura accelerata che l’ha prodotto, condannerà la persona a diventare l’ennesimo irregolare.
Politica
Tutte “infondate” le richieste d’asilo dei migranti in Albania, il Tai: “Violato il diritto alla difesa”. Venerdì le convalide dei giudici
Dopo due giorni, nessuno dei migranti aveva ancora conferito con un legale, alla faccia del diritto alla difesa, che sarebbe inviolabile. La denuncia del Tavolo Asilo e Immigrazione (Tai), presente a Gjader con i parlamentari del gruppo di contatto.
Tutte le 43 domande d’asilo presentate dai migranti arrivati martedì in Albania sono state respinte. Dopo che un vulnerabile e 4 minori sono stati portati in Italia e a un’altra persona è stata riscontrata una vulnerabilità medica, per tutti gli altri il responso del video collegamento con la commissione territoriale è stato “manifesta infondatezza” della domanda. Esito previsto dalla legge e la ragione è la stessa che giustifica l’esame accelerato: la provenienza da Paese d’origine che il governo italiano considera sicuro ai fini della procedura d’asilo. A quanto racconta la delegazione del Tavolo Asilo e Immigrazione (Tai), presente a Gjader con i parlamentari del gruppo di contatto, tutte le persone sbarcate martedì in Albania hanno chiesto l’avvocato d’ufficio che dovrebbe assisterli nell’udienza di convalida del trattenimento, ora di competenza della Corte d’appello di Roma che dovrà pronunciarsi entro domani.
L’assistenza legale non è obbligatoria in sede di esame della domanda, che in Albania significa video collegamento (nello foto la stanza dedicata). Così, in assenza di una qualunque consulenza, è possibile solo immaginare il grado di approfondimento e di reale interlocuzione tra i migranti e una commissione che in meno di 48 ore ha bocciato 43 richieste di protezione internazionale di altrettanti egiziani e bangladesi. “Si tratta di decisioni che riguardano la vita dei richiedenti asilo, di persone che hanno alle spalle storie terribili di violenze e torture e non possono essere prese in poco tempo e senza alcuna possibilità di essere assistiti”, denuncia il Tai in un comunicato stampa di oggi, giovedì 29 gennaio. “Siamo di fronte ad una procedura di fatto illegittima per l’assenza delle tutele previste dalla normativa in vigore”.
Nel frattempo, mercoledì la Questura di Roma ha inviato alla Corte d’appello romana le richieste di convalida dei trattenimenti. Con altre 48 ore di tempo per decidere, la Corte è già al lavoro per esprimersi entro domani. Visti i rinvii alla Corte di giustizia europea sulla questione dei “Paesi sicuri”, da cui dipende la sindacabilità delle procedure accelerate in Albania da parte dei giudici, è alta la probabilità che i magistrati incaricati sospendano il giudizio in attesa della Corte Ue, con conseguente rilascio dei migranti e immediato trasferimento in Italia. Del resto, il repentino passaggio di competenze deciso a novembre dal governo, ha costretto la Corte d’appello ad arruolare sei giudici del tribunale, gli stessi specializzati in immigrazione che avevano bocciato e poi rinviato in Europa le norme di Meloni e Piantedosi. Diversamente dall’esame della domanda, però, l’udienza di convalida prevede l’assistenza legale perché in gioco c’è la libertà personale. E infatti viene messo a disposizione un avvocato d’ufficio.
Peccato che stamattina, risulta al Fatto, nessuno dei migranti avesse ancora conferito con un legale, alla faccia del diritto alla difesa, che sarebbe inviolabile. Per non parlare del diritto a un ricorso effettivo, riconosciuto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue oltre che dalla Costituzione italiana. Il governo ha ridotto i termini di impugnazione della decisione della commissione territoriale. “Adesso le persone, sottoposte a procedure che negano in radice il diritto alla protezione, avranno 7 giorni per rivolgersi al Tribunale e cercare giustizia, se i giudici della Corte d’appello di Roma convalideranno il fermo e quindi la procedura accelerata. Come faranno, tuttavia, i richiedenti asilo a nominare un/una avvocato/a di fiducia per fare il ricorso, visto che sono confinati fuori dall’Italia? Anche sotto questo profilo è eclatante la violazione del diritto di difesa e dunque una violazione della Costituzione”, denuncia il Tai, che accusa il governo di “violazione dello stato di diritto”. Va inoltre ricordato che l’eventuale mancata convalida del trattenimento non produce effetti sull’esito dell’esame della domanda che, se non viene impugnato entro 7 giorni mettendo in discussione la stessa procedura accelerata che l’ha prodotto, condannerà la persona a diventare l’ennesimo irregolare.
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Giustizia & Impunità
Delmastro condannato a otto mesi per il caso Cospito. Le opposizioni: “Si dimetta”. Ma Meloni lo blinda: “Sconcertata da sentenza”. Schlein: “Parole eversive”
Mondo
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Cronaca
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Roma, 20 feb. (Adnkronos) - "Tweet invecchiati male: un sottosegretario alla giustizia che attacca i magistrati che lo condannano. E la Meloni sta con lui. Dalla Repubblica delle Banane è tutto". Lo scrive Matteo Renzi sui social postando un tweet di Andrea Delmastro del 2015 in cui scriveva: "Renzi contro la magistratura. Esiste qualcosa che non sappia di berlusconismo con 20 anni di ritardo? #figliodiberlusconi".
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - “Lo scontro tra i ministri Lollobrigida e Piantedosi sulla vicenda Bari conferma l’arroganza e lo scarso senso dello Stato di questa destra. Un esponente come Lollobrigida avrebbe preteso, fuori da ogni regola e ignorando il lavoro della Commissione di accesso, di imporre al Ministro dell’Interno lo scioglimento del Comune di Bari. Fin dall’inizio la destra si è comportata in questo modo, ma tutto ha dimostrato l’infondatezza di queste accuse e manovre, il lavoro importante contro le mafie svolto da sindaco De Caro e presidente Emiliano. Non può essere che un ministro come Lollobrigida si comporti in questo modo. Chiameremo il Governo a risponderne”. Così il capogruppo Pd in commissione Antimafia Walter Verini.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - "Il sottosegretario alla giustizia Delmastro, condannato a otto mesi di carcere per rivelazione di segreto d’ufficio e un anno di interdizione dai pubblici uffici, ha dichiarato di non volersi dimettere. È senza vergogna. Se ne vada e lo faccia il prima possibile. Le istituzioni sono una cosa seria, non la proprietà privata di qualcuno”. Così sui social Antonio Misiani della segreteria del Partito Democratico.
Milano, 20 feb. (Adnkronos) - I carabinieri hanno raccolto tutte le dichiarazioni rese dagli staff e direttamente dagli imprenditori contattati dal gruppo di truffatori che usando il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto hanno tentato raggiri milionari. La banda ha contattato almeno una decina delle famiglie più note e ricche in Italia, tra cui Massimo Moratti (l'unica vittima che ha denunciato il raggiro subito), Marco Tronchetti Provera, esponenti delle famiglie Beretta, Del Vecchio, Caprotti e Della Valle, lo stilista Giorgio Armani.
Una volta sentiti dai militari non tutte le persone che hanno risposto alle telefonate del finto ministro o del sedicente generale hanno deciso di sporgere denuncia. La procura di Milano che indaga sulle truffe sta proseguendo il lavoro sul fronte internazionale, per capire i movimenti bancari del denaro recuperato, mentre restano due gli indagati stranieri per associazione per delinquere finalizzata.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - "Delmastro è sottosegretario alla Giustizia, la sua condanna è grave già solo per questo. In più questa condanna arriva perché ha usato i suoi attuali poteri di sottosegretario per manganellare l'opposizione in Parlamento rivelando informazioni che non potevano essere rivelate. C'è un evidente e gigantesco problema politico. Non può restare al suo posto, è inaccettabile". Così Anna Ascani, Vicepresidente della Camera e deputata dem, intervenendo a Metropolis.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - “Senza disciplina. Senza onore. Doveva dimettersi ben prima, a prescindere dalla condanna. Ogni minuto di permanenza in carica di Delmastro è un insulto alle istituzioni”. Così sui social Peppe Provenzano della segreteria del Partito Democratico.
Roma, 20 feb. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale, in separate udienze, per la presentazione delle Lettere Credenziali, i nuovi Ambasciatori: S.E. Vladimir Karapetyan, Repubblica di Armenia; S.E. Roberto Balzaretti, Confederazione Svizzera; S.E. Francella Maureen Strickland, Stato Indipendente di Samoa; S.E. Amb. Matthew Wilson, Barbados; S.E. Augusto Artur António da Silva, Repubblica della Guinea Bissau; S.E. Noah Touray, Repubblica del Gambia; S.E. Richard Brown, Giamaica. Era presente il Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli. Si legge in una nota del Quirinale.